Il Partito Democratico e la Visione di una “Green Economy and Society”
Ieri ho partecipato al Convegno di presentazione della Candidatura di Pierluigi Bersani alla Segreteria del PD, ed andrò ad ascoltare Franceschini.
Ed ecco le mie prime e schiette riflessioni.
Bersani rappresenta, a mio avviso, il “giusto” Segretario del PD per questa Fase della politica italiana.
E’ politico preparato, di forte esperienza (in particolare è stato un serio Ministro dello Sviluppo economico), viene da esperienze politiche forti nei territori (Presidente della Regione Emilia Romagna).
Ha messo in piedi una squadra di altissimo livello, coordinata dall’ottimo Gianni Pittella, attorno alla quale si intravedono importanti figure di riferimento (come Massimo D’Alema, Enrico Letta, Rosy Bindi).
Ottimi i riferimenti all’esperienza Ulivista, ed ottima la volontà di rendere il PD un Partito Popolare, ed ottimo il riferimento alla necessità di dare spazio ad una intera generazione politica che “già esiste” e che “va riconosciuta”.
Non ho però sentito la definizione di un Tema Trainante che possa portare il PD ed il Paese fuori da questa lunga fase di stallo.
Mi sarei infatti aspettato da Bersani un forte accento sulla necessità di impostare una “Rivoluzione Economica e Sociale” in Italia, coinvolgendo le nuove Generazioni nella definizione dei Nuovi Contenuti programmatici del Partito Democratico, e avrei sognato che Bersani ponesse al centro di questa Rivoluzione il Tema della “Green Economy and Society”, tema su cui ci battiamo da qualche anno, ma che ancora non riesce a prendere piede nel panorama politico italiano.
Eppure, i tempi sarebbero più che maturi per parlare dei “temi ambientali”, e metterli al centro dell’Agenda Politica, quando: al G8 dell’Aquila tra qualche giorno si parlerà della piattaforma globale di lotta al cambiamento climatico che verrà fuori e decisa a Dicembre a Copenhagen, la Francia di Sarkozy (dopo il successo dei Verdi alle elezioni europee) sta per trasformarsi in “economia verde”, la Germania – ormai Leader mondiale sta coordinando in ambito europeo l’enorme progetto “Solare” Desertec nel Mediterraneo (in cui l’Italia avrebbe dovuto giocare un ruolo naturale maggiore), la Cina ha deciso di entrare nella partita da protagonista (intuendo che i costi da supportate nel breve periodo saranno più che compensati dai benefici nel Medio-Lungo periodo), e gli Stati Uniti di Obama stanno avviando una vera e propria trasformazione culturale ed economica orientata al tema della “sostenibilità”.
Ma intanto l’Italia continua a guardare, mentre avrebbe tutte le carte in regola per entrare in questa “partita epocale”, potendolo fare a costi bassissimi (si parla di un investimento di 0,2-0,3% di PIL annuo per raggiungere gli obiettivi di -30% di emissioni nel 2020) a fronte di enormi benefici (basta solo pensare alla possibilità di creare un milione di posti di lavoro “verdi” in pochi anni).
Senza parlare, poi, dell’importanza che un “cambiamento di paradigma”avrebbe sull’entusiasmo di noi tutti, dopo un decennio in cui il Paese ha vissuto un lento ma costante “declino culturale ed economico”, forse senza nemmeno accorgersene.
In questa situazione, io credo che i “giovani” del PD, e tutti i movimenti ad esso vicini (come Innovatori Europei) dovrebbero OGGI unirsi sulla definizione di questi ed altri “Nuovi Contenuti” invece che sul sostegno ad uno dei Candidati Segretari, perchè vicino o lontano da qualcuno o qualcosa.
E’ certo poi che sarebbe bello vedere Bersani o Franceschini lanciare una iniziativa politica incentrata sul Tema della “sostenibilità (ambientale)”, unico vero “motore” di una Rivoluzione culturale, economica e politica di cui l’Italia ha urgente bisogno.
Speriamo che qualcosa accada a riguardo.
