Innovatori Europei membro dei network europei PLATON Plus (temi Socio economici) ed Anna Lindh (Euro mediterraneo)
Ciao a tutti.
Solo per ricordarvi che Innovatori Europei è membro di due importanti network di organizzazioni europee:
PLATON Plus (Socio-Economics Research)
ANNA LINDH (Euro – Med)
Prossimo passo per noi è quello di partecipare a progetti di ricerca congiunti
Aspetto vostre proposte, come Think Tanks (Sapere, Energia, Europa)
Un abbraccio
Massimo
L’innovatore Gianni Pittella a Otto e Mezzo sull’importanza delle Politiche Europee
Sondaggio Europee: PD al 30% – PDL al 32%
Da Affari Italiani (http://www.affaritaliani.it/politica/sondaggio_burson_marsteller___italia.html)
Un dato a dir poco clamoroso. Un vero e proprio terremoto in vista delle elezioni europee di giugno. Il Partito Democratico è accreditato del 30%, soltanto due punti in meno rispetto al Popolo della Libertà (32%). Si tratta delle stime di ‘Predict09.eu’ della Burson Marsteller, con una ricerca sviluppata da tre dei più famosi scienziati politici del Vecchio Continente: Simon Hix (London School of Economics), Michael Marsh (Trinity College Dublin), and Nick Vivyan (London School of Economics). I dati dell’ultima analisi risalgono a giovedì 7 maggio.
Testa a testa per il terzo posto tra la Lega Nord (6,9%) e l’Italia dei Valori (6,7). L’Udc di Pierferdinando Casini si ferma al 5,4%. Ottimo il risultato della lista comunista Rifondazione – Pdci al 5,3%. Sfiora lo sbarramento del 4% la lista Mpa-Storace-Pionati-Pensionati al 3,7. Sinistra e Libertà di Nichi Vendola non va oltre il 3,3%.
Per caso, mi chiedo, l’italiano (persona pigra, ma alla fine intelligente) si è risvegliato proprio nel momento di maggiore necessità???
Sarebbe un miracolo..
Massimo Preziuso
Il Sito della Campagna elettorale dell’Innovatore Europeo Gianni Pittella: www.sostienipittella.it
Ciao a tutti.
Nella nostra attività di sostegno all’Innovatore Europeo Pittella alle elezioni europee nell’Area Sud Italia, ci stiamo attivando in Calabria, Basilicata, Campania e Molise, grazie al lavoro dei nostri Gruppi locali.
Vorrei ricordare che sosteniamo Pittella, oltre che per la simpatia verso il PD, anche e soprattutto per il suo essere membro del nostro Comitato Scientifico e tra i primi a credere nel Progetto IE dal lontano 2006.
Ecco il sito della sua campagna elettorale: www.sostienipittella.it.
Per chi volesse aiutare i gruppi territoriali (soprattutto in Puglia), vi prego di scriverci a infoinnovatorieuropei@gmail.com .
Cordialmente e Grazie.
Massimo Preziuso
Un governo di collaborazione illusoria od un governo federale ?
La crisi finanziaria mondiale causerà durevoli conseguenze sulle economie reali.
Il commercio, la produzione e l’occupazione mondiali vedranno un calo notevole .
In Europa la punta più alta della crisi è stata contrastata e viene contrastata con gli interventi della Banca Centrale Europea e, purtroppo, dei singoli governi nazionali e soprattutto in ordine sparso, malgrado l’Unione europea avesse varato un piano di rilancio economico.
Una pronta e consistente ripresa è improbabile a mio parere. Come al solito le divisioni nazionali hanno impedito una efficace azione delle attuali istituzioni europee.
Ogni governo nazionale inganna i propri cittadini su una possibile seria efficacia di una azione
puramente nazionale. Vi è un consistente rischio che l’Europa esca da questa crisi ancora più divisa di quanto lo sia oggi.
