Rivista Dicembre 2009 e Buone Feste
Il summit di Copenaghen sul clima: too big to fail
Il Summit sul clima in corso a Copenaghen non potrà fallire, perche’ è “too big to fail”.
Non si arriverà alla definizione puntuale di un nuovo Trattato internazionale, come è normale che sia, ma credo che la giornata di domani sarà cruciale per lo sviluppo delle prime vere politiche globali, quelle sul clima appunto, che, va detto, rappresenteranno il primo vero “test” sugli effetti della globalizzazione e sulla stabilità delle nuove relazioni economiche e politiche del pianeta, in un mondo totalmente cambiato in un decennio o forse meno.
Detto questo, sull’argomento “clima” l’Italia risulta ancora impreparata.
Spero allora che, a breve, si cominci a prenderlo sul serio, definendo e strutturando competenze nuove nel Paese.
Mi riferisco, in particolare, alla necessità delle nostre piccole e medie aziende, così come delle piccole e medie amministrationi pubbliche, di vedere il “fattore ambientale” per quello che è: la piu’ importante leva di cambiamento ed innovazione per aziende, territori e sistemi-paese.
Spero, poi, a proposito di tariffe incentivanti alla diffusione di tecnologie verdi (Conto Energia et alia), che se ne rivedano i criteri di attribuzione anche in base a parametri di localizzazione e di sviluppo di attività imprenditoriali (e di lavoro), perchè altrimenti si rischia, come già oggi appare evidente, di trasformare una industria “labour intensive” – quella delle rinnovabili – in una industria “puramente finanziaria”, e questo sarebbe il più grave errore possibile.
Spero, infine, che anche i Partiti politici (in particolare il PD ) approfittino di questo “cambiamento di paradigma” per ripensare il modello “leggero” su cui stanno derivando (mi riferisco in particolare al nuovo PD di Bersani – che può e deve essere il Partito dell’ambiente e dell’ innovazione in Italia – che ha appena lanciato, in sostituzione dei classici “dipartimenti”, una serie di “forum tematici” su questi temi, denunciando una certa disattenzione) e trovare un nuovo baricentro di azione proprio attorno al nuovo corso della “sostenibilità”, ambientale e non solo, che sta inesorabilmente prendendo il centro della scena nel dibattito pubblico mondiale.
Ancora 24 ore e sapremo come va a finire – a Copenaghen – ma io sono ottimista, soprattutto per il dopo.
Massimo Preziuso
Innovatori Europei sostiene 100 piazze per il clima – Sabato 12 Dicembre per Copenaghen
Massimo
E’ finalmente cominciato il Summit di Copenaghen – “Hopenaghen”, XV vertice dell’ONU sul clima
Per seguire le giornate del Summit: http://en.cop15.dk/
“192 nations at UN climate conference in Copenhagen”
The largest and most important UN climate change conference in history opened Monday, with diplomats from 192 nations warned that this could be the best, last chance for a deal to protect the world from calamitous global warming. “
Considerazioni sulla lettera del direttore Celli

Trattato di Lisbona, per un’Europa più efficiente
Un’ Unione Europea piu’ efficiente e piu’ partecipata dai cittadini nelle sue decisioni e piu’ forte sulla scena mondiale: e’ questa la visione della nuova Europa contenuta nel trattato di Lisbona che entrera’ in vigore dal primo dicembre.
L’iter lungo e travagliato dell’adesione al trattato, per la comprensibile resistenza di molti Stati a cedere sovranita’ e a rinunciare a diritti di veto a favore delle istituzioni europee, e’ probabilmente la migliore testimonianza a favore della profondita’ dei cambiamenti che il nuovo patto porta con se’. Avvicinare la Ue ai cittadini e i cittadini alla Ue rafforzando, accanto all’intermediazione dei governi nazionali che sono stati finora i veri ‘’signori’’ dell’Unione politica, il ruolo dei parlamenti, e’ il primo obiettivo della riforma istituzionale che sta ridisegnando la governance di Bruxelles.
