Pd / Lazio : Bachelet versus Gasbarra , sfida all’apparato
Il vincolo statutario regionale – maggioranza assoluta degli aventi diritto per la nomina del segretario –subito riconosciuto come funzionale al controllo verticale e centralizzato della sua nomina , aveva ben presto determinato, dalla Direzione nazionale del Pd, la nomina di un commissario già nel 2009 nella persona dell’ on. Vannino Chiti.
Il biennio trascorso, anche per un certo signorile distacco del commissario citato, non ha sortito alcun effetto di decantazione nella ridda dei divieti incrociati dei numerosi gruppi di piccolo o grande potere locale, peraltro assai difficilmente riconducibili a nettezza di posizioni politiche di carattere o interesse regionale.
E’ stato naturale che esponenti nazionali del partito , per l’ indecoroso protrarsi del periodo commissariale, scegliessero la strada di designare un candidato unico che rispondesse alla necessità dei gruppi nazionali di non compromettere ulteriormente i già fragili equilibri della direzione nazionale del Pd.
La dichiarazione di Nicola Zingaretti, aggiuntiva a molte precedenti di dirigenti minori, favorevole alla nomina dell’ on. Enrico Gasbarra ( ex partito popolare e predecessore di Zingaretti alla guida della provincia di Roma ), assecondava tale impostazione, con sapienza di pesi e contrappesi , come unica rassicurante strategia per la distribuzione dei poteri fra i gruppi storici del Pd, nel robusto cemento delle rispettive provenienze diessina e popolare.
Il semplice irrompere della auto candidatura dell’ on. Giovanni Bachelet, mai precedentemente iscritto ad alcun partito, è apparso immediatamente come occasione di interrompere il procedere rassegnato ma perdente dei democratici laziali e cercare un riscatto del partito dopo i tutt’altro che lusinghieri risultati del Partito nelle tornate elettorali dell’ ultimo triennio.
Una occasione, è bene precisare , che coinvolge la parte militante effettivamente pensosa del pericolo di una crisi degli apparati organizzativi e di un dissolvimento di fatto delle ragioni costituenti del partito stesso.
La crescente ala protestante del partito è ormai consapevole che la coralità delle doglianze, nel sordo persistere dei gruppi dirigenti, potrà conferire assai scarso giovamento al partito senza parallelo ricorso alla concretezza dell’ azione.
Come appunto è oggettivamente interpretabile la candidatura alla segreteria regionale di Giovanni Bachelet .
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