Nani vivi, giganti morti
Fra oggi e domani si gioca la partita dello futuro europeo: Francia e Germania dovranno accordarsi con il buon senso. Ma non basterà recuperare un meccanismo di governo concordato dell’euro.Bisogna cambiare l’idea di Europa basata sulle rendite e proiettarla sui profitti produttivi. Bisogna diventare più ambiziosi, ma anche più rigorosi. A cominciare dal giudizio sulla politica e chi la rappresenta.
Dobbiamo avviare un grande cambiamento e nessuno deve ritenersi troppo piccolo per partecipare da protagonista. La sollecitazione del gruppo Innovatori Europei di avviare una costituente politica basata sui valori della competizione e della sostenibilità energetica potrebbe essere l’avvio di una reazione a catena.
Abbiamo bisogno di nani intraprendenti , perché i giganti sono ormai zavorra.
Siamo alla vigilia di un big bang della politica italiana, che per molti versi è già iniziata. In pochi giorni Berlusconi sembra preistoria e l’antiberlusconismo folklore.
Il tema che abbiamo dinanzi è tutto interno al brand degli Innovatori europei: competizione innovativa e nuova idea dell’Europa. Su questi temi l’offerta politica è inadeguata e inefficace. Contemporaneamente nel mondo si assiste ad un ” contagio”, come lo definisce Loretta Napoleoni (un nome che andrebbe contattato per la crescita politica del nuovo movimento) che porta i ceti produttivi e giovani a staccarsi dalle elites nazionali: primavera araba, risveglio russo, sollevazioni in Spagna e Grecia, irrequietezze inespresse italiane , persino la protesta di Occupy wall street, dimostrano che il bambino dell’innovazione è ormai cresciuto e i vecchi vestiti prudenziali e subordinati delle rispettive classi politiche non bastano più.
Sta crescendo un nuovo senso comune dove i termini competizione, sviluppo, collaborazione e disintermediazione stanno scavando nelle coscienze e nell’economia.
La risposta dei tecnici può essere un modo per guidare la transizione, ma non è un’approdo.
Il contenuto di questo processo è la riorganizzazione di un modello occidentale di vita in un pianeta che conta ormai almeno 5 miliardi di consumatori ambiziosi.
Sostenibilità, accesso, uso, non possesso, equilibrio e autonomia sono le categorie del nuovo.
In giro per l’italia si muovono varie forze carsiche: liste locali, leaders cittadini, comunità culturali, interessi economici alternativi.
Bisogna cominciare a federare il nuovo, proponendo occasioni di connessione e non di irreggimentazione.
Non un partito ma cento partiti attorno ad un’orizzonte: un nuovo modello di vita condivisa e competitiva.
Innovatori Europei, che con Sosrinnovabili ha lanciato il manifesto per un cantiere rinnovabile, che si propone come pretesto di questo processo potrebbe essere la pietra del Balilla.
La galassia professionale e imprenditoriale del mondo delle energie rinnovabili ormai da tempo ha maturata il bisogno di nuovi interlocutori istituzionali, e sopratutto di nuovi orizzonti strategici: non ci basta strappare qualche sussidio in più, l’energia deve diventare quello che l’auto è stata per la ricostruzione italiana alla fine degli anni ’50: un prodotto e un modello di comportamento sociale.
Il luogo e lo strumento per questo processo sono le città, le macchine più competitive del sistema Italia: il sistema delle autonomie locali deve impossessarsi dell’opporttunità tecnologica di poter gestire grandi settori come energia e comunicazione, sottraendolo ai giganti monopolisti.
Nelle città va fondata una nuova politica del fare e del pensare.
Proviamoci a pensarla. del resto come ci spiegano i movimenti delle donne: se non ora quando?
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