CONSIDERAZIONI SULL’EUROPA
Una riforma federalista che si doveva fare prima di allargare l’Europa comunitaria.
di Riccardo Sani
Parte di politici ed di attenti osservatori del processo di integrazione politica dell’Europa ritiene che l’allargamento dell’Unione Europea non sia efficaciemente realizzabile con le attuali istituzioni, assolutamente carenti nelle competenze e quindi inutile se non controproducente per una vera integrazione politica.
In effetti , se non vogliamo usare volutamente il paraocchi, organi e meccanismi decisionali, già oggi in difficoltà, impostati per governare allora “un’Europa a SEI” non possono correttamente funzionare per un organizzazione con 27 stati membri.
Le istituzioni dell’Unione sono già del tutto incapaci di gestire i problemi che devono affrontare, specie in politica estera ed armonizzazione fiscale, e che, con l’avvento dell’EURO, sono aumentati in modo esponenziale !
I numerosi incontri al vertice dei massimi esponenti istituzionali europei, per concordare sulla ormai da tempo superata proposta intergovernativa di Giscard d’Estaing, non avevano partorito nulla di risolutorio per rimediare a tutto ciò. Dopo la bocciatura di Olanda e Francia il panorama era decisamente nero.
Le riunioni successive sono sfociate nel concordato di Lisbona, ora all’approvazione dei singoli stati europei, avevano sollevato molte aspettative ma purtroppo nell’ambiente aleggiava chiaramente lo scontro fra spirito e concetto intergovernativo e spirito e concetto federalista. Ed anche questa volta il risultato è demoralizzante in quanto lo spirito intergovernativo ha vinto ancora.
In realtà politica estera ed interna imporrebbero fin da ora e con estrema urgenza di fare fronte al deficit democratico che l’Unione Europea presenta ! Un Parlamento europeo con reali competenze legislative, una Commissione europea, eletta dal Parlamento, trasformata in un vero governo esecutivo, un Consiglio dei ministri, attuale rappresentante della più deprimente situazione intergovernativa, strutturato come un Senato della Federazione, sono necessari come il pane quotidiano .
L’evidenza del deficit democratico è tale da dispensare di fornire qualsiasi prova in merito ed è facile affermare che la situazione di stallo è da addebitare ai politici europei di vertice, gelosi detentori e conservatori dei loro egoismi e poteri nazionali, e non certo alla popolazione europea.
Occorre pure sottolineare che accanto alla mancanza di una vera visione strategica da parte dei massimi esponenti politici dei vari paesi esiste una sorda e tenace resistenza da parte delle burocrazie degli stati nazionali che dopo la moneta unica non vogliono perdere altre fette di sovranità a favore di Bruxelles.
D’altra parte la moneta unica contiene in sè un enorme potenziale acceleratore del processo di riorganizzazione delle realtà economiche europee per quanto riguarda i criteri di maggiore concorrenza e di superamento dei monopoli nazionali.
Purtroppo questo potenziale è stato limitato dalla lentezza con la quale si muovono i singoli Governi che considerano ancora alcuni settori “di importanza strategica”, in un panorama che è ormai completamente diverso. Se a tutto ciò aggiungiamo l’incapacità a risolvere i temi del welfare che servono per procedere ad una ricollocazione delle risorse di capitale e lavoro in settori con maggiore produttività, ecco chiarita una ulteriore limitazione del potenziale EURO.
Occorreva quindi impegnarsi una buona volta sulla strada che porta all’allargamento ma facendola precedere da una proposta di riforma istituzionale di carattere federalista dell’Unione che permetta di funzionare poi nel nuovo contesto !
Molti se ne rendono conto ma pochi sono coscienti dell’importanza della posta in gioco, specie fra le file di molte formazioni politiche . Purtroppo il lieder Veltroni appare pressochè insensibile al problema. Berlusconi lo era ancor più in precedenza.
E’ essenziale rendersi conto che il sistema intergovernativo attualmente operante è giunto al capolinea e ci si trova volente o nolente , davanti alla necessità di un salto di qualità finale che è quello del trasferimento della sovranità, per un certo numero di competenze, dagli stati-nazione ad una Federazione Europea.
Non esito a dire che ciò è l’unica condizione per evitare il rischio della dissoluzione di quanto già costruito, tenendo anche conto che la globalizzazione sta svuotando progressivamente questi stati europei di molti poteri. Sarebbe ridicolo da parte dei governi un arroccamento su sovranità nazionali ormai irreversibilmente destinate ad una forte limitazione in presenza della situazione mondiale. Bene pubblico, tutela della sicurezza, benessere e dignità nell’ambito internazionale impongono il salto di qualità.
Bisogna difendere il primato della politica ma ristabilendola in un contesto europeo affinchè essa non sia soltanto una vuota parola.
Tutto questo non comporta la perdita di valori linguistici, culturali e morali.
Al contrario questi trarrebbero vigore dal fatto che verrebbero sostenuti in un ambiente politico stabile all’interno europeo e forte nei rapporti internazionali.
Mi pare quindi logico affermare che tutto ciò non sia concepibile nell’ambito di un semplice allargamento dell’Unione e potrebbe realizzarsi solo in un ambito dove il grado di interdipendenza sia forte e la maturità di un opinione pubblica, grazie all’esperienza fin troppo lunga del processo di integrazione, sia maggiore. Perciò una ipotesi logica e proponibile ancora appare quella che solo i paesi che lo desiderano potrebbero formare il nucleo federale all’interno dell’Unione, a partire dal quale si svilupperebbe poi probabilmente una grande federazione che comprenda gli altri paesi. Ricordiamo a proposito la storia degli Stati Uniti d’America ed il progetto per la creazione di un primo nucleo duro aperto poi a tutti dell’ex presidente della Germania Kohl.
Nb: Giunge ora la notizia della bocciatura del Trattato di Lisbona da parte dell’Irlanda !!!
Questo è il risultato di avere volutamente ignorato il popolo europeo e non avere voluto proporre una autentica Costituzione federale dell’Europa da parte dei primi ministri di questi superatissimi staterelli europei e dalla grande maggioranza dei vertici dei partiti che vivono ancora nella miseria intellettuale e culturale di un egoismo di potere nazionalista che ci condanna all’impotenza nel mondo !!!
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