Innovatori Europei

Significativamente Oltre

Primato dell’economia e stato di diritto incompatibili tra loro

di Salvatore Viglia
Il potere dell’economia sull’uomo è una distorsione del concetto di benessere e di impresa. Essa non permette indugi e neanche interruzioni nel suo progettarsi. Dunque il diritto altro non è che un impedimento, un continuo proporre riflessioni ed atteggiamenti che impongono al denaro stop ed oneri che ne danneggiano i programmi. Dedurre, pertanto, che l’economia ed il diritto sono in antitesi tra loro non è errato stanti agli equilibri attuali nel mondo del lavoro e del costo del denaro. Il diritto costa, esige il rispetto di canoni e di leggi universali, giuridiche, religiose, etiche e quindi anche costituzionali ed il mercato con i suoi meccanismi non può permettersi di pagare. Si pensi al costo del lavoro, alla concorrenza dello sfruttamento dell’ uomo sull’uomo a vantaggio del mercato. In Cina, non essendoci diritti, statuti dei lavoratori e neanche una cultura che salvaguardi l’uomo su tutto, la logica del mercato funziona benissimo. Dove è assente il diritto, in questo caso quello dei lavoratori, c’è il predominio ed il successo dell’economia con le sue logiche. Stiamo assistendo al completo asservimento del diritto all’economia e questo, a catena, produce conseguenze aberranti ed inaspettate per le quali soluzioni politiche non sono approntate né studiate per farvi fronte. La completa impreparazione della politica al cospetto di questo problema è disarmante e tutti i rimedi che vengono utilizzati si dimostrano inadeguati e, spesso, peggiori dei mali. L’economia, il dio denaro, esige il sacrificio continuo e silente del lavoratore progettato per produrre. L’unico diritto di cui é titolare deve essere il dovere di immolare le proprie energie, che non costano niente, nel lavoro per la causa globale. In tutto questo, cadono come mele marce tutti quei propositi di lungo periodo che invece il diritto impone con una visione globale anch’essa ma che viene focalizzata sull’uomo piuttosto che sull’ economia. Salute, vita dignitosa, studio, ricerca, sono e restano canoni solo secondari perché se non funziona l’economia, non può funzionare null’altro.

Obama against “Romnesia”

Sono passati cinque anni ma di politici affascinanti e simpatici come Obama non se ne vedono tra USA ed Europa. Go Obama!

L’altra idea di Paese

di Giuseppina Bonaviri

Non si può demolire la storia di un popolo , la storia di un paese, la storia del nostro passato archiviandolo nelle memorie. Il volo e l’abisso convivono essendo imprescindibilmente  l’uno il proseguimento dell’altro lo stesso dicasi per il passato ed il futuro. Ipocrita è quel potere intellettuale che formalizzando  caste morali pensa di sconfiggere clientele, caste di politici, di amministratori, di imprenditori. Il copione rimane invariato e i cittadini beffati, confusi. Tra nomi noti, delfini emergenti, rampolli, protetti, duri e puri, burattini costruiti con fili quasi invisibili da manipolare, cani da guardia, riciclati dell’ultima ora, rottamatori e rottamati, antieroi, cambi di guardia  del tutto prevedibili, furbi, ossessionati dall’apparire, pseudo esperti di meccanismi elettorali, ricandidabili ”nonostante tutto”, politici per la vita, rinunciatari, leaderisti è impresa difficile per gli elettori  impotenti su tanto disastro. Ma dove è la vera discontinuità, dove l’innovazione, il ricambio leale ci chiedono? Dove ha sede dunque quella cultura ampia di un pensiero post moderno necessaria a ricostruire una Italia rinnovata, che sappia rispondere alle sfide messe in essere dalla crisi economica, politica, finanziaria, tecnocratica? E’ illusorio pensare di governare la storia ma questo non ci deve spingere all’inerzia. La democrazia ha bisogno di verità e la illegalità e le sopraffazioni di vigilanza e norme. Dobbiamo fare , ognuno di noi, il proprio dovere civico e così incidere sulla realtà. La politica va riconsegnata agli individui per potere tornare a vivere in un civismo attivo e militante. L’inganno non va riperpetuato. Usciamo dai confini di politici intimidatori, decadenti e voraci per ritrovare mercato del lavoro, produttività, infrastrutture e servizi, famiglie. Intervenire sulla qualità della politica uscendo dalla contrapposizione tra buona politica, partiti, società civile. Facciamo un appello alla mobilitazione civica tra associazionismo, auto-organizzazioni, volontariato quale espressione di una ricostruzione pura e chiediamo ai partiti di venire finalmente fuori dai loro fortini per evitare il baratro in difesa di un nuovo ruolo dell’Italia, l’altra Italia.