Nel pieno della crisi Nicola Sarkozy ha dichiarato di fronte al Parlamento Europeo: “ci siamo dati
una moneta comune, una banca centrale con una politica monetaria unitaria ma non abbiamo un governo economico degno di questo nome”. In effetti l’Europa ha un confuso e velleitario sistema di “governance” ma non ha un vero governo. Sfortunatamente la soluzione proposta da Sarkozy ovverosia una specie di direttorio composto dai paesi più importanti non solo è sfacciatamente antidemocratica ma è pure assolutamente inefficace.
Al contrario il problema reale è stato ben evidenziato dal presidente della Banca centrale europea che ha pubblicamente dichiarato che : “il patto che si sono dati i governi, di stabilità e crescita,
è un quadro giuridico riduttivo che si sono dati in sostituzione del fatto che non vi è un bilancio federale ed un governo federale !”
La mancanza di un bilancio federale è decisiva nell’orientare l’esito della crisi. Il risultato è che ogni governo fa fronte alla crisi soprattutto con un piano nazionale.
Il 12 dicembre scorso il Consiglio europeo aveva approvato “ un piano per la ripresa economica”
redatto dalla Commissione europea in cui si proponeva un impegno di risorse finanziarie per un’ammontare di ogni anno pari all’1,5% del PIL europeo. Di questo solo lo 0,3% veniva finanziato con risorse europee ed il resto con quelle nazionali !!! Il risultato, come al solito, è che i governi sono andati ognuno per conto proprio : uno ha proposto di rilanciare i consumi, un’ altro di puntare sugli investimenti, l’altro ancora con interventi di sostegno alle classi più povere, un altro di puntare primariamente su strutture di viabilità e comunicazione e così via ……in un tripudio fantasioso di varie opinioni contrastanti. Aggiungo che vi è pure qualche governo che non è in grado nemmeno di trovare risorse proprie ad un tasso di interesse conveniente sul mercato finanziario a causa della corsa di tutti gli stati e particolarmente dei più grandi all’indebitamento pubblico.
In conclusione quel piano europeo risulta poco coerente ed insufficiente per fare uscire da una recessione. La lezione è quella che, senza un autentico bilancio federale ed un ministro europeo del tesoro responsabile di fronte ad un parlamento, ogni tentativo di costruire una politica economica europea è destinato a fallire. Di fatto quel Patto per la stabilità economica e la crescita è un orrendo sostituto di un sistema di federalismo fiscale in Europa.
La mancanza di un governo federale è particolarmente evidente se si prendono in osservazione
le problematiche a livello mondiale che noi europei dovremo affrontare.
Ricordo che la crisi finanziaria è derivata soprattutto dalla caduta verticale dei prezzi delle cosidette “attività tossiche” e da un eccesso di liquidità negli Stati Uniti che è servito ad alimentare un enorme deficit delle partite correnti. Ne deriva che è necessaria una nuova regolamentazione del mercato finanziario coerente con una nuova regolamentazione del sistema monetario internazionale.
In un mondo multipolare la crescita non può più dipendere solo dallo stimolo di uno stato o di un gruppo di stati (come aveva propugnato il passato G7). E’ assolutamente necessario sostituire gradualmente il dollaro con i “Diritti speciali di prelievo emessi dal Fondo monetario internazionale” e cercare di ristabilire un sistema di cambi fissi fra paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo.
Ciò richiama all’attenzione le proposte meritevoli avanzate sui rapporti euro-mediterranei dai miei amici innovatori europei ma che, purtroppo, sono destinate a parziali e non duraturi successi in presenza di un quadro della situazione come da me sopra esposto ed in mancanza di prevedibili modifiche a breve termine.
In conclusione l’Europa per agire correttamente ha un enorme bisogno di un governo democratico!
