Europa, ultima sponda per un nuovo modello di sviluppo per l’ isola d’ Ischia
di Giuseppe Mazzella
Dal 2014 al 2020 l’ Italia potrà spendere 100 miliardi di euro, una cifra enorme, data dall’ Unione Europea per migliorare o costruire infrastrutture, servizi, attività turistiche. Secondo tutti gli osservatori questa è l’ ultima occasione che l’ Unione Europea ,attraverso i “ fondi strutturali”, concede all’ Italia. E’ una occasione da non perdere.
Dopo la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno nel 1992 i fondi europei sono stati la principale fonte per sostenere lo sviluppo nel Sud e molto spesso sono stati spesi male o addirittura non spesi perché o non si è trovato il “ cofinanziamento” dello Stato o della Regione o le Regioni ed i Comuni non hanno saputo approntare progetti finanziabili.
Ci sono ancora 30 miliardi di euro da impegnare entro il 2013 e da spendere entro il 2015 del precedente piano comunitario 2007-2013 ed il rischio che vadano perduti o impegnati in malo modo senza tener conto degli “ investimenti sociali” è stato sottolineato da Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, in un intervento apparso domenica 1 settembre 2013 su “ Il Sole-24 Ore” ( “ Per i fondi EU definire le priorità”). Il Governo si sta attrezzando: già il Presidente del Consiglio sen. Mario Monti con il suo gabinetto “ tecnico” aveva istituito un apposito Ministero affidato ad un grande esperto dello “ sviluppo locale, Fabrizio Barca, dal nome significativo: “ Ministero per la Coesione Territoriale”. Il Ministero, con la stessa denominazione, è stato affidato dal neo Presidente del Consiglio, on. Enrico Letta, al prof. Carlo Trigilia, convinto sostenitore dello “ sviluppo locale” e dell’ “ autopropulsione dei sistemi locali di sviluppo”.
Il 26 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro Trigilia, l’ istituzione dell’ Agenzia per la Coesione Territoriale per “ il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e interventi della politica di coesione nonché per il sostegno e l’ assistenza alle amministrazioni che gestiscono programmi europei e nazionali sia con iniziative di formazione del personale delle amministrazioni interessate sia anche interventi per l’ accelerazione e la realizzazione dei programmi”.
L’ Agenzia, il cui statuto dovrà essere emanato entro il 1 marzo 2014 con decreto del Presidente della Repubblica, potrà in alcuni casi bene definiti – spiega lo stesso Ministero nel comunicato stampa ufficiale – e su indicazione del Ministro anche svolgere compiti diretti di autorità di gestione tanto per progetti sperimentali quanto nell’ ipotesi di “ gravi inadempienze e ritardi di alcune autorità di gestione dei programmi nei riguardi dei quali può assumere poteri sostitutivi”.
L’ Agenzia per la Coesione Territoriale si va a configurare da un lato, come necessario coordinamento fra i progetti delle Regioni italiane e delle centinaia di Comuni questo – mi pare di capire – ad evitare che il nuovo programma europeo di sostegno faccia la fine dei Patti Territoriali degli anni ‘ 90 che fallirono perché centinaia di Comuni presentarono progetti faraonici ed interamente finanziati dal danaro pubblico tali da configurare la nascita di un impossibile giardino dell’ Eden; dall’ altro l’ Agenzia deve essere chiamata al ruolo “ sostitutivo” nei confronti di quelle Regioni e di quei Comuni che per “ gravi inadempienze” non sono capaci di redigere progetti, pur avendone bisogno, per incapacità delle loro classi dirigenti e delle loro strutture amministrative.
Il prof. Mariano D’ Antonio, noto ed apprezzato meridionalista che ha maturato anche dirette esperienze di governo locale sia al Comune di Napoli, negli anni ‘ 70, sia alla Regione Campania, negli anni 2000, come assessore, ha commentato su “ La Repubblica-Napoli” di sabato 30 agosto 2013 l’ istituzione dell’ Agenzia vista con scetticismo alla luce degli ultimi 15 anni di politiche europee di sostegno in cui le Regioni hanno speso malissimo queste risorse.
D’ Antonio – che è già intervenuto molte volte sulla necessità per le Regioni ed i Comuni di allestire idonei “ Uffici Tecnici per i fondi europei” per redigere ed approvare buone iniziative con vaste proiezioni di buona redditività economica evitando i miniprogetti e concentrandosi invece sui grandi progetti – sostiene che l’ Agenzia deve effettivamente sostituirsi alle Regioni, completamente, se queste sono inadempienti e dovrà tener conto anche degli aspetti gestionali dell’ opera realizzata cioè “ chi pagherà per la sua successiva manutenzione e gestione”.