 

Nasce il “mensile” di Innovatori Europei

 di Salvatore Viglia (direttore)

Innovatori Europei. Due aggettivi che insieme diventano tutt’uno con un progetto cominciato nel 2006.

Essere “Innovatori” non è una sindrome, una malattia, una ossessione oppure una moda.

Significa configurare una condizione naturale che, per le leggi del mercato asservito ad una gestione globale irresponsabile , è stata sopraffatta da logiche distorte.

“Europei” è solo l’auspicio in quanto prima aggregazione di intenti in previsione di una generalizzata prassi intercontinentale in divenire.

Due aggettivi necessari, oggi, agli albori di un sistema che si affaccia sul mondo della consapevolezza ma che dovevano, secondo logica, essere superflui.

L’auspicio è che ambedue gli aggettivi non trovino più ragione di essere quando la “normalità” avrà un posto predominante nelle attività di progetto e di evoluzione progressiva e progressista del genere umano. Il bisogno dunque di definirsi “Innovatori” è dettato purtroppo da contingenze sociali e politiche distratte quando non dolosamente colpevoli.

“Innovatori Europei” nasce dal bisogno proprio di sottolineare una naturale propensione filosofica e conveniente della scelta, da parte dell’uomo, di opzioni opportune, naturali, decisamente consigliabili. In realtà propone una scontata visione onesta e priva di “interessi” diversi della vita e delle attività sociali così come le conosciamo. Ciò nonostante rappresenta ancora una meraviglia per la poca assonanza con la prassi in auge.

Così brevemente premesso, neanche l’etica avrebbe motivo di essere menzionata in  quanto mezzo indispensabile attraverso il quale perseguire gli obiettivi pianificati e studiati. Trattiamo di una materia che presuppone quale ingrediente fondamentale la predisposizione interessata solo ed unicamente al bene comune perciò l’etica diventa motore, cuore delle attività sia sociali che politiche.

L’etica è indispensabile per il moto, per la crescita, per la bontà dei progetti, ne fa parte integrante.

“Innovatori Europei” è per la ricerca  intesa non solo come studio ma come sistema, abitudine scolastica e didattica introdotta a partire dalla scuola primaria per interessare ed invadere ogni settore, tutti i settori nei quali le attività dell’uomo sono impegnate.

Normalmente, si fa corrispondere al significato di “Innovazione” il continuo aggiornarsi della tecnologia che facilita ed agevola la vita degli esseri sociali. Non è così. Almeno non è sempre così.

I risultati della ricerca introducono, è vero, sistemi innovativi che si impongono quali ricambi  ed in sostituzione alle distorsioni innaturali tuttora vigenti in danno alla salute, per esempio. Le centrali di rigenerazione, i sistemi di recupero delle acque piovane, le finestre a triplo vetro con schemi a lamelle mobili, i materiali di riciclo, le isole di raccolta differenziata dei rifiuti, il cemento fotovoltaico (TX Active), i sistemi eolici, i sistemi di climatizzazione con sistemi a travi fredde Trox, giardini fotovoltaici, tetti formati da tegole foto catalitiche in grado di trasformarela C02 in sali, le mobilità sostenibili, le auto elettriche, le aree verdi a risparmio idrico, mangiar sano e altro ancora, sono l’aspetto freddo che deve divenire sistemico di una “condizione” indispensabile che si attesta su una concezione della vita, su un codice inviolabile di regole convenienti per tutti i membri del consesso.

In questo senso ancora assistiamo alla assegnazione di premi, basti pensare ai Green Awards, per chi propone e realizza idee valide, innovatrici utili all’ambiente ed alla vita. Ciò significa, stando alle eccezioni, esse restano ancora tali senza diventare consuetudine, che non si è ancora accelerato sulla necessità di ribaltare il sistema vigente irresponsabile e colpevolmente negligente.