Una possibile riforma fondamentale sarebbe quella della abolizione del pernicioso diritto di veto nel Consiglio dei ministri europei. La regola dell’unanimità è assolutamente incompatibile con la democrazia e lascia campare il comportamento perdurante di quei “piccoli uomini” al governo degli stati in Europa che desiderano, assieme ai partiti che li sostengono, pervicacemente conservare un loro totale ed illusorio potere al livello nazionale a danno di tutti noi Europei !
Riccardo Sani.
Tra moglie e marito
E’ il caso di prendere spunto dalla vicissitudini familiari del nostro Presidente del Consiglio per affrontare un tema di grande importanza per la politica: il confine tra pubblico e privato. La prima domanda da porsi è se esiste veramente un confine tra la due sfere, o se piuttosto tra la vita pubblica e la vita privata non vi sia soluzione di continuità e l’unica separazione è qualche volta solo fisica, costituita dalla schermatura delle pareti domestiche, il pubblico fuori ed il privato dentro.
Spesso qualche personaggio apre le porte della sua abitazione alla stampa e rende pubblico una parte del suo privato; questa sua “apertura” è più o meno ampia a seconda dei casi, dettata della convenienza del momento. Anche le situazioni personali, le malattie, gli orientamenti sessuali (sicuramente “dati sensibili”, tutelati dalla legge) vengono in certi casi, per vari motivi, resi pubblici.
La distinzione tra pubblico e privato probabilmente è la distinzione tra quello che è inevitabile o opportuno sia di pubblico dominio e quello che voglio resti a conoscenza di una ristretta o ristrettissima cerchia. Come i “dati sensibili” anche le informazioni “private” sono notizie che, per una serie di motivi molto complessi, sono in grado di alterare e in certi casi pregiudicare l’opinione degli altri. Chi fa vita pubblica rende manifeste le sue attività pubbliche e decide poi se tutelare (o ostentare) per quanto possibile la sua sfera privata e familiare.
In passato si preferiva in genere non sottoporre al giudizio altrui il proprio menage familiare; oggi la politica-immagine impone una maggiore trasparenza e, se si ostenta il successo familiare (la moglie, i figli) per ottenere il consenso, allo stesso modo i fallimenti – che si verrebbero conservare nella sfera “privata” – diventano di dominio pubblico e vengono sottoposti al giudizio collettivo.
Negli Stati Uniti il Presidente non ha di fatto una sfera privata. Ogni fatto della sua vita presente e passata è pubblicato e sottoposto al giudizio degli americani. Ogni sua scelta (anche il cane) è analizzata e giudicata allo stesso modo in cui si giudica il vicino che veste male, e tiene alto il volume della televisione e magari rincasa sempre tardi (e vorrebbe pure essere eletto amministratore del condominio). Il giudizio sull’uomo, sulle sue capacità, sulle sue peculiarità, è un giudizio a tuttotondo, che coglie ogni sfaccettatura.
Nel nostro paese nascondere difetti, vizi, errori, fallimenti, origini familiari, rientra in quella dicotomia tra essere e apparire che purtroppo è conseguenza da un lato da un atteggiamento protettivo della famiglia italiana che “lava i panni sporchi in casa” e dall’altro da una propensione voyeuristica che ne costituisce una contro-reazione.
Oggi il Presidente Berlusconi subisce le conseguenze delle sue scelte, ha utilizzato a suo tempo i suoi successi imprenditoriali e familiari per costruire la sua carriera politica, ha reso la politica più immagine che contenuti, ed oggi tra lui e la sua signora si ritrova tutto il paese, che vorrà capire, giudicare, valutare. Il leader, il capo indiscusso, non ha “privato”. Come riferimento unico e concentrazione del potere è spesso “pubblico” in tutte le sue manifestazioni . Il Partito Democratico effettivamente manca di un leader con tali caratteristiche, con ogni probabilità perché nessuno è disposto a rischiare di coinvolgere familiari ed affetti in quello che diventerebbe uno scontro più “personale” che politico. L’unica speranza , a breve, è che il Presidente Berlusconi, così come l’ha costruita nel “privato”, autodistrugga “privatamente” la sua leadership e si torni da uno scontro tra “personaggi” ad uno scontro tra idee…con una “separazione per colpa” mi sembra sulla buona strada.
