Riforma della giustizia. Cui prodest?
Ho dato un’occhiata a testo di riforma costituzionale sulla giustizia e ho cercato di capire queste innovazioni a chi giovano, chi è il beneficiario delle proposte del Governo. I cambiamenti in realtà pure cospicui non stravolgono l’impianto generale.
Iniziamo dalla divisione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. Questa cosa in concreto non riguarda i cittadini ma solo i magistrati. Viene scorporata dalla magistratura come la conosciamo oggi tutta la pubblica accusa, la quale viene in qualche modo assoggettata ad un indirizzo politico ed ad un controllo disciplinare sempre prevalentemente politico. L’autogoverno è in parte” sterilizzato” attraverso un sistema di nomine che tende a far prevalere la parte politica (si parla di un sorteggio degli eleggibili per la parte scelta dai magistrati negli organi di governo e di disciplina.. cosa tutta da studiare). Inoltre i magistrati potranno essere più facilmente trasferiti. Questa parte evidentemente interessa esclusivamente i magistrati e il rapporto tra poteri dello stato spostando un pochino la bilancia verso il potere politico. Per il semplice cittadino non cambierà assolutamente nulla. Per semplice cittadino intendo la stragrande maggioranza degli italiani per i quali i rapporti con la giustizia si limitano a problemi di natura civile, di assicurazioni, di rimborsi, di lavoro, di appalti e, se passiamo nel penale, sono le vittime di furti e rapine ed in certi casi di violenza. Diciamo in breve “i buoni” per distinguerli dai “i cattivi” che sono quelli che compiono reati, gli approfittatori, i truffatori, insomma una ridottissima minoranza del paese.
Passiamo ora all’azione penale che verrà indirizzata dalla politica. In pratica a valle di un codice penale che continua a definire i reati l’indirizzo politico suggerirà ai Pubblici Ministeri di occuparsi prevalentemente di questo e tralasciare quello sulla base probabilmente dell’onda emotiva di fatti o episodi contingenti. I reati minori probabilmente verranno in concreto legalizzati perché considerati “poco rilevanti”. Già oggi scippi e furti spesso non vengono neanche denunciati per le note difficoltà delle forze dell’ordine che non arrivano a tutto. In futuro probabilmente non verranno neppure perseguiti (una resa a tutti gli effetti nei confronti della microcriminalità). Si tratta in questo caso, evidentemente, di una riforma a favore dei “cattivi”, alla faccia dei semplici cittadini sempre più costretti ad arrangiarsi. Il fatto di concentrarsi sui “fatti importanti” fa sorgere immediatamente la domanda “importanti per chi ?”.
Passiamo ora all’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Questa norma parte dall’assunto che chi viene sottoposto a processo sia tendenzialmente sempre innocente e quindi il processo è un incidente dovuto all’imperizia del PM cha va ad imputare sempre le persone sbagliate. Questa cosa fa inoltre il paio con la responsabilità personale del magistrato che in genere oltre ad accusare la persona sbagliata (per pura cattiveria) la condanna anche ingiustamente ad una ingiusta detenzione. Sappiamo tutti benissimo che le cose non stanno così ! Stiamo sempre a lamentarci che nel nostro paese non si condanna mai nessuno.. che nessuno va mai in galera… e se ci va, esce subito ! Appare chiaro che l’assunto non è la posizione del semplice cittadino ma è quella del “reo”, del colpevole, che ovviamente si ritene sempre innocente e perseguitato. Si tratta quindi di innovazioni che trovano ampio consenso nel mondo criminale dove un “riequilibrio in favore della difesa” è certo visto di buon occhio. In concreto con l’idea di tutelare il cittadino accusato ingiustamente si interviene a tutela e a vantaggio dei responsabili di reati che si ritrovano con qualche possibilità in più di passarla liscia (e di chiedere pure i danni !). D’altro canto i cittadini accusati ingiustamente, che per fortuna sono un numero limitatissimo, non avranno nessun particolare giovamento anzi, i loro indennizzo oggi regolato dalla legge e garantito dallo Stato rischia di dover passare attraverso le pastoie di una causa civile contro la società di assicurazione (loro si avranno del lavoro in più).
In sintesi:
Chi ci rimette: i magistrati principalmente, le vittime dei reati non di interesse politico.
Chi ci guadagna: chi commette reati in genere ed in particolare chi commette quelli ritenuti di minore interesse, le compagnie di assicurazione, il potere esecutivo che indirizzerà l’azione della pubblica accusa.
In dubbio: i cittadini accusati ingiustamente, se assolti, potrebbero godere dell’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado. Va da se che se condannati ingiustamente nulla cambia potendosi arrivare (di errore in errore) a concludere sfavorevolmente tutti i gradi di giudizio. E questa è una riforma epocale della giustizia ?
Direbbe Totò : “Ma mi faccia il piacere !” Piuttosto è una vendetta, consumata a freddo a distanza di vent’anni, di una classe che, faticosamente sopravvissuta a tangentopoli, cerca oggi di affermare una superiorità ed una preminenza di un potere sugli altri, una visione medioevale del governo, un potere unitario – preferibilmente dinastico – che si perpetua in mano ad oligarchie economiche che aspirano a collocarsi al di sopra della legge.
Porca miseria, ci mancava solo il neo-feudalesimo …..
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