“Innovatori Europei” nasce e spende la sue genialità giovani, personalità competenti e propositive affinché le eccezioni diventino normalità e le eccellenze siano sempre meno identificabili tra tante eccellenze.

Possiamo concludere che la sostanza dei problemi posti da “Innovatori Europei” non è politica in quanto tale. Diventa politica dal momento che si rende indispensabile una sensibilizzazione che, per legge, introduca parametri che facilitino e migliorino la vita piuttosto che complicarla.

Anche dal punto di vista politico, “Innovatori Europei” si pone assai avanti alle determinazioni del panorama attuale che sembrano aver raggiunto, ob torto collo, una sorta di ragionevolezza anche se imposta delle gravi difficoltà economiche contingenti.

La politica, per “Innovatori Europei”deve essere la giusta mediazione per la riduzione del conflitto in contrapposizione ideologica tra anime e posizioni diverse proprio in virtù di quell’interesse    proteso eticamente e moralmente nel facilitare e migliorare il bene comune dei cittadini in maniera  irrinunciabile.

Da oggi, con la nascita del “mensile” di Innovatori Europei, metteremo ancora di più l’accento su tutto questo.

Seguiteci, non sarà tempo perso.

 

L’alta velocità ferroviaria per il rilancio della Basilicata

di Massimo Preziuso (su Il Quotidiano della Basilicata)

E’ un periodo davvero strano quello che stiamo vivendo, a tutti i livelli. Nel mondo continuano e si sommano crisi di vario tipo, che ci dicono che la abbuffata fatta negli ultimi dieci anni di globalizzazione ora va pagata. In Europa ormai da cinque anni, importando e accogliendo una crisi “molto” americana, siamo entrati dentro una nuova, quella dell’euro, che in pochissimi anni è diventata oggi la crisi di tutti noi. E in Italia, Paese in poco tempo diventato a “sovranità limitata”, le cose nella società e nell’economia vanno male, aldilà delle rappresentazioni che si vogliono dare ad una presunta recuperata “credibilità internazionale” sotto la guida di un governo di “illuminati”.

Ma nelle “crisi vivono le più grandi opportunità”. E questo potrebbe essere il caso della piccola Basilicata, che può proprio in questi tempi trasformare limiti strutturali in grandi opportunità. Infatti,  proprio in questi anni così negativamente speciali la Lucania sta recuperando una potenziale centralità. Capita spesso di sentirsi dire: “La Basilicata è l’ultima Regione di Italia in cui si può investire e tanto”. “Ma scherzi, non abbiamo il contesto adatto per gli investimenti. Siamo scollegati. Non abbiamo cultura imprenditoriale” si risponde a caldo. Poi, riflettendoci bene, viene da aggiungere: “In effetti si potrebbe fare tanto in Basilicata. E’ un territorio pieno di risorse naturali (acqua, aria, sole, vento, di combustibili fossili (petrolio e gas), è geograficamente al centro del mezzogiorno, ha un enorme bacino di professionalità con cultura universitaria e molte volte scientifica, non è sede di criminalità diffusa. Ha una nuova classe dirigente giovane e preparata”.

E proprio in questi giorni anche lo SVIMEZ ha detto che “la Basilicata è la Regione più dinamica del Paese”, nonostante abbia i classici ed enormi problemi di una Regione del mezzogiorno di Italia. Ma allora cosa realmente manca in Basilicata per trasformare questo “dinamismo” in attrazione di investimenti, talenti e tecnologia? A mio avviso manca proprio quella cultura imprenditoriale che solitamente nasce attorno a grandi progetti infrastrutturali che facciano da volano allo sviluppo della Regione. Si obietterà che queste lacune regionali sono però dovute alla scarsa densità economica e di domanda aggregata che possa permettere la realizzazione di grandi progetti e investimenti. Ma, se è vero questo, nello stesso tempo è sempre in Lucania che le aziende petrolifere estraggono miliardi di euro l’anno di petrolio e gas naturale,  lasciando ad oggi alla Regione nessun progetto di lungo periodo (forse perché non sollecitate in tal senso).

