Nel nome della patrimoniale
di Fabio Agostini
In Italia, la necessita’ di assegnare le parole ad esclusivo uso di una parte politica, ha lasciato il paese fermo al dualismo di Peppone e Don Camillo dove, se parli di stato sociale (pensioni, istruzione, sanita’), se parli di un sistema impositivo equo, se parli di patrimoniale, allora sei un comunista da cui ben guardarsi; mentre se parli di liberalizzazioni vere e non quelle finte di Monti, se parli di privatizzazioni vere e non finte come quelle di Amato, se dici che tutto il casino sull’art.18 e’ solo un polverone inutile, allora sei necessariamente di destra o peggio ancora fascista.
In Italia e’ difficile se non impossibile immaginare che una persona possa condividere le idee dello stato sociale e di un sistema privato o di mercato che dir si voglia;
sembra impossibile che uno parli di patrimoniale o sistema impositivo equo ed economia libera. Se nella gran confusione nessuno se ne e’ ancora accorto, socialdemocrazia liberale, il pensiero del tanto acclamato quanto poi velocemente dimenticato Einaudi (Agosto del 2011), e’ proprio la coesistenza di queste idee.
Cosi’ come il pifferaio magico che suonando portava a spasso i topi, la politica Italiana di sinistra, meglio se estrema, usa la parola Patrimoniale per attirare voti, i voti di quelli che si riconoscono, piu’ per credo religioso che per altro, nel Peppone di cui sopra. Ed ecco che la parola patrimoniale e’, nei salotti della “sinistra moderata”, come l’Innominato del Manzoni, mentre viene sventolata del duo politico Vendola-Di Pietro.
Di questi sinistroidi Italiani io ho le mie riserve: Di Pietro ministro dei trasporti, Vendola braccio destro di Bertinotti, la sinistra in generale, sostenevano il governo Prodi del ’96, governo in cui il ministro degli interni era Napolitano, che non era stato eletto nel collegio uninominale ne’ in nessuno dei collegi proporzionali nei quali era candidato.
In Italia c’e’ d’aver paura dell’anti-democrazia piu’ che dell’anti-politica.
In generale poi, la sinistra Italiana, ha politiche economiche che, a mio avviso, sono piu’ di stampo ideologico e poco si addicono ad un modello di socialdemocrazia liberale che coniughi la necessita’ di uno stato sociale con la consapevolezza dell’esistenza di un libero mercato privato in settori non definibili sociali come tali.
Anche se non mi riconosco nella sinistra Italiana per via delle politiche economiche, la patrimoniale, dal punto di vista fiscale, e’ un’idea tanto nobile quanto condivisibile e da appoggiare. Tuttavia penso che il concetto di patrimoniale nella testa di queste persone sia concepito come: stante tutte le tasse attuali, colpisco il patrimonio di per se e non la rendita generata dal patrimonio; insomma una sorta di esproprio proporzionale con scorporo per utilizzare termini da legge elettorale Mattarella, tanto cara alla sinistra.
La tassazione di sinistra in Italia e’ tanto ideologica quanto dannosa e stupida: basta pensare alla tassa sul deposito titoli che colpisce e punisce piu’ il concetto di deposito titoli che non la rendita generata dalla ricchezza, in quanto e’ un importo fisso per scaglioni di importi. In altre parole piu’ hai e meno paghi.
La patrimoniale ha un senso se vista all’interno del sistema fiscale e non come un pezzo a se stante. L’introduzione della patrimoniale richiederebbe una revisitazione profonda del sistema fiscale incluso il sistema redistributivo.
In temini sintetici il sistema impositivo e’ fatto di tasse dirette che colpiscono reddito e patrimonio, e tasse indirette come l’IVA, le accise, i bolli, notoriamente inique perche’ incidono sulla parte del reddito destinato al consumo e non sul reddito per se. Argomentazioni a favore della patrimoniale sono il fatto che oggi, in Italia, il sistema fiscale e’ sbilanciato verso l’imposizione indiretta generando un carico fiscale iniquo. La patrimoniale andrebbe utilizzata per semplificare il sistema fiscale e per riequlibrare il gettito tra imposte dirette e indirette al fine di ridurre le seconde e redistribuire equamente il carico fiscale delle prime tra reddito e rendita generata dal patrimonio.
