Alberto Forchielli: “Bisogna evacuare i giovani dall’Italia”
Intervista ad Alberto Forchielli su Oblog
Eh? Come Alberto, in che senso? “È così. Va fatta una nuova Arca di Noè per salvarli prima che qui marciscano.”
Cosa intendi? “Le generazioni precedenti hanno fregato i giovani e continuano a farlo. Renzi non lo dice. Non può dirlo.”
Renzi cosa non dice? “Che la ripresa dell’Italia non c’è e non ci sarà. Da una parte abbiamo un welfare oppressivo, un debito stratosferico e una burocrazia folle, dall’altra parte la maggioranza dei giovani ha in mente di fare il calciatore e la velina.”
È un problema geopolitico e sociale? “Questi bambini al governo non hanno idea delle sfide geopolitiche che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni e che con ogni probabilità saranno amplificate dalle imprevedibili conseguenze dell’effetto serra. Parlo di emigrazioni, inondazioni, siccità, aumento dei prezzi alimentari, carestie e guerre. L’Italia è in prima linea e ’sti cretinetti al governo, per guadagnare voti, cavalcano il buonismo e l’ignoranza della cittadinanza in tema di politica estera e tagliano sulla difesa il cui budget è largamente insufficiente da anni. Ma ricordo che l’altro ieri, nel 1999, abbiamo dovuto supplicare Clinton per far sloggiare Milosevic perché la Nato e l’Unione europea non erano in grado di farlo. Quindici anni dopo siamo ancora meno equipaggiati e la situazione internazionale è molto più esplosiva. Per completare il quadro, nessuno in Europa ha la bacchetta magica per rimettere in sesto la baracca e far ripartire un continente vecchio che da troppo tempo ha perso la rilevanza economica, politica e militare e che finirà con l’essere un gigantesco ospizio controllato da extra-comunitari, dopo che i ragazzi bravi saranno emigrati e i delinquenti scappati. E gli Usa – tra Congresso e opinione pubblica – dopo tante batoste, errori, soldi e vite umane sprecate, sono giustamente diventati isolazionisti. Inoltre non hanno più risorse per intervenire ovunque e devono concentrarsi sull’Asia. Invece, a livello socio-economico, bisogna ragionare sul concetto di lavorare di più e meglio, ma vai a spiegare il concetto di sacrificio a questa Italia.”
Alberto, dipingi un quadro dalle tinte foschissime. “Nel medio termine la situazione è questa. L’industria manifatturiera con la crisi ha perso fatturato e il 25% della forza lavoro. La Pubblica amministrazione è destinata a compiere lo stesso percorso. Il settore dei servizi altrettanto: vedi il mondo bancario che per un fattore fisiologico sta attraversando un passaggio epocale inarrestabile. Dalla filiale-presidio del territorio, che un tempo era la forza di ogni banca e che oggi è un conto in perdita, si passa all’internet banking, con la conseguenza inevitabile che almeno 1.500 sportelli verranno chiusi nel giro di poco tempo e con i relativi bancari che andranno ricollocati chissà dove.”
A occhio e croce non significa solo disoccupazione. Giusto? “Vuole dire minore creazione di ricchezza e basse entrate fiscali da parte dello Stato e vuole dire che non riparte il processo del credito. In sintesi, è un casino. D’altronde, a livello mondiale, non può che essere così: dalle materie prime a internet, dalle biotecnologie agli smartphone fino alle tv a led. I grandi filoni della crescita planetaria degli ultimi anni sono transitati altrove, tra Usa, Cina e India, non certo in Italia.”
Il turismo può salvarci? “Potremmo essere forti nel turismo, anche se a livello mondiale sta attraversando una fase statica. Ma il turismo in Italia vale solo il 4% del PIL e farlo arrivare al 40%, come invece servirebbe, è impossibile. Poteva essere interessante il filone delle seconde case per i ricchi stranieri, come avviene in altri Paesi. Tutti loro però sono terrorizzati dalla nostra burocrazia. Per non parlare dei turisti stranieri che hanno avuto la sventura di entrare in un pronto soccorso italiano. Dopo un’esperienza simile nessuno torna più in Italia.”
Quindi? “Dobbiamo pensare ai giovani. Cercare di salvare almeno loro. Non mi riferisco tanto ai talenti. Chi ha talento, alla fine, se la cava, si arrangia. Mi riferisco a chi sa fare cose concrete. Pizzaioli, potatori, marinai, bagnini, idraulici. Nel mondo serve gente che sappia fare. Un avvocato o un giornalista italiano, in Australia, non lo fanno neanche entrare. Ragazzi, imparate a fare la pizza o a potare le piante e poi via, andate all’estero. Il mondo vi accoglierà a braccia aperte.”
Insomma, la parola d’ordine è evacuare.
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