Con l’Innovatore Europeo Gianni Pittella candidato alle Europee in Area Mezzogiorno
Come Innovatori Europei, sosteniamo l’amico Innovatore Europeo Gianni Pittella alle Europee in tutto il Mezzogiorno (soprattutto Basilicata, Campania, Molise, Calabria).
E’ uno dei pochi politici europei meridionali seri e professionali rimasti in Italia, oltre ad essere nel nostro Comitato Consultivo.
Va sostenuto per questo.
infoinnovatorieuropei@gmail.com
www.innovatorieuropei.com
Italia come Alitalia? O come Parmalat?

Alcune considerazioni basate sui dati economici appena resi noti; é discutibile senza dubbio il PIL come indicatore, ma è ancora uno dei riferimenti per le valutazioni e le scelte economiche.
1) Per il 2009 PIL italiano al -4.4% anno su anno, superiamo nettamente la media europea per la DECRESCITA.
2) Debito pubblico al 121% su PIL a fine anno; i sacrifici richiesti da Prodi e co. buttati al vento nello spazio di pochi mesi.
La storia del Berlusconi precedente (2001-2006) sembra ripetersi ma amplificata notevolmente. Le maggiori banche italiane fanno ricorso ai Tremonti bond (molto sconvenienti ai tassi attuali) seppur, si dice, molto solide. Mi ricorda la situazione di Parmalat pre-default; forti debiti e bassa redditività ma tutti dovevano stare tranquilli poichè la liquidità era tutta offshore su un conto inesistente e MAI verificato; silenzio assoluto dei controllori su un castello di carte (false). Si è visto cosa è accaduto da un giorno all’altro.
Ma mi sovviene anche Alitalia, una situazione di difficoltà riferita ad un azienda pubblica di servizi e portata alle estreme conseguenze dalla negligenza colpevole (forse dolosa) del sistema di potere per favorire nella privatizzazione una cordata di presunti patrioti storicamente dediti alla pratica del “do ut des”.
Parmalat ed Alitalia sono stati cimenti di grande spessore per i governi di turno con i risultati visti sulla pelle dei risparmiatori e dei conti pubblici. In entrambi lo schema seguito è stato quello di separare il bambino dall’acqua sporca, come si dice. Ci aspetta dunque una Good Italy ed una Bad Italy? Nella prima chi ha i capitali freschi di stampa (o di lavanderia) e nella seconda chi lavora (o vorrebbe lavorare) e paga le tasse?
Il modello italiano basato su una miriade di PMI e sull’economia sommersa che terrebbe anche in momenti di crisi allora non è poi così efficace ad osservare la realtà dei fatti; qualcosa mi è evidentemente sfuggito … o forse guardo troppo poco la televisione. Mi sembra che il paese stia percorrendo una china pericolosa sotto molti punti di vista, è possibile secondo voi ipotizzare uno scenario in cui l’Italia non diventi sempre più piccola e meno consapevole delle sue debolezze? E’ utile essere ottimisti incondizionatamente?
Michele Cipolli
APPROVATO IL PIANO ENERGETICO REGIONALE IN BASILICATA: UNA BEST PRACTICE DA SEGUIRE
Scrivo con piacere qualcosa su questa bella notizia.
La Regione in cui sono nato, la Basilicata, mi ha ancora una volta positivamente stupito, perchè si sta confermando, negli ultimi anni, come un importante modello di riferimento per le sue innovative politiche (dal Patto per i Giovani, alla ferma opposizione al Nucleare a Scanzano, a questo Piano Energetico ).
Dopo anni di attesa, da molti erroneamente percepita come “ritardo”, la Regione ha infatti partorito un Piano Energetico, che io ritengo il più interessante finora visto sul piano nazionale.