Massimo Preziuso
Bersani o Franceschini? Il PD e il dilemma dell’ Innovazione
Leggo l’ interessante contributo di Massimo Preziuso e queste sono le mie considerazioni:
– Non sono iscritto al PD, ma tengo a questo Paese, e quanto sta succedendo all’ interno dell’ opposizione merita la massima attenzione. Massimo ha probabilmente ragione quando afferma che Bersani è probabilmente il migliore dei due candidati. Ha una solida cultura economica, quando ne ha avuto la possibilità si è sempre comportato da innovatore, cambiando quello che poteva cambiare compatibilmente con le resistenze che ha incontrato. Al contrario Franceschini e Serracchiani non mi persuadono affatto e con la loro retorica giovanilistica rischiano di attrarre branchi di giovani squali assetati di poltrone.
Il rischio principale che Massimo sottolinea è però che il dibattito si trascini su tematiche stantie, con i due candidati che ballano sulla tolda del Titanic mentre il Paese scivola rapidamente verso il Secondo Mondo – e magari anche oltre:
“Non ho però sentito la definizione di un Tema Trainante che possa portare il PD ed il Paese fuori da questa lunga fase di stallo.
Mi sarei infatti aspettato da Bersani un forte accento sulla necessità di impostare una “Rivoluzione Economica e Sociale” in Italia, coinvolgendo le nuove Generazioni nella definizione dei Nuovi Contenuti programmatici del Partito Democratico, e avrei sognato che Bersani ponesse al centro di questa Rivoluzione il Tema della “Green Economy and Society”, tema su cui ci battiamo da qualche anno, ma che ancora non riesce a prendere piede nel panorama politico italiano.”
Su questo Massimo ha ragione. Ci sono però due seri problemi da affrontare:
1)- Nel PD sembra prevalere una concezione dell’ Innovazione legata da una parte alla produzione materiale e dall’ altra ai modelli amministrativi delle nobili decadute ( l’ Emilia e la Toscana ). Quindi la resistenza a mettere al centro i temi della rivoluzione digitale e della sostenibilità energetica ed ambientale – tutti strettamente legati – deriva da questa vecchia cultura , di cui Bersani è la migliore espressione, per cui il massimo dell’ innovazione viene espresso dai piastrellifici di Sassuolo – peraltro ora ad elevata tecnologia..- : basti vedere a quanto vecchio fosse l’ impianto del pur meritorio disegno di Industria 2015.
Allora la questione è: come il PD puo’ rigenerare la sua cultura interna e aprirsi effettivamente a nuovi ceti sociali, ai rappresentanti delle ” reti lunghe “, in una parola, ai veri temi della modernità? Perchè se non lo fa, non potrà che rimanere un partito di pensionati, diretto da vecchi Amministratori, continuando indefinitamente la sua deriva verso la marginalità: e continuerà a perdere le elezioni fino al 3000.
2)- Su un’ altra cosa invece secondo me la proposta di Massimo è troppo limitata:
“In questa situazione, io credo che i “giovani” del PD, e tutti i movimenti ad esso vicini (come Innovatori Europei) dovrebbero OGGI unirsi sulla definizione di questi ed altri “Nuovi Contenuti” invece che sul sostegno ad uno dei Candidati Segretari, perchè vicino o lontano da qualcuno o qualcosa.”
Francamente non credo che questa sia la chiave di volta che può cambiare il paese: con tutto il rispetto del potenziale peso combinato di bloggers, nativi digitali vari, “giovani del PD”, ( e mettendoci pure ” tutti i movimenti ad esso vicini ” -senza dimenticare neanche gli aspiranti squaletti di cui sopra ) , questi da soli rimangono un’ aristocrazia intellettuale che non potrebbe avere che un impatto marginale sul PD come esso è oggi.
Credo invece che la chiave del cambiamento vada cercata in un collegamento con quei settori dell’ Economia e dell’Industria che sono i protagonisti della modernità, della rivoluzione digitale, e della necessaria trasformazione energetica e ambientale. Perchè l’ Industria, i cittadini, i bloggers, i nativi digitali e pure i ” giovani del PD” hannno un interesse in comune: che questo pianeta non continui a sprecare il 50% dell’ energia elettrica che produciamo perchè le reti non sono abbastanza intelligenti; e perchè se non muoviamo rapidamente a un’ economia a basso tasso di emissioni di anidride carbonica, rischiamo di finire arrosto tutti quanti, noi, Montezemolo, la Marcegaglia, i giovani del PD e pure gli aspiranti pescecani.