E allora si potrebbe provare a rilanciare proprio fissando lo sguardo più attentamente su questo tema. Si potrebbe per esempio decidere finalmente di investire parte delle risorse ricavate dall’estrazione e destinate come royalties alla Regione e ai comuni interessati  – invece che in buoni benzina o in piccoli progetti locali disordinati e senza visione – nel project financing di una infrastruttura ferroviaria in alta velocità che colleghi la Basilicata con il corridoio europeo Sud – Nord, mettendola al centro del mezzogiorno e rendendola naturale calamita di risorse e progetti. Molti obietteranno che una tale infrastruttura non è fattibile economicamente per la solita “mancanza di domanda” (in questo caso di flussi di viaggiatori) o perché “il tracciato è inserito in una geomorfologia troppo complessa”  (per troppa pendenza o cose simili). Ma, con volontà politica e con ingenti risorse pubbliche e private, l’alta velocità in Basilicata si potrebbe di certo fare. Ed ha senso investire oggi in un serio studio di fattibilità per poi eventualmente inserire tale infrastruttura nel gruppo delle grandi opere pubbliche europee da realizzare.

Qualcosa va assolutamente fatta – se non l’alta velocità un aeroporto – per connettere la Lucania con un mondo di persone e di risorse che la vogliono fortemente incontrare. Il momento è adesso.

 

Primarie: associazione ‘Innovatori europei’ sostiene candidatura Bersani

(ASCA) – Roma, 3 ott  L’associazione Innovatori europei sostiene la candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra.

 

”Crediamo – ha dichiarato Massimo Preziuso, presidente di Innovatori Europei dopo l’incontro con Roberto Speranza, coordinatore del comitato Bersani – che Bersani sia il candidato che esprima la giusta sintesi tra credibilita’ e rinnovamento, e l’unico politico che possa portare avanti, da subito e con serieta’, le istanze per le quali il nostro movimento si batte da anni”.
”Speriamo di avviare presto una collaborazione concreta col segretario – prosegue Preziuso – perche’ riteniamo che queste siano tematiche fondamentali in un’agenda di governo.

Innovatori europei nasce nel 2006 dando il proprio contributo dalla societa’ civile, dalla quale conserva le basi, alla nascita del partito democratico. L’associazione si occupa di temi legati ai diversi campi dell’innovazione: dalle energie rinnovabili allo sviluppo sostenibile, all’implementazione di un welfare nei territori, alle problematiche legate alle frequenze radiotelevisive, alla riforma delle istituzioni europee.

La crisi europea e il nodo della democrazia

di Francesco Grillo su Il Mattino

Cosa manca? L’esempio del parlamento europeo dimostra che ad essere inadeguati non sono tanto i meccanismi formali di delega e dunque la legittimità delle decisioni. L’assenza vera è quella di un’opinione pubblica europea capace di discutere e di dividersi non sulla base di interessi nazionali ma di giudizi diversi su questioni importanti. Manca una qualsiasi visibilità dei leader delle istituzioni europee che sembrano, a volte, scelti proprio per evitarne una qualsiasi popolarità. In questa situazione, qualsiasi decisione su questioni cruciali appare arrivare da un luogo inaccessibile – l’Europa – le cui decisioni sono imposte senza possibilità di dissenso.

La novità è che questo paradosso diventa oggi, come riconosce Monti quando chiede che almeno un vertice sia dedicato per discutere di questa questione a Roma, un nodo drammatico.

La crisi dell’Euro, si sostiene a ragione, si affronta affiancando alla moneta unica un’unione fiscale: ciò rende però ancora più semanticamente chiara la questione. No taxation without representation è il principio dal quale parte la Rivoluzione Americana e la storia delle democrazie moderne: violarlo significa sfidare la nemesi di cui la democrazia – se ignorata – è capace. Come del resto dimostrano, in un contesto totalmente diverso, le centinaia di attacchi che l’anno scorso hanno subito le sedi delle agenzie fiscali in Italia.