Ecco i punti salienti (con obiettivi fissati al 2020):
– Obiettivo di autosufficienza energetica (cioè solo consumo di energia prodotta in Regione)
– Obiettivo di un 30% di produzione energetica da Fonti Rinnovabili (in una Regione da molti chiamata il “Texas di Italia” per gli importanti giacimenti petroliferi)
– NO SECCO al Nucleare
– Costruzione di un Distretto Tecnologico in Val D’Agri (per chi non lo sapesse è la zona in cui risiedono i progetti petroliferi) dove avviare Start-ups tecnologiche e Programmi di Ricerca di frontiera sui temi energetici
Che dire, speriamo che si faccia di questo un modello di riferimento per tutte le Regioni italiane.
ECCO GLI OBIETTIVI MEGLIO DETTAGLIATI:
L’intera programmazione relativa al comparto energetico, delineata dal PIEAR ruota intorno a quattro macro-obiettivi:
1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica;
2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili;
4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.
La Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica.
La Regione intende conseguire, dati gli obiettivi fissati dall’UE e dal Governo italiano, un aumento dell’efficienza energetica che permetta, nell’anno 2020, una riduzione della domanda di energia per usi finali della Basilicata pari al 20% di quella prevista per tale periodo.
Le azioni previste dal Piano riguardano prevalentemente l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato ed alcuni interventi nel settore dei trasporti. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici.
L’Incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
L’incremento della produzione di energia, finalizzato al soddisfacimento del fabbisogno interno, assume un ruolo essenziale nella programmazione energetica ed ambientale, anche in considerazione delle crescenti problematiche legate all’approvvigionamento energetico. Peraltro, in considerazione delle necessità di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, è auspicabile un ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili.
Sulla base di queste considerazioni, anche in relazione alle potenzialità offerte dal proprio territorio, la Regione Basilicata intende puntare al soddisfacimento dei fabbisogni interni di energia elettrica esclusivamente attraverso il ricorso ad impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Più nel dettaglio, con il presente PIEAR, la Regione Basilicata si propone di colmare il deficit tra produzione e fabbisogno di energia elettrica stimato al 2020, indirizzando significativamente verso le rinnovabili il mix di fonti utilizzato. In altre parole l’obiettivo da raggiungere consiste nell’assicurare una produzione che, seppur naturalmente caratterizzata da una certa discontinuità, consenta localmente un approvvigionamento energetico in linea con le necessità di sviluppo ed i consumi locali. Per il conseguimento di questo obiettivo, inoltre, è previsto il supporto di azioni finalizzate all’eliminazione delle criticità presenti sulla rete elettrica, nonché alla semplificazione delle norme e delle procedure autorizzative.
Attualmente il sistema elettrico regionale sconta una condizione di deficit di produzione rispetto ai fabbisogni interni pari al 51% (Terna, 2007).
Nei prossimi anni il fabbisogno di energia elettrica è destinato a crescere fino ad un valore di circa 3.800 GWh/anno (329 ktep/anno). Ipotizzando che dal 2008 al 2020 non si registri alcun incremento della produzione interna di elettricità, è possibile stimare un deficit di produzione, per l’anno 2020, pari a 2.300 GWh/anno (197 ktep/anno), che costituisce proprio l’obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica.
L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sarà perseguito, in accordo con le strategie di sviluppo regionale, puntando su tutte le tipologie di risorse disponibili sul territorio, secondo la ripartizione riportata in tabella.
Fonte energetica Ripartiz. (%) Energia Prodotta (GWh/anno) Rendimento Elettrico (%) Ore equivalenti di funzionamento (h) Potenza Installabile (MWe)
Eolico 60 1374 70 2000 981
Solare fotovoltaico 20 458 85 1500 359
Biomasse 15 343 85 8000 50
Idroelettrico 5 114 80 3000 48
TOTALE 100 2289 1438
Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa, si intende promuovere la realizzazione di impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica, privilegiando gli impianti di piccola taglia.