L’adozione di tutta la normativa europea, da cui deriva, e’ bene ricordarlo, il 75% del nostro corpus legislativo, sara’ soggetta d’ora in poi a un livello di controllo parlamentare che non ha riscontri in nessun’altra struttura sovranazionale o internazionale. Infatti tutta la legislazione europea richiedera’, con poche eccezioni, la duplice approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. Inoltre scatta un importante coinvolgimento dei parlamentari nazionali nel processo decisionale. Ciascuno di essi infatti ricevera’ infatti tutte le proposte legislative dell’Unione, in tempo utile per discuterle con i suoi ministri prima che il Consiglio europeo adotti una posizione e avra’ anche il diritto di proporre un nuovo esame se ritiene che non sia rispettato il principio di sussidiarieta’, per il quale ogni decisione va presa al livello di governo piu’ vicino possibile al territorio.
Ma i cittadini stessi conteranno di piu’, perche’ avranno la possibilita’ di presentare direttamente iniziative legislative alle istituzioni europee. Secondo questa nuova disposizione di democrazia partecipativa, un milione di cittadini appartenenti a un numero significativo di Stati membri, puo’ invitare la Commissione a presentare una proposta su questioni per le quali ritiene necessario un atto giuridico ai fini dell’attuazione del trattato di Lisbona.
Anche la voce dell’Europa sulla scena mondiale potra’ essere piu’ forte se sara’ politicamente colta una delle principali novita’ del trattato. A rappresentare l’unicita’ della politica ‘’estera’’ dell’Ue sara’ una nuova carica istituzionale, nominata per la prima volta nei giorni scorsi dal Consiglio. La carta di Lisbona stabilisce principi e obiettivi comuni per l’azione esterna dell’Unione: democrazia, Stato di diritto, universalita’ ed inscindibilita’ dei diritti dell’uomo e delle liberta’ fondamentali, rispetto della dignita’ umana e dei principi di uguaglianza e solidarieta’.
Un’importante novita’ riguarda anche l’organismo di rappresentanza dei governi: la durata del mandato del presidente del Consiglio e’ stata prolungata, in modo da rafforzarne il suo potere di coordinamento. Inoltre il trattato estende il voto a maggioranza qualificata a nuovi ambiti politici per arrivare a processi decisionali piu’ snelli su questioni cruciali come il clima, la sicurezza energetica, gli aiuti umanitari, ambiti per i quali la carta prevede per la prima volta apposite sezioni. L’unanimita’ e’ stata mantenuta solo per la politica fiscale, estera, la difesa e la sicurezza sociale. Si chiude davvero un’epoca, spetta a tutti noi europei pretendere che se ne apra una nuova, forti del trattato di Lisbona.
Di Roberta Angelilli e Gianni Pittella
Vicepresidenti del Parlamento europeo
Da Copenaghen, a Dicembre, una grande spinta verso un futuro Low Carbon
Dope la forte apertura di Obama, appena comunicata dalla stampa (“Taglio alle emissioni di gas inquinanti del 17% dai livelli del 2005 entro il 2020, 30% entro il 2025 e 42% entro il 2030. Sono queste le cifre della proposta americana che il presidente Barack Obama porterà alla Conferenza Onu sul clima di Copenaghen”), perde forza la tesi dei tanti “scettici” che da qualche settimana dichiarano che il COP15 di Copenaghen sarà un fiasco.
Perche’ invece certamente non andrà cosi’, sebbene non ne uscirà un accordo globale vincolante, per il quale ci sarà tempo nel 2010.
La preparazione di questo appuntamento ha infatti permesso una seria ed approfondita riflessione sul tema “cambiamento climatico” al di fuori dell’Unione Europea, e i Paesi in via di sviluppo, la Cina e gli Stati Uniti hanno lavorato seriamente per trovare un compromesso tra le propie esigenze di crescita (aumentate da una crisi che ha segnato le economie mondiali) e sviluppo sostenibile.
