In Russia, cresce il movimento ambientalista
di Massimo Preziuso
Torno oggi da una intensa settimana passata in Russia, dove sono stato invitato a parlare di politiche energetiche sulle rinnovabili in Italia e in Europa.
Ne torno molto contento. Ho conosciuto una Russia cambiata e cresciuta da un punto di vista di “social awareness” e questo mi ha fatto molto piacere.
Ho parlato ad una platea di giovani studenti universitari e professionisti, impegnati nel mondo dell’ecologia e dell’ambiente con il movimento green ECA Planet (il cui motto è “Ambientalista – Bello – Alternativo”), di Innovatori Europei e di quello che accade in Italia, facendone un caso di studio europeo, per concludere con alcuni suggerimenti alla Russia su quello che “non deve fare” per sviluppare, all’interno di un contesto molto diverso rispetto al nostro, una industria verde.
Ho voluto soprattutto comunicare il fatto che le politiche su settori in fase di crescita e carichi di innovazione – come quello energetico – vanno fatte con la piena approvazione della politica e della cittadinanza e che non possono permettersi “stop and go”.
Ovvero che è importante prima di tutto avere una cultura ambientalista, e che questa non nasce se non attraverso una formazione ambientalista. E’ questo che ho suggerito nella media conference internazionale ai giornalisti che ci chiedevano “come sviluppare l’industria green russa”. Ho detto che, “laddove un Paese fa degli utili provenienti dall’Oil & Gas una principale voce di bilancio, si puo’ diventare certamente green, ma nel lungo periodo, e partendo proprio dall’education e da movimenti come ECA”.
Nonostante il mio approccio critico, sono stato contento di ricevere diversi feedback e commenti, oltre a diverse richieste di collaborazione con l’Italia (ho parlato anche di un interessante Master, che si chiama Emerges, che Luiss Business School sta avviando, invitando giovani professionisti russi a parteciparvi).
Molti piccoli imprenditori green mi hanno detto di voler collaborare e crescere con le nostre aziende del settore. Alcuni producono ottima frutta organica, altri accumulatori di energia prodotta da solare termico residenziale o progetti immobiliari 100% ecologici.
Sono poi andato a visitare gli importanti progetti immobiliari che si stanno realizzando vicino Sochi – che sarà sede delle Olimpiadi invernali nel 2014 – e ho visto un’area che si sta trasformando e diventando rapidamente una bellissima località turistica di tipo europeo.
Differentemente da quello che molti europei possono immaginare, sembra proprio che la Russia guardi l’Europa quale modello di riferimento e migliore partner possibile per innovare il proprio Paese.
Non solo perché il nostro continente è patria di innovazione di frontiera su diverse tematiche (come quella ambientale) ma anche perché, nei fatti, ha moltissime similitudini con la Russia (basta girare per la regione del Caucaso per riconoscerne panorami, climi e cultura mediterranei).
Sarebbe allora bello vedere il nostro Paese accelerare nella collaborazione con le avanguardie culturali russe, come quello di ECA Planet.
Anche con iniziative politiche, oltre che di business. E anche perché da queste collaborazioni si potrebbe trarre anche lezioni interessanti.
Ad esempio, come si realizzano (in Russia) summer camps con centinaia di giovanissimi appassionati di ambiente e come si portano a termine in pochi mesi campagne per piantare 1 milione di alberi in tutto il paese grazie al lavoro di migliaia di scuole in tutto il Paese.
E allora, confrontiamoci con Paesi che sembrano diversi da noi – ma non lo sono – e cresciamo insieme a loro.
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