Sulle tracce delle biotecnologie
di Giuseppina Bonaviri
Sapevamo che i prodotti e le possibilità che ogni nuova tecnologia mette a disposizione dell’uomo modificano le abitudini quotidiane? Nell’arco di qualche decennio le biotecnologie hanno cambiato e ancora cambieranno le mode e i costumi di cura cosi come la qualità di vita di intere popolazioni. Le moderne ed attuali tecnologie biologiche permettono di ipotizzare l’attuazione di applicazioni utili in tutti i settori di produzione di beni e servizi che implichino l’intervento di materiale biologico. Le biotecnologie sono nate da studi che affiancano la biologia molecolare, la genetica e la fisiologia degli organismi viventi. Sono prodotti che aggiungono valore in ambito farmaceutico, agroalimentare, industriale ed energetico fornendo nuovi servizi di prevenzione, diagnosi, terapia e risanamento per la cura della salute dei viventi umani, animali e vegetali e della biosfera in generale compreso l’ambiente come anche dei cicli industriali di manifattura di beni tradizionali e di smaltimento di scarti.
Ovviamente, nelle Provincie italiane, poco si conosce di queste moderne pratiche pur non dimenticando che i nostri distretti industriali- compresi quelli dell’area chimico farmaceutica- si avvalgono di aziende farmaceutiche prestigiose che continuano ad emergere poco nei servizi di beni innovativi, oggi divenuti preziosi per la salute dell’uomo. Quanto di questo potenziale produttivo verrà realizzato nella nostra terra dipende dalla crescita scientifica e culturale che vogliamo imprimere tramite la creazione di nuovi modi di interpretare il lavoro e, se solo ci si volesse impegnare sulla frontiera dell’innovazione, anche per dare vitalità alle politiche locali con la volontà di intessere alleanze e sinergie attraendo la partecipazione di tutti gli attori dello sviluppo locale. Alla crescita scientifica, culturale e politica si dovrà affiancare una diffusa fiducia sociale, che al momento appare complessa considerata la poca solida assunzione di responsabilità etica da parte dei nostri decisori, incapaci di proiettarsi progettualmente nel mondo per slanciare i “prodotti e i saperi” locali.
Molto peso assumono le motivazioni intrinseche cui tali prodotti e servizi dovrebbero essere destinati in un contesto europeo dove l’economia globalizzata e molto conservatrice (più legata alle tradizioni e meno disponibile all’innovazione) non va persa di vista in considerazione delle fatiche che hanno portato grandi studiosi e scienziati italiani a garantire, nell’arco dei prossimi 10 anni, la disponibilità di centinaia di nuovi farmaci ottenuti grazie alla pratica biotecnologica. Vale la pena accennare ad alcuni esempi significativi per l’Italia e che nell’arco dei prossimi anni saranno pienamente disponibili: nuovi vaccini contro malattie gravi quali la meningite batterica e l’HIV; nuovi approcci bioterapeutici come la immunoterapia, la medicina molecolare, le terapie geniche e per la cura dei tumori e delle psicosi; applicazioni importanti della medicina rigenerativa quali rigenerazione e ricrescita in situ di particolari tessuti come le ossa. Per quanto riguarda l’agroalimentare non va dimenticato la novità che riguarderà pomodori, melanzane, zucchine che verranno resi resistenti a virosi, malattie che oggi ne minacciano qualità ed entità dei raccolti nazionali. Dovremo, per amor patrio, sollecitare le nostre aziende locali (con i loro imprenditori e studiosi) a prendere atto di quanto intorno si muove in ambito di novità di prodotto e di sviluppo in vista dell’alta domanda del mercato a fronte degli enormi bisogni di salute emergenti. Potranno divenire loro stessi garanti di un ripristino economico locale assai superiore agli attuali e tradizionali parametri di impresa.
Ovviamente, le tecniche su descritte raggiungeranno obiettivi diversi e questo dipenderà da fattori socio-economici, di comunicazione e da come la nostra periferia interagirà con il processo innovativo sanitario e sociale. Ricerca avanzata, mondo della scuola, pubblico e privato potrà mettere in atto proposte ampie con una offerta di servizi didattici a docenti e studenti sul tema delle scienze della vita oltre che per l’utenza. Questo per promuovere un orientamento di studenti e famiglie più consapevole attraverso l’esperienza diretta di attività di sperimentazione scientifica. Questo percorso porta alla creazione di strumenti concreti come banche dati biologiche, tecnologie multimediali e programmi bioinformatici basate sull’investigazione (inquiry-based) ed ad un processo di collaborazione e scambio di risorse anche a distanza per la formazione di una coscienza collettiva della pubblica opinione e per tutti quei cittadini che hanno a cuore qualità della vita e fare innovativo imprenditoriale.
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