Qui nell’ isola d’ Ischia abbiamo esempi vistosi di opere pubbliche realizzate con fondi europei e che oggi sono chiuse o rischiano la chiusura proprio per i problemi di gestione ( chiusa la Biblioteca Antoniana di Ischia, chiuso l’ Osservatorio Geofisico di Casamicciola, in via di chiusura e comunque al centro di una polemica per lo spreco di risorse successive della Regione Campania e della Provincia di Napoli della Villa La Colombaia di Forio).
Il prof. D’ Antonio sottolinea anche che le Amministrazioni Locali del Mezzogiorno non avendo “ uffici tecnici attrezzati” “ sono diventate ostaggio di grandi imprese di costruzioni che con i loro tecnici hanno premuto per realizzare progetti smisurati, costosi e di dubbia utilità”. D’ Antonio propone quindi di “ cambiare l’ approccio perché i fondi scarseggiano o, come si dice a Napoli, l’ acqua è poca e la papera non galleggia”.
L’ occasione quindi del programma europeo di sostegno rappresenta l’ ultima sponda per progettare ed attuare un nuovo modello di sviluppo per l’ isola d’ Ischia che dia ordine e razionalità ad una economia turistica complessa che vuole massimizzare tutti i segmenti (termale,balneare,culturale,giovanile,congressuale,enogastronomico,agricolo etc.) dove sono presenti 3mila imprese private di tutti i settori- dall’ alberghiero al commercio ed ai servizi – con una forza sociale di almeno 13mila lavoratori stagionali di cui almeno 2mila extracomunitari ma circa 4mila in perenne “ disoccupazione giovanile e di donne di oltre 30 anni ) con una popolazione complessiva di circa 60mila abitanti ed una popolazione scolastica delle superiori di 3200 alunni, con sei Comuni, 6 sindaci, un centinaio di consiglieri comunali con 200-300 dipendenti comunali, 8 società pubbliche di servizi cosiddette “ partecipate” dei Comuni, una decina di concessionari regionali e comunali, pubblici e privati, gestori di “ approdi turistici” con – buon ultimo – un sistema dei trasporti pubblici , terrestri e marittimi, assolutamente inadeguato con macroscopiche carenze. Lo sviluppo urbanistico ed economico risulta “ squilibrato” fra le varie località “ spezzettate” in sei Comuni che hanno sei piani regolatori “ comunali adottati” ma non solo obsoleti – risalgono al 1973! – addirittura mai messi in esecuzione perché è sopraggiunto nel 1995 un Piano Urbanistico Territoriale ( PUT) del Ministero dei Beni Culturali “ sovraordinato” rispetto ai sei PRG. Nessuno dei sei Comuni ha redatto un Piano Comunale di Recupero per gli immobili dismessi e Casamicciola, che è l’ area in declino industriale, presenta almeno 100mila mc. da riutilizzare soprattutto con il fatiscente complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia ed il bacino idro-termale di La Rita.
L’isola d’ Ischia appare esempio paradigmatico di tutte quelle deficienze illustrate con scienza ed esperienza dal prof. Mariano D’ Antonio.
Per la “ Coesione e lo sviluppo nell’ isola d’ Ischia” con l’ esame delle opportunità della programmazione comunitaria 20014-2020, l’ Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’ isola d’ Ischia ( OSIS), la Banca per le Risorse Immateriali ( BRI), il Magazine IschiaNews & Eventi ed il neonato Distretto Turistico Isola Verde hanno organizzato per martedì 17 settembre 2013 con inizio alle ore 18.30 nella casina Gingerò in Villa Arbusto a Lacco Ameno un convegno-seminario di riflessione intorno al libro di Carlo Borgomeo “ L’ equivoco del Sud” con la partecipazione dell’ autore, e dell’ assessore regionale al turismo della Campania, Pasquale Sommese.
Sono invitati i sindaci dell’ isola ed i rappresentanti delle forze politiche,sociali,economiche e culturali; gli amministratori pubblici ed i dirigenti e funzionari della Pubblica Amministrazione.
Il libro di Borgomeo acquista un valore “ rivoluzionario” per un’analisi assolutamente fuori tendenza dei mali del Sud proponendo soluzioni concrete ed un radicale cambiamento di mentalità dei meridionali. Forse per estrema provocazione Borgomeo sceglie un tratto di uno scritto di Giorgio Ceriani Sebregondi ( 1916-1958), giovane meridionalista cattolico morto prematuramente a 41 anni ed ingiustamente dimenticato,per l’ epigrafe del suo libro:
“ … evitare di cadere nell’ errore di chi, trovandosi di fronte ad un albero che dà pochi frutti, invece di provvedere a curare la malattia dell’ albero, provvedesse ad appendere dei frutti sui suoi rami”.
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