Primarie a destra, primarie a sinistra ed intanto Grillo costruisce un muro alto mille metri
Non possiamo chiudere i rubinetti della critica. Non dobbiamo distrarci nella questione delle primarie come se fosse la novità delle novità. Non è più così. Forse, fare le primarie oggi è addirittura anacronistico, disarmante e poco conveniente. Fare le primarie non cambia nulla specie in questa fase politica assai critica. A sinistra Renzi e Bersani, a destra Berlusconi ed Alfano. Tutti i media si occupano a tempo pieno di queste questioni, tutti i partiti e quanto resta di loro ne parlano. Intanto Beppe Grillo lavora nel silenzio e nell’autonomia più completa ignorato e snobbato scandalosamente. Errore politico gravissimo Si rischia di fare delle primarie inutili che non cambieranno sostanzialmente nulla anche se vincessero gli outsider accorgendoci di aver lasciato il campo fertile al movimento cinque stelle. Non c’è nulla da fare. Alle posizioni del dissenso Grilliano, si contrappongono questioni vecchie, inutili, per nulla innovative che non propongono futuro a breve termine. La necessità di aprire a Grillo è una opportunità politica che non si può disconoscere bollandola come fenomeno da baraccone. La politica, per essere efficace ed efficiente, deve entrare nel merito di fenomenologie che, fondamentalmente descrivono il progressismo in qualunque veste esso si manifesti. Un “Grillo” a sinistra, oggi farebbe da collante ad una coalizione PD-M5S in grado di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento. L’area democratica se si pone come disposta a confrontarsi e ad ammettere di discutere del nuovo non smentisce sé stessa, altrimenti il muro che sta costruendo il dissenso del movimento cinque stelle diverrà insormontabile.
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