Promuovere salute pubblica. Insieme si può
di Giuseppina Bonaviri
E mentre nella provincia di Frosinone, in questa settimana, si sono rieletti gli organi direttivi dell’ordine dei medici (più in segno di autocelebrazione di un passato superbo per pochi nostalgici che passo avanti per un rinnovamento di progetti, donne, uomini ed idee) in Europa si assiste al compimento di un iter programmatico d’Azione dell’Unione in Materia di Salute che si propone di sostenere e aggiungere “ valore alle politiche degli Stati membri per migliorare la salute dei cittadini dell’Unione, ridurre le disuguaglianze in termini di salute incoraggiando il progresso in ambito sanitario e accrescendo la sostenibilità dei sistemi sanitari che proteggono dalle gravi minacce sanitarie transfrontaliere.”
Con una dotazione di circa 450 milioni di euro, il programma finanzierà azioni che mirano a: “promuovere la salute, prevenire le malattie ed incoraggiare ambienti favorevoli a stili di vita sani; individuare e sviluppare approcci coerenti e promuoverne l’attuazione per essere più preparati e coordinati sulle emergenze sanitarie; sostenere lo sviluppo di capacità in materia di sanità pubblica e la realizzazione di sistemi sanitari inediti; facilitare l’accesso a un’assistenza sanitaria migliore e più sicura; migliorare l’accesso alle competenze mediche e alle informazioni concernenti patologie specifiche su scala transnazionale; facilitare l’applicazione dei risultati della ricerca e sviluppare strumenti per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e la sicurezza dei pazienti anche attraverso azioni che contribuiscano a migliorare l’alfabetizzazione sanitaria”.
Allora, parlare di alfabetizzazione sanitaria vuol significare parlare di prevenzione e di luoghi innovativi dove l’accoglienza e la buona prassi fanno da padroni di casa cosa non facile dalle nostre parti considerati patti e piani sanitari oltre le marce o le proteste di qualche amministratore locale indignato. Le priorità che l’Ue chiede sono quelle che promuovono la salute prevenendo le malattie ed incoraggiando ambienti favorevoli a stili di vita sani tenuto conto che “la salute in tutte le politiche” fa uso di un potenziale scientifico rinnovato volto alla prevenzione e alla gestione delle principali malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, disturbi mentali. Identificare questi pilastri, integrandoli, sarebbe auspicabile anche nelle nostre aziende sanitarie.
Dunque siamo in grado di sviluppare, in Ciociaria, una visione generale su come (e dove) agire forme di diagnosi precoce che rappresentano “le azioni efficaci ed efficienti al miglioramento e al controllo delle malattie croniche con un diretto impatto sulla prevenzione e la riabilitazione delle stesse? ” Per identificare i criteri di utilizzo delle diagnosi precoci nell’organizzazione del sistema sanitario e per sviluppare piani di attuazione basati sull’analisi dei costi-benefici necessitiamo di approfondimenti e di discontinuità. Ciò anche al fine di fornire una pianificazioni sulle fasi dell’attuazione delle cosiddette strategie interterritoriali di screening, come gli attuali programmi europei raccomandano. Saremo in grado nei nostri territori di retroguardia, di sviluppare metodi rigorosamente scientifici per promuovere, ad esempio, semplicemente il reinserimento professionale di persone pre-fragili con patologie croniche e mentali migliorando la loro occupabilità? Saremo in grado di contribuire alla realizzazione di sistemi sanitari sostenibili in settori “collegati all’adesione alla cura, alle fragilità, alle cure integrate e alle patologie multi-croniche”? Queste azioni, se coordinate e mirate oltre alla valorizzazione e all’impiego di mezzi ad avanzata tecnologica, permetteranno la costruzione di Linee Guida locali per il miglioramento della gestione dei nostri pazienti e aiuteranno la messa in atto dell’uso trasparente dei dati medici che, oggi, appaiono fondamentali all’ottimizzazione dei sistemi di assistenza in rete.
Augurando al “neo-direttivo” dell’ordine dei medici provinciale un buon proseguimento vogliamo lanciare una sfida. A supporto del monitoraggio e della ricerca scientifica in tutti i settori della politica sanitaria provinciale, creando una Rete delle attività rilevanti con partners qualificati in ambito medico-tecnologico si supererà quella frammentazione di personalismi e di incarichi dirigenziali sanitari inutili e costosi, che nulla hanno a che fare con le progettualità qualificate in materia di best practice e di informazione sanitaria. L’obiettivo è quello di preparare la transizione verso un sistema sostenibile ed integrato per la salute pubblica e per l’innovazione medica possibile anche nel nostro capoluogo. Creando sinergie tra cittadini, politici, amministratori, tecnici del settore, scienziati, universitari, medici, personale para sanitario, esperti si potrà arrivare alla creazione di un lavoro corale che porterà Frosinone alla diretta partecipazione nell’ambito dell’attuale settenario europeo “Orizzonte 2020”.
Ci riusciremo oltre le caste e i singoli interessi?
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