L’annuncio di Obama ne è una prima prova chiara, e fa ben sperare che il “dopo Kyoto” comporterà, come previsto da tempo dagli “ottimisti”, la nascita di quell’auspicato Carbon Market globale che andrà lentamente ma certamente a ridisegnare lo sviluppo economico del pianeta e ad alleggerire quelle serie tensioni geopolitiche che arriveranno a breve dal mercato dei combustibili fossili – Petrolio e Gas, risolvendo insieme il problema ambientale e quello della sicurezza degli approvigionamenti energetici.
In questo percorso vi sarà poi la possibilità di cambiare, in meglio, quei modelli di consumo e culturali che hanno imperato negli ultimi 20 anni almeno, e che han fatto dimenticare a molti l’importanza di avere le radici nella cosiddetta economia reale.
In questo contesto rimane pero’ una nota dolente, e viene dall’Italia.
Nel nostro Paese, in questa legislatura, si continua ad osteggiare (e alla fine si resterà da soli in questo) questo cammino virtuoso di cambiamento: a proposito vi consiglio di leggere questo articolo dal titolo “Alla faccia di Copenaghen” che parla di alcuni emendamenti alla Finanziaria 2010 che cercano di azzoppare il mercato delle rinnovabili (proprio in una fase cosi’ delicata).
Massimo
Pd: la nuova segreteria e i presidenti dei forum
Ecco i nomi della nuova segreteria, e di alcuni dei presidenti dei forum del Partito Democratico
Coordinatore della Segreteria: Maurizio Migliavacca
Roberta Agostini
Stella Bianchi
Cecilia Carmassi
Stefano Fassina
Catiuscia Marini
Matteo Mauri
Marco Meloni
Matteo Orfini
Anna Maria Parente
Francesca Puglisi
Nico Stumpo
Davide Zoggia.
E’ una squadra di sei donne e sei uomini, età media 41 anni, che sarà coordinata da Maurizio Migliavacca. Una segreteria di “giovani sperimentati” che hanno fatto esperienza sul territorio come amministratori o con l’attività politica.
Presidenti Forum
Economia Paolo Guerrieri
Università Saperi e Ricerca Maria Chiara Carrozza
Giustizia Andrea Orlando
Esteri Piero Fassino
Politiche agricole Enzo Lavarra
Progetto Mezzogiorno Umberto Ranieri
Politiche Locali Claudio Martini
Welfare Coordinatore Giuseppe Fioroni
Lavoro Emilio Gabaglio
Politiche sociali e immigrazione Livia Turco
Politiche dell’Istruzione Giovanni Bachelet
Politiche ambientali Laura Puppato
ICT Paolo Gentiloni
Riforma sistema radiotelevisivo Carlo Rognoni
Riforma dello Stato Luciano Violante
Centro Studi Gianni Cuperlo
Un interessante studio del CNR, pubblicato sul Corriere di ieri, sulla distribuzione di (domini) Internet in Italia
Se non lo avete letto, vi riporto in sintesi i risultati di uno studio CNR sulla distribuzione dei domini internet registrati in Italia:
un dato che secondo molti è una buona proxy per leggere una maggiore o minore propensione all’innovazione e allo sviluppo, ma anche il tasso di “alfabetizzazione digitale” dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni locali, il tasso di diffusione di “connettività veloce”, ed altre.
NUMERO DOMINI TOTALI (.IT) : 1.429.009
di cui:
NORD: 776.677 (54,35%) ovvero 340 domini su 10,000 abitanti
CENTRO: 347.863 (24,34%) ovvero 354 domini su 10.000 abitanti
SUD: 304.469 (21,31%) ovvero 180 domini su 10.000 abitanti
Una delle cose che viene fuori dallo studio è, ad esempio, il fatto che il “Web è piu’ diffuso dove reddito pro capite e tasso di scolarizzazione sono piu’ alti: la Rete dunque amplifica le differenze”?
Sarebbe interessante avviare una discussione insieme su questi dati, che sono sì sintetici, ma racchiudono tante realtà del nostro Paese su cui la Rete potrebbe incidere.
Massimo Preziuso