Innovatori Europei

Significativamente Oltre

Attenzione alla deroga alla giustizia

di Arnaldo De Porti

Sento, ma non capisco con quale pudore ! il Ministro per le riforme  Quagliariello (Pdl) stia invocando l’amnistia o condono anche per il signor B.

Premesso che, immedesimandomi in detto ministro, non sarei capace di trovare le risorse psico-fisiche  per avanzare una tale spudorata richiesta,  io credo che l’Italia, ove ciò dovesse accadere,  salti in aria ad opera degli Italiani onesti, che rispettano le leggi e che hanno portato pazienza all’infinito e che, di fronte ad una tale evenienza,   verrebbero colti da un tal male di stomaco con le conseguenze che ne deriverebbero ineludibilmente, di fronte al quale, anche assumendo forti dosi di…antidoto all’espulsione di sostanze gastriche,  il conato non passerebbe.  Ed allora, che sarà ?

Ma stiamo scherzando con il fuoco ? Vogliamo ammazzarci l’un con l’altro ? Il Presidente della Repubblica potrà accettare un tale stato di cose, proprio lui che, fra gli altri incarichi, è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura ?  E che ha assistito proprio l’altro ieri ad un grande corteo a difesa della Costituzione, costituito non da mezze calzette, ma da uomini onesti e preparati quanto il Quirinale ?

Ma ce rendiamo conto che per colpa di un tale che da 20 anni sta sconquassando il Paese stiamo morendo tutti, anche di fame ? Che non c’è più voglia di ridere ? Che ogni giorno bisogna pagare, pagare, pagare. ?  Che non si può più stare tranquilli in quanto ad ogni pié sospinto vieni tirato per la giacca affinché si faccia l’elemosina ? Che le Tv sono piene di richieste di questue mascherate ? Che vediamo ogni giorno dei politici che fanno letteralmente ribrezzo per cosa dicono e per cosa…non fanno, salvo intascare, intascare, intascare….?

Sento odore di bruciato e vedrete che, come ho sempre detto azzeccando al 100 % le varie realtà da un ventennio a questa parte, che da un momento all’altro scoppierà un bubbone di fronte al quale tutti,  accorgendosene improvvisamente, diranno :  “C’era da immaginarselo che succedeva così….”

E’ inutile nasconderlo, ormai l’Italia, checché se ne dica, ha già portato praticamente i libri in Tribunale per la procedura di fallimento, atto che formalmente viene rimandato di settimana in settimana attraverso “escamotage” vari che non possono continuare all’infinito, se si considera che l’Italia divisa in tre, sta percorrendo tre direzioni diverse.

Se prima non bastavano le parole, ora non bastano più neanche i fatti in quanto – diciamocela tutta e per intero –  il fallimento c’è già da tempo, anche se non ufficializzato. Infatti, un debito pubblico delle dimensioni che abbiamo, è  insanabile, non sottacendo che per una qualsiasi società, nelle debite proporzioni naturalmente, basterebbe molto e molto meno per dichiararla fallita.

Invece stiamo ancora qui ad ascoltare pagliacciate che non stanno né in cielo né in terra ! C’è da vergognarsi !  Ma soprattutto c’è da reagire  !!!

Il “ mantra “ di Barbara

di Pierluigi Sorti
Il rifiuto di ospitalità mediatica ai dubbi sui grandi percorsi politici predeterminati dai potenti, la sacralità di decisioni quando esse riguardano vaste aree di popoli ed il loro stesso futuro : in sintesi l’illegittimità o l’ irrisione del dissenso nella perentorietà del mantra che, nell’ inconscio collettivo, suona così “ non c’ è alternativa “.
Questo, sinteticamente,  il messaggio che Barbara Spinelli ( “la Repubblica” di sabato 12 ottobre ) denuncia nel riscontro della fatale meccanicità con cui si svolge il processo di unità europea .
Con una attraente sequenza concettuale, anche se più attinente all’ intuizionismo di H. Bergson che alla logica di Aristotile, l’ editorialista procede con sicura speditezza, senza esimersi dal rischio del rivisitare la storia anche ricorrendo ai “se “ retrospettivi.
“Il chiedersi come sarebbe il mondo che viviamo se la crisi che ha lambito l’ Europa, cinque anni fa , fosse sta affrontata in modo diverso “, è specificamente il quesito non solo legittimo ma addirittura inevitabile, considerando che, tale crisi essendo tuttora in corso, le vie intraprese per il suo superamento hanno, con evidenza, rivelato tutta la loro inadeguatezza.
E’ un presupposto che, se condiviso, ci consente anzi regredire più indietro nel tempo e affrontare un quesito relativo a un capitolo dimenticato, non senza stranezza,  e propedeutico all’ introduzione della moneta unica europea.
Ci riferiamo  specificamente al meccanismo con cui 17 paesi europei , accettarono di sostituire le loro rispettive monete con l’ Euro.
La regressione progressiva dell’ economia europea, difficilmente può accontentarsi della spiegazione che  individua l’inevitabile contrappasso per i paesi, fra cui indubbiamente il nostro, che usavano  ricorrere all’aumento simultaneo del debito e dell’ inflazione.
Non siamo certo convinti né tanto meno in grado di dimostrare  che il cambio adottato per la lira sia stato calcolato con sottovalutazione della moneta italiana.
Nel quadro di una ipotesi, da taluni legittimamente avanzata,  di revisione e di aggiornamento  degli accordi europei finora vigenti, sarebbe tuttavia legittimo asseverare che effettivamente non ci siano stati errori eventuali nelle proporzioni di cambio, a suo tempo adottate,  fra le varie monete aderenti all’ euro.
E’ infatti intuitivo che un eventuale, anche minuscolo errore di sotto valutazione nella comparabilità di una moneta, questo avrebbe generato una diminuzione ingiusta  e tuttora persