La competizione elettorale personalizzata
Spero che non si pensi di commettere lo stesso errore fatto in passato, quello di concentrare l’attenzione sulla competizione personalizzata, prima con Berlusconi, ora con Monti, sarebbe grave, sbagliare può essere umano ma perseverare credo veramente sia da “incapaci politici”.
Temo però che stia fatalmente accadendo, accodandoci passivamente alle esigenze delle trasmissioni televisive e radiofoniche delle reti Mediaset e Rai che, notoriamente devono parteggiare per il possibile vincitore per ottenerne dei vantaggi successivi, e alle esigenze giornalistiche che hanno interesse a alimentare commenti da gossip per vendere qualche copia in più piuttosto che gestire correttamente la condizione politica e il futuro economico, ma ancor di più quello sociale di questo, sempre più sgangherato, paese.
La verità è che non stiamo parlando ai cittadini del progetto futuro per l’Italia, di chi ad esempio indichiamo per la poltrona del Quirinale, per dare continuità alla Presidenza attuale di Napoletano, non stiamo parlando di come si intende uscire dalla situazione di disoccupazione sempre più pericolosa per la contrapposizione e conflitto sociale che rischia il paese, non stiamo parlando ai ceti sociali una volta considerati il “ceto medio” ipotizzando ad esempio le possibili soluzioni per ritornare ai piccoli esercizi commerciali evitando i grandi centri commerciali che, come si è visto sono gestiti spesso dalla malavita che dispone di ingenti somme economiche e che attraverso questi centri può disporre di ulteriori economie cash, non si capisce cosa stiamo proponendo per i piccoli artigiani che subiscono sempre più le condizioni capestro degli istituti di credito e sono costretti a pagare, per conservare il lavoro ad affermare che “senza il nero” non si sopravvive giustificando in questo modo l’evasione fiscale, non comprendendo che proprio questo è l’obiettivo dei poteri forti, ovvero, costringere tutti ad essere evasori per giustificare le proprie responsabilità.
Non capisco ad esempio perché nessuno apre bocca sull’unica capacità industriale del nostro paese di uscire dalla crisi mettendo a disposizione della cultura e del turismo somme di investimento che possano garantire al paese incassi di valuta estera proponendo soluzioni di intrattenimento ben programmate e di effetto nei nostri centri storici e nelle città d’arte che, nel nostro paese certamente non mancano.
E’ di destra questo ragionamento?
Forse, ma se questo discorso è di destra che si dica almeno qualcosa di sinistra, ovvero alla “classe operaia” come promettiamo di rilanciare il mercato dell’auto?
Di sostenere Marchionne e la famiglia Agnelli per investimenti in America o in Russia?
I russi nuovi ricchi stanno comprando il nostro paese come i cinesi stanno acquistando tutti i piccoli esercizi commerciali nelle nostre città, lungi da me il pensiero razzista, ben vengano investimenti stranieri in Italia, ma anche questo deve essere oggetto di programmazione e di organizzazione delle nostre città, altrimenti corriamo il rischio di veder espatriare i vecchi proprietari con i pochi fondi ricavati dalle cessioni degli esercizi stessi.
Un dibattito su queste questioni credo indispensabile ad evitare di contribuire alla pubblicità di Berlusconi e di Monti, errori del passato ma sempre a rischio presente.
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