In conclusione, l’ opposizione – o chi la rappresenterà piu’ degnamente – puo’ rendere un grosso servizio al paese: saldare su una piattaforma comune, gli interessi della parte più avanzata dell’ Industria – non i rottami come Calearo, ma quella all’ avanguardia dell’ innovazione tecnologica, spesso già inserita all’ interno delle grandi supply chains internazionali, quelli della parte meno protetta della popolazione – indifesa di fronte ai rapidi cambiamenti indotti dalla globalizzazione – e quella dei nuovi soggetti della rivoluzione digitale.
Costringendo così l’ altra parte – l’ attuale maggioranza – a fare altrettanto e a competere sulle sfide della modernità e della globalizzazione, o ad arroccarsi in una strenua difesa di piccoli, anche se robusti interessi locali, che non può reggere nel lungo periodo. E’ vero che le “reti corte” votano, ma quanto a lungo riusciranno a resistere al vento della globalizzazione?
anch’io sono rimasto un p… Read Moreò deluso del discorso di Bersani.
Non tanto per le lenzuolate, che effetivamente appaiono un’iniziativa valida rispetto all’immobilismo economico di Berlusconi, quanto perchè mi è sembrato un discorso troppo rivolto al partito e meno rivolto al paese. Mi è sembrato contraddittorio rispetto a quanto lo stesso Bersani aveva detto pochi giorni prima.
Tuttavia un discorso è un discorso e come una rondine non fa primavera così un intervento non chiude a partita.
Bisogna dargli il tempo di precisare e chiarire le sue intenzioni.
Condivido, infine, la tua richiesta, Massimo, di metter dentro il green power nel programma. Sarebe una mossa intelligente ma non dovrebbe essere una posizione di facciata ma un impegno concreto, da praticare anche con mezzi propri.
sono d’accordo, aggiungerei che mi sarei aspettato anche un forte impegno a rileggere il mondo del lavoro alla luce di Castells e di De Kerkhove ma forse non si può avere tutto e sopratutto subito
Mi permetto di dissentire prioritariamente su di un aspetto: non si può sostenere che uno dei candidati è quello “giusto” quando ancora non si è ascoltato l’altro.
Quindi divergo anche su parte della squadra di Bersani, i soli tre citati: D’Alema, Letta, Bindi. Il primo perchè è uno dei più vecchi politicanti che molti guasti ha fatto, checchè gli si attribuisca d’intelligenza politica. Il secondo è quello che paventava di andarsene con l’UDC ed è stato un vaticanista nel caso Englaro ed altro. La terza, bravina, ma con l’anzianità sulle spalle di una che dovrebbe stare in seconda/terza fila, almeno in questo momento.
Per il resto vedremo. Intanto Bersani non è già quello giusto, forse un po’ troppo confindustriale???
Da un “innovatore” mi sarei atteso qualche cosa di più nel segno del rinnovamento…. Read More
Cordialmente.
Aliso Cecchini
Qualche idea per il prossimo segretario del PDShare
La prima cosa da fare è “fare pace con il cervello” e mettere un pò d’ordine.
In un cassetto vanno tutti gli “ideali”, le “visioni”, gli obiettivi a lungo termine senza i quali tutto il resto è pura amministrazione condominiale.
Poi in un’altro cassetto mettiamo le “emergenze”…e ce ne sono pure troppe. Queste vanno risolte con proposte estremamente concrete… (ci tengo a sottolineare che la Lega dispone solo di questo cassetto e ci sono dentro immigrati, sicureessa e meno tasse al nord).
Poi c’è il cassetto “da fare subito”, qui ci metterei le lenzuolate e quelle cose alla fine “facili” (facili a dirsi in realtà.. ma poi.. i taxi insegnano).
Poi c’è il casetto “funzionamento e manutenzione” e ci vanno tutte le questioni sulla “governance” del paese federalismo-bicameralismo-costutuzion-leggeelettorale-ecc..
Poi c’è il cassetto “potere” che il cassetto più delicato e fa riferimento a come gestire-conservare-distribuire-redistribuire ricchezza e potere. Quest’ultimo cassetto è il cassetto che il B. preferisce. E’ un cassetto importantissimo che la durante la prima repubblica è stato sapientemente gestito dalla DC e da tutti gli altri partiti con il mutuo riconoscimento alla partecipazione alla vita del paese (anche di chi forse sarebbe stato meglio allontanare con maggiore forza…).
L’approccio dovrebbe essere partecipativo e non competitivo. Checchè se ne dica nonostante i continui cambi di governo della prima repubblica i paese è cresciuto sicuramente di più all’epoca che ora che con questi governi “quinquiennali” la cui visione -miope- è per il bene della propria “parte” e non dell’intero paese.
Vi ringrazio per le tutte ottime riflessioni (Aldo, Rocco, Roberto). Io con questa piccola nota ho provato semplicemente a capire se vi è reale intenzione di parlare e trattare di “contenuti innovativi” nel PD ed in questo Paese in generale. In questi anni di crisi, e la cosa sa di incredibile, NON ho visto nessun Partito guardare al futuro, … Read Morerispondendo al negativo presente. Per questo mi piacerebbe avere risposte a questa nota da parte dei tanti importanti e stimati politici che ho “taggato”, ma ho paura che come al solito non ce ne saranno.
Una cosa solo dico: facciamo tutti attenzione, perchè il Paese non tollererà ancora per molto una Politica da “Amministrazione Ordinaria”, ma avrà bisogno di “Visioni” e di “Speranze Concrete” per il Presente ed il Futuro.
E’ su questo che invito Bersani e Franceschini (perchè nel PDL non ne vedo sinceramente la capacità) a riflettere.
Scrivo in ritardo rispetto anche ai commenti di FB.
Non entro nel merito della validità di bersani o franceschini.
Mi sembra che non ci siamo in generale.
Occorre un cambio di passo e la capacità di raccogliere chi non si sente proprio più in sintonia col PD e non sa dove andare.
Ho l’impressione di rivivere un dejà-vu, perfino con le citazioni di Dekerkove e co, visoni dei DS di ben cinque anni fa!( Mezza, sorry)
I soggetti interessati alla lotta sulla tolda del Titanic che affonda sono sempre gli stessi, apparanik e sinistra dc.
Tutti i temi sensibili laicità dello stato, etc etc. visone aperta dove sono? Non ci sono perchè si parlano addosso le stesse persone.
Egualmmente c’è una scomparsa totale di soggetti e questioni importanti, evocati, giovani donne, ma mai realmente coinvolti.
So che è difficile non sembrare superficiali in queste valutazioni soprattutto se non c’è una proposta di soluzione al problema. ritengo che però l’esercizio critico vada fatto. Almeno quello. E’ chiaro che non iscritta al PD per scelta e avnedo lavorato per la costruzione del partito ( registrando proprio in quel momento la certezza che era la solita solfa già allora:-( ) non parteciperò alla faida tra correnti e personaggi, mi piacerebbe scoprire che mi sbagliavo e almeno si discuta seriamente di una strategia poltica per il futuro su temi seri: ruolo dell’italia nel contesto europeo politiche serie per il mezzogiorno sviluppo e ricerca, perchè aimè la Lega propone governa e paradossalmente è il nuovo anche anagrafico che avanza.
cari saluti cordiali a tutti
Giuliana Cacciapuoti
Sono iscritta al PD e voterò Franceschini , pur avendo grande rispetto per Bersani. Non credo che il voto debba essere lotta fra faide, ma una prova di democrazia che dimostra la volontà popolare. Qualora vincano Bersani o Marino, io continuerò a discutere onestamente portando le mie idee, come avesse prevalso Franceshini. Massimo ha ragione sul problema della sostenibilità Si dovrebbe parlare e agire di più Agire di più vuo ldire, per me, incrementare la Ricerca e sostenerei giovani ricercatori. Per quanto riguarda l’economia credo cinicamente , da non più giovane, che sia difficile cambiare, al momento, una concezione radicata. Spero comunque nella possibilità della rivoluzione verde. Anche se abbiamo politici poco abbronzati, possono ugualmente usare il cervello e guardare non solo a domani, ma anche a dopodomani Valeria Manini
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