Entro il 2015 si prevede di raggiungere una produzione pari al 40% del valore complessivo riportato in Errore. L’origine riferimento non è stata trovata., corrispondente a 916 GWh/anno (ovvero 79 ktep/anno), per una potenza installata di poco più di 575 MW. La restante parte, 1.374 GWh/anno (118 ktep/anno), sarà progressivamente coperta nel corso del periodo 2016-2020.
Nel computo dell’incremento di produzione è esclusa l’energia derivante da impianti per autoproduzione, da iniziative della SEL e del Distretto Energetico, corrispondente ad una potenza complessiva stimabile in circa 250 MW.
Gli impianti saranno realizzati in modo da assicurare uno sviluppo sostenibile e garantire prioritariamente il soddisfacimento dei seguenti criteri:
? Rispondenza ai fabbisogni energetici e di sviluppo locali;
? Massima efficienza degli impianti ed uso delle migliori tecnologie disponibili;
? Minimo impegno di territorio;
? Salvaguardia ambientale.
Si prevede, a tal fine, l’introduzione di standard qualitativi per la progettazione, la realizzazione, la gestione e la dismissione degli impianti di produzione .
Potenziamento e razionalizzazione delle linee di trasporto e distribuzione dell’energia.
A fronte degli innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, l’auspicato aumento della produzione di energia elettrica aggraverà ulteriormente le criticità già attualmente presenti sulla rete di trasmissione e distribuzione. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico regionale e migliorare la qualità del servizio per cittadini ed imprese, sarà pertanto necessario operare sul potenziamento, efficientamento e razionalizzazione della rete elettrica primaria e secondaria lucana. Questo obiettivo si pone in linea con il Libro Verde della Commissione Europea del 13/11/2008 (“Verso una rete energetica sicura, sostenibile e competitiva”), che conferisce allo sviluppo delle reti un ruolo importante della politica energetica, già contemplata nel Reg. CE n. 680 del 20 giugno 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
In particolare, per garantire il collegamento degli impianti di potenza superiore a 10MW, saranno richiesti interventi sulla rete di trasporto ad alta tensione, di competenza Terna. A tal fine la Regione ha già promosso Protocolli d’Intesa con Terna e le Regioni meridionali, finalizzati rispettivamente alla sperimentazione della V.A.S. di piani e programmi di sviluppo della rete sul territorio regionale, ed alla valutazione condivisa dei Piani di Sviluppo della rete Terna.
Per quanto riguarda gli impianti di potenza inferiore, invece, sarà necessario intervenire sulle reti di distribuzione a media e bassa tensione, principalmente gestite da ENEL Distribuzione. In questo caso, saranno intraprese iniziative analoghe a quelle già formalizzate con Terna.
In definitiva, tutti gli interventi avranno come scopo principale quello di sviluppare delle reti in grado di trasportare e distribuire l’elettricità in modo efficiente e razionale, di gestire i flussi di energia prodotta dai singoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, ma anche di favorire lo sviluppo della generazione distribuita. Il conseguimento di questo obiettivo imporrà il ricorso a tecnologie innovative ed a sistemi di controllo informatici sulle reti di trasmissione e distribuzione (secondo un modello simile a quello della rete internet), al fine di migliorare la gestione dei flussi energetici. In questo senso è auspicabile un’interazione con la piattaforma di ricerca europea dedicata alle reti intelligenti (“smart grids”), di recente istituzione, finalizzata anche all’implementazione di progetti pilota sul territorio regionale.
Semplificazione amministrativa ed adeguamento legislativo e normativo.
Le innovazioni introdotte dalle recenti modifiche della legislazione nazionale hanno determinato un progressivo decentramento delle funzioni amministrative, tali per cui alle Regioni è demandato il compito di pianificare le strategie energetiche da attuare nei propri territori, in linea con la normativa europea e con gli altri strumenti di programmazione territoriale. Fra le funzioni assegnate assume un ruolo centrale l’emanazione di normative che consentono la semplificazione del procedimento autorizzatorio per la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.