La patrimoniale ha un senso logico ed e’ giusta quando erode la rendita e non il valore di cio’ che produce la rendita. Il patrimonio, e quindi la ricchezza che produce rendita, puo’ esse costituito da attivita’ reali (immobili e terreni) o attivita’ finanziarie (titoli). L’IMU, di cui se ne fa un’uso distorto in quanto finanzia le spese dello Stato e non le spese sostenute per l’erogazione di servizi da parte dall’amministrazione dove l’immobile e’ ubicato, colpisce l’immobile in quanto tale, tassandolo simultaneamente sia come ricchezza sia come fruizione di servizi. L’IMU dovrebbe essere una tassa funzionale al federalismo e decentramento dello Stato, una tassa volta a finanziare gli organi governativi territoriali per l’erogazione dei servizi a livello locale e non volta a finanziare la spesa del governo centrale.
Una tassa sulla rendita da patrimonio dovrebbe adempiere la funzione di finanziare lo Stato: in tal senso reddito e rendita dovrebbero essere equiparati se non si vuole incorrere nel rischio che lo Stato si trasformi in un Robin Hood all’incontrario dove il povero finanzia il ricco. Le storture del sistema impositivo si riflettono poi sul sistema redistributivo se la rendita viene privilegiata rispetto al reddito.
In Italia di esempi ce ne sarebbero a migliaia, uno dei quali potrebbe essere il mio che da studente, negli anni ‘90, il cui reddito familiare era eccessivo per l’assegnazione di un posto camera dell’universita’, vedevo persone che dormivano alla casa dello studente con cellulari, avevano la loro auto, e vestivano con capi di abbigliamento che io neanche potevo sognare di comperarmi. Come diavolo era possibile che con mio padre pensionato, mia madre insegnante e la casa dove abitavamo di proprieta’ sulla quale pagavamo l’ISI – oggi IMU – eravamo considerati piu’ ricchi di quelli che io reputavo paperoni?
Era veramente tutto dovuto all’evasione? Certo, se sei un libero professionista e guadagni 100 ma ne dichiari 20 su cui paghi 2 di tasse, sei considerato “povero” perche’ il tuo guadagno e’ solo 20 e quindi ti viene assegnato l’alloggio anche se in realta’ paghi solo il 2% di tasse su quello che in realta’ guadagni: 5 volte tanto quello che dichiari. Tuttavia, sapendo che la ricchezza deriva dal reddito (anche se evaso), sapendo che la ricchezza e’ molto piu’ difficile nascondere, era chiaro come il sistema fiscale Italiano punisse il reddito ineludibile (pensione e lavoro dipendente) lasciando non solo impunita l’evasione, ma anche la rendita che da essa se ne generava.
La patrimoniale dovrebbe essere vista come una tassa che equipari la rendita al reddito: se lavoro e guadagno 30 mila euro l’anno e pagho il 35% di tasse perche’ se ho 3 milioni di euro in BOT o BTP che mi rendono l’1% (30 mila euro) ci devo pagare solo il 12,5%? e non solo, visto il fatto che non costituiscono reddito in base all’erogazione di servizi, magari ho pure l’ospedale gratis, l’alloggio per mio figlio studente, e cosi’ via.
Io si, sono per la patrimoniale, ma non intesa in senso punitivo: non devo punire il ricco perche’ e’ tale espropriandolo di quel che ha. La patrimoniale deve fare in modo che la rendita finanziaria e le altre rendite vengano sommate insieme ai redditi sui quali venga poi applicata l’aliquota fiscale e sui quali redditi piu’ rendite vengano poi stabiliti i criteri economici di erogazione dei servizi. Se cosi’ fosse, anche rimanendo impunita l’evasione sul reddito, non appena il reddito evaso si trasforma in ricchezza sarebbe soggetto a tassazione su patrimonio equiparato e reddio e quindi non piu’ ineludibile o soggetto a trattamento privilegiato. Se questa rivisitazione del sistema fiscale venisse posta in atto, si libererebbero risorse prevalentemente volte al consumo per via di una redistribuzione del carico fiscale tra fasce di reddito e rendita realmente percepita.
Tuttavia sono rassegnato al fatto che in Italia una vera socialdemocrazia liberale non esistera’ mai. La nostra politica di destra mai pensera’ ad una patrimoniale che equipari rendita a reddito perche’ e’ da comunisti cattivi, mentre coloro che gridano ad una tassa che colpisca il patrimonio sembrano essere piu’ interessati all’effetto pifferaio piuttosto che alla realizzazione dell’idea, visto che urlano patrimoniale come slogan di rivincita per le elezioni senza neanche dirci cosa intendono per patrimoniale, perche’ in realta’ neanche loro lo sanno.
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