LIBERTA’, MOBILITA’, NATALITA’
di Alessandro Chiozzi – IE Milano
Lunedì sera a Milano Enrico Letta ha tenuto un incontro con sostenitori e curiosi per parlare della sua candidatura e della sua idea di Partito Democratico.
L’intervento, oltre ai dettagli di carattere organizzativo e ai commenti su Regole, forma partito ecc., ha avuto un taglio prevalentemente di contenuti, incentrato sul “manifesto” scelto da Letta per la sua campagna: “Libertà, Mobilità, Natalità”.
Letta ha spiegato perchè sono state scelte queste 3 parole, dicendo ad esempio che lo slogan Libertà è stato regalato al Centro Destra, che ne ha diffuso la sua interpretazione di “arbitrio”; che la Natalità non è un tema solamente di matrice cattolica e un paese che non investe sui figli non ha futuro; che si riscontrano sempre più difficoltà di Mobilità, fisica ma anche e soprattutto sociale. (per approfondimenti, www.enricoletta.it )
L’aspetto a mio avviso più interessante è stato l’invito rivolto alla platea di “DECLINARE” le 3 parole, secondo le numerose accezioni che termini così “ampi” possono assumere.
Ne sono scaturiti interessanti interventi legati a contenuti di rilievo sociale, economico, politico, lasciando poco spazio al “gossip politico”.
Mi piacerebbe replicare quanto avvenuto a Milano, invitando tutti Voi di I.E. a commentare lo slogan di Letta e dare una declinazione alle 3 Parole. Oltre ad essere un pretesto per far emergere nuove idee, credo sia il modo migliore per cominciare a sostenere la candidatura di Letta, così come questo Gruppo ha manifestato di voler fare.
Personalmente non ho molta simpatia per gli slogan e la retorica in genere. Credo tuttavia che Letta, dovendo dare in poco tempo un’immagine chiara e forte di quello che vuole essere il suo impegno per il futuro Partito, abbia scelto una buona formula, con un vocabolario NON tipicamente di Sinistra (come eguaglianza, giustizia sociale, ambiente, pace ecc.), trasmettendo implicitamente una MISSION importante per il PD: riappropriarsi di valori e temi, in parte “perduti” nel corso del tempo, a noi tutti molto cari e soprattutto fondamentali per costruire un Partito forte e coeso.
Pensando a Libertà, Mobilità, e Natalità, mi vengono in mente immediatamente Europa e Lavoro (questa, dunque, la mia “declinazione”).
Molte delle nostre Libertà sono sempre più legate all’Europa (Europa Politica); la nostra Mobilità, fisica e sociale/lavorativa, non può che essere intesa in un ottica di confini europei (Europa Geografica); e in una uniformità europea (Europa Sociale) sono da intendersi tutte le questioni legate alla natalità, alle politiche per la famiglia, alla crescita e al flusso demografico.
L’ ”Europeismo”, cavallo di battaglia del Centro-Sinistra, è stato lasciato in pasto alla propaganda politica e alle operazioni speculative di Bossi e Berlusconi (vedi Euro), fino a diventare quasi un qualcosa di cui è meglio non parlare, per non rischiare ripercussioni negative nei consensi. Il Partito Democratico dovrà essere, a mio avviso, europeista convinto e forte abbastanza da difendere e promuovere l’Unione Europea nella buona e nella cattiva sorte.
Ma è il tema del Lavoro quello che in assoluto legherei di più ad un discorso di Libertà, Mobilità e Natalità, ed è anche il campo in cui il Partito Democratico dovrà dimostrasi veramente innovatore e capace di trovare soluzioni socialmente ottimali; ma sopratutto dove misurerà la sua indipendenza dalle ormai superate concezioni sindacaliste, nonché dal ricatto della sinistra estrema (a cui normalmente segue la “derisione” da parte degli avversari politici).
Abbiamo un mercato del lavoro, diviso tra Serie A (tanti diritti) e Serie B (poche prospettive), che non garantisce la Libertà di affermarsi secondo il proprio talento; dove la Mobilità, sia economico-sociale sia fisica, è pressoché inesistente o veramente difficile.
Un amico inglese, in Italia da 2 anni, ha definito semplicemente “crazy” un paese dove trovi gente (di diverse età) che va a lavoro in giacca e cravatta e guadagna 1.000€ al mese, con un affitto di 500/600€…..vogliamo parlare di Natalità?
Un Saluto,
Alessandro Chiozzi
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