Sondaggi non veritieri
Nella confusione crescente dell’ attuale momento politico, l’incertezza è regina nella profluvie di sondaggi che ci vengono propinati a ritmo settimanale.
Pur nella inevitabile opinabilità intrinseca ad ogni forma di previsione, un elemento comune sembra distinguersi dalla volatilità dei dati relativi alle propensioni di voto inerenti alle singole formazioni politiche.
Esso concerne l’ ampiezza crescente della parte di elettorato che dichiara la sua profonda indecisione o addirittura la sua volontà di astenersi dalla partecipazione al suffragio elettorale prossimo venturo.
La pericolosità di tale atteggiamento trova tuttavia una sua attenuazione nelle modalità con cui tali sondaggi vengono offerti alla sensibilità della pubblica opinione.
Infatti pur dando variamente conto della percentuale di astensionismo e di “non so “ che caratterizza lo specifico sondaggio, tale percentuale subisce una successiva amputazione : essa risulta infatti esclusa nella rappresentazione dei dati relativi alle singole formazioni politiche che vengono – erroneamente – calcolate come se esse rappresentassero l’ universo elettorale tutto.
E’ evidente il vantaggio che, illusoriamente, favorisce tutte le forze politiche in campo, sia che registrino incrementi o decrementi nelle intenzioni di voto espresse dagli elettori facenti parte del campione prescelto dal singolo sondaggio.
E’ evidente infatti che quando si rappresenta un partito con intenzioni di voto del 30% in un universo che (come attualmente avviene) registra una astensione del 40 % , si evidenzia una realtà virtuale molto lontana dalla realtà effettiva .
Più precisamente tale modalità cerca di ottundere la sensibilità dell’ opinione pubblica rispetto al crescente divorzio dell’ elettorato dalla sua classe politica : riuscendo forse ad allontanarlo nel tempo ma ad accrescerne la gravità .
Riprendendo infatti l’ esempio numerico appena riportato, potrebbe verificarsi infatti che quell’ ipotetica formazione politica del 30% , in vigenza della legge elettorale attuale, potrebbe acquisire il 55% per cento dei seggi parlamentari, pur rappresentando di fatto solo il 18% del corpo elettorale : con quale sovvertimento democratico è superfluo rilevare.
Quella legge elettorale che tutti i partiti, presenti e passati , hanno variamente disapprovato ( i suoi stessi estensori “in primis “ ) ma che di fatto nessuno di essi ha tentato veramente di sostituire.
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