Che fare allora? L’idea di un referendum su un nuovo progetto di integrazione, molto più semplice ed efficace del trattato faticosamente partorito qualche anno fa, avrebbe il merito di creare l’occasione per sottoporre ai cittadini europei una scelta netta: in grado di produrre l’attenzione dei media e i confronti appassionati di cui l’Europa ha bisogno per diventare più politica. Più a lungo termine, c’è però bisogno di cominciare a pensare, come avrebbe detto Massimo D’Azeglio, come fare gli Europei dopo aver fatto l’Europa: ad esempio basterebbe – secondo i calcoli del think tank Vision – un terzo dei 50 miliardi di Euro spesi ogni anno per proteggere l’agricoltura europea dalla competizione, per finanziare l’idea di rendere obbligatorio un semestre di studio in un altro paese europeo sia per gli studenti universitari che quelli della scuola secondaria superiore.

Per vent’anni è prevalsa l’idea che il progetto europeo fosse troppo complicato per poter essere spiegato. Dopo vent’anni voler fare gli Stati Uniti d’Europa senza affrontare il nodo della democrazia, equivale a comportarsi come certe coppie in crisi che decidono di fare un bambino: con il risultato di rimandare semplicemente un problema destinato a riproporsi più tardi, questa volta con conseguenze ancora più negative.

L’Europa ha bisogno urgente che parta subito un progetto in grado di dare il segnale di un cambiamento di passo e di direzione. Ciò richiederà, anche questo si respirava a Pontignano durante il fine settimana, una generazione di leaders coraggiosi diversa da quella che è stata protagonista negli ultimi venti anni.

La corriera Annunziata

di Michele Mezza

I giornali si valutano dal secondo numero,le piattaforme web dal primo .

Oggi è uscito in rete l’Huffingtonpost all’italiana.

E’, come sapete,la versione nazionale del noto sito della miliardaria californiana, che ha fatto bingo con la formula  relazioni più  vetrina per i bloggers.In Italia  la testata esce in una co produzione con il gruppo l’espresso.

Lucia Annunziata si candida ad essere la risposta italiana alla magnate groco amerricana.

Ovviamente rispetto ad un giornale un sito  è difficilmente definibile a partire da quello che si vede, per il semplice fatto che ilo sito, come tutto cioò che scorre in rete, è un’entità liquida, cangiante, permanentemente in divenire.

Il sito è un media eracliteo,dove tutto scorre sempre.Dunque ogni considerazione potrebbe , anzi dovrebbe, essere smentita il giorno dopo, un’ora dopo, dal cantiere che si riorganizza permanentemente. Ma alcuni caratteri sembrano poterrsi identificare, anche perchè fanno pasrte dell’identità della sua direttora. Innanzitutto  il tempo: al momento  la versione italiana dell’ Huffington post sembra cadenzarsi sulle 24 ore: oggi vi dico le notizie di ieri, domani commento quelle di oggi.pronto ad essere sbugiardato fra un minuto, da un lancio di breakingnews, ma ho questa netta impressione: si procede per menabò.Del resto il primo amore non si scorda mai. secondo azzardo: è un sito chiuso. ma come, si dirà, sono sbandierati 200 bloggers? anche su una corriera ci sono 200 passeggeri, ma poi guida uno solo.

La sensazione è che siamo sul 75 che da Monteverde va alla stazione Termini: tutti possono salire e scendere, ma il percorso è quello, bello e spettacolare,ma fisso.

Infine il web: dovè? ossia dove sta la ricchezza di lavorare nell’ambiente più ricco e abbondante del mondo? dove sono gli integratori? dove si lavora sul flusso complessivo? comer si arricchisce il proprio prodotto con la rete? vedo una separazione, un framezzo che divide la rete dal castello.

Ultima stupidasggine: l’agenda. Certo politica ed economia, dice la direttora. Ma la solita politica e la solita economia o ….Vi pare che oggi la vicenda cinese di Foxcom non sia politica ed economias intredcciate e tutte di interesse nazionale, visto le ripercussioni sull’oggetto più caro che abbiamo? oltre che all’aspetto politico-sociale dell’esplosione dellas bolla -lavoro in Cina? ebbene provate a cercare nell’apposito spazio il tema Foxcom nel nuovo sito e vedete cosa appare.ovviamente siamo ai primi minuti di un’avventura che dispone di competenze e mrisorse poderose. Tutto qwuello che ho scritto verrà sbriciolato in un baleno.O forse no… stiamo a vedere

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