Dalla Global Infrastructure Initiative del G20 alla European Infrastructure Initiative italiana?
Nel comunicato finale diffuso al termine dell’incontro dei G20 di ieri in Australia si è ribadito che “la crescita economica globale resta incerta e al di sotto del ritmo necessario a generare i posti di lavoro necessari, nonostante le condizioni economiche siano migliorate”.
Per combattere questa transizione difficilissima, i ministri delle Finanze dei Paesi del G20 si sono impegnati a lanciare differenti iniziative mirate all’obiettivo di una crescita del Pil del 2% a livello mondiale nei prossimi cinque anni, puntando decisamente sugli investimenti nelle infrastrutture con il lancio della “Global Infrastructure Initiative”.
Per gli Innovatori Europei, che a Giugno scorso dalla sede del Partito Democratico proposero al governo Renzi la istituzione di un Osservatorio Europeo per le Infrastrutture e la Logistica Mediterranee, questa è una notizia davvero importante e attesa da tempo.
Essa essenzialmente ribadisce che una ripresa della economia mondiale, ed europea, passerà necessariamente da un rilancio degli investimenti infrastrutturali materiali e immateriali.
L’Italia ha ancora tre mesi davanti per prendere la leadership politica in Europa proprio attorno a questo tema, lanciando una European Infrastructure Initiative con la istituzione in Italia di una Agenzia per lo sviluppo infrastrutturale europeo e mediterraneo.
Il nostro auspicio è che tutto il Partito Democratico e il Partito Socialista Europeo stimolino il Premier Matteo Renzi (presidente di turno dell’Unione Europea) per raggiungere questo importante goal, da cui potrà ripartire effettivamente la fase due delle politiche europee per la crescita dell’economia reale del continente.
Roma, 22 settembre 2014
Gli Innovatori Europei
Non c’è un minuto da perdere su ulteriori disquisizioni per costituire una Agenzia per lo sviluppo infrastrutturale europeo. In termini di priorità occorre puntare alla costruzione del Ponte sullo Stretto per rilanciare il lavoro, i commerci, la pace fra le Nazioni del Mediterraneo. A tal fine una penetrante campagna di informazione dia fiducia e garanzie al reclutamento di capitali privati nell’ambito di un partenariato pubblico privato. Appare decisivo il suggerimento di far gravare la quota a carico dello Stato (1500 milioni circa) in termini di credito d’imposta a favore del general contractor, altro punto caratterizzante, decisivo che la preserva da operazioni illecite. Questa megastruttura darà finalmente corpo alla coesione territoriale dell’Italia, sempre fallita dall’unificazione in poi.