In particolare, in attuazione delle disposizioni concernenti il procedimento di “autorizzazione unica” (D.lgs. n.387/03), la Regione Basilicata procederà all’armonizzazione delle normative nazionali e regionali con propria legge regionale. La stessa dovrà considerare anche le disposizioni contemplate dalla legislazione ambientale (D.lgs. n.152/06 e.s.m.i.), paesaggistica (D.lgs. n.42/04) e, più in generale, dalla normativa sul procedimento amministrativo (L. n.241/90).
Siffatta normativa prevederà, inoltre, procedure differenziate a seconda della potenza dell’impianto: particolare attenzione sarà rivolta agli impianti di produzione energetica di piccola taglia (anche fino ad 1 Mw di potenza) alimentati da fonti rinnovabili, per i quali sarà messa a punto una procedura semplificata.
La diretta conseguenza di questo processo sarà quella di agevolare gli investitori pubblici e privati nel conseguimento degli obiettivi contenuti all’interno del presente documento.
Produzione di energia termica da biomasse e biocombustibili.
Parallelamente all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si ritiene importante realizzare interventi al fine di potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili per la produzione di energia termica.
Si intende promuovere l’utilizzo di sistemi energetici e generatori di calore alimentati con biomasse lignocellulosiche provenienti dalla gestione del patrimonio boschivo e dai comparti agricolo, zootecnico e industriale locali, secondo le disponibilità e le modalità indicate nella parte I del presente Piano.
Realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri.
Nella convinzione che finanza, ricerca e sistema industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate tecnologie, in particolare nel settore energetico, in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013: Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri, avente i seguenti fini:
• lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA, Agrobios, Fondazione Mattei etc.;
• creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore;
• l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo;
• l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione;
• realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata;
• svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa;
• attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali;
• realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica (anche con la realizzazione di un edificio dimostrativo ad emissioni zero ed energeticamente autosufficiente).
Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner.
Promozione di attività di formazione e di trasferimento tecnologico.
In accordo con le linee indicate a livello europeo e nazionale, si intende promuovere attività di formazione a vari livelli e favorire il trasferimento tecnologico verso le imprese regionali.
Per quanto riguarda le attività di formazione, esse saranno rivolte sia a bambini e ragazzi in età scolare, sia ad adulti e famiglie, al fine di educare al rispetto dell’ambiente e ad un uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e dell’energia. Sono previsti inoltre percorsi di alta formazione e specializzazione su tematiche specifiche in ambito energetico, rivolti a tecnici e laureati operanti nel settore.
Particolare importanza rivestono le ricadute in ambito industriale, in quanto si prevede di poter dare impulso alla nascita ed allo sviluppo di attività imprenditoriali e produttive legate allo sviluppo di competenze nella gestione delle filiere energetiche e degli impianti di produzione, alla produzione di componenti e sistemi ed alla progettazione di tecnologie e prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si intende quindi favorire attività di trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca e di sviluppo coinvolti nelle azioni definite dal presente Piano alle aziende locali.
Democrazia significa capitalismo uguale per tutti?
Dopo il G20, le questioni primarie dell’agenda internazionale in materia economico-monetaria passano sul tavolo di Praga. Le questioni, o meglio la questione del vertice rimane la supervisione finanziaria.
L’Europa giunge ancora divisa a causa di una Londra refrattaria a potenziare il ruolo della Bce, mentre riesce ad apparire unita nel sostenere l’avvicinamento dei criteri contabili tra Europa e Stati Uniti sugli asset tossici. I ministri europei sono tutti concordi con le linee guida individuate nel rapporto dei saggi presieduto da Larosiére, ma escono dal vertice ancora inconsapevoli riguardo ad un modello comune da adottare all’unanimità per realizzare la struttura di supervisione.
L’ostacolo rimane sempre Londra che si oppone, come ribadito dal Cancelliere dello Scacchiere Darling, al nuovo organo European Systemic Risk Council, che si occuperà del monitoraggio e ove necessario esprimerà raccomandazioni nel settore macro-prudenziale. In altre parole Londra si oppone a rafforzare l’autorità della Bce nella guida del Consiglio europeo dei rischi sistemici.
Come se non bastasse, Darling ha espresso parere negativo anche al potere di mediazione, ma pur sempre vincolante, delle associazioni europee di supervisione a livelli micro-prudenziali da esercitare quando si riscontrino contrasti tra le Autorità nazionali. E’ evidente che il rifiuto al rafforzamento delle istituzioni che operano una vigilanza macro-prudenziale, unito a quello ulteriore per la sorveglianza micro-prudenziale, atta a verificare la solidità e l’onorabilità degli istituti e degli operatori finanziari, non fa che affossare il progetto d’integrazione in questo settore e lascia a briglie sciolte un sistema che soprattutto nell’ultimo tragico anno economico ha dimostrato esigere una vigilanza omogenea e vincolante di livello globale, se non altro, e non sembra poco, per tutelare l’integrità del mercato e dei risparmiatori.
Come ribadito da Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, in un’economia mondiale giunta a livelli altissimi di integrazione è necessario partire da un sistema di regole comuni in fatto di vigilanza finanziaria; è innegabile ravvisare le carenze della struttura normativa europea nella regolamentazione quanto nella prassi di supervisione, che si concentrano esclusivamente su singoli istituti finanziari trascurando il sistema d’insieme. E’ proprio questo approccio macro-prudenziale a delinearsi come il più efficace ma allo stesso tempo il più temuto nei sistemi economici e giuridici mondiali.
Tutti, nonostante le divisioni, convengono sulla necessità di migliorare i risultati fin qui raggiunti; Francia, Germania e Italia sono in linea con la proposta francese di Larosiére ma sanno di non poter escludere il Regno Unito.
Più malleabile è stato invece il tema delle regole contabili europee, rese più flessibili per ridurre al massimo gli svantaggi della competitività con gli Stati Uniti nella contabilizzazione degli asset tossici. La convergenza tra Ue e Usa è stata supportata dalla raccomandazione dell’Ecofin che chiedeva all’Iasb (International Accounting Standards Board ) di collaborare a stretto contatto con la Fasb (Financial Accounting Standards Board) per scongiurare divergenze di contabilità per gli strumenti finanziari.
Ca va san dire in Europa riescono a stabilirsi i principi, ma non le modalità di attuazione. L’eterogeneità politica e giuridica allora è assicurata. Al di là degli interventi, spesso (marginali e insufficienti) predisposti in questa settimana di vertici internazionali sarebbe bene mettere in atto sostegni strutturati capaci di affrontare le conseguenze imprevedibili e non quelle volute, che la governance mondiale ha comunque dimostrato di non saper prevedere. Le dichiarazioni, gli accordi dei vertici che si sono susseguiti da Londra a Praga probabilmente non hanno ancora dimostrato la volontà del capitalismo di autoriformarsi. Piuttosto emerge la prospettiva di un’economia più politicizzata, dove lo stato fa da cuscinetto ad operatori privati che non ha saputo tenere al guinzaglio. Il futuro attende una ripresa forse lenta e difficile, ma di sicuro il capitalismo di questo passo si consegnerà ad uno stato indolente e impreparato, o peggio ad una politica indolente e impreparata, che non potrà più giustificarsi dietro la sovranità nazionale per sottrarsi a responsabilità globali e che, impotente non riuscirà a rispondere alle sfide economiche sia nazionali che sovrannazionali. A quel punto sarà troppo tardi per tirare il freno e non sapremo più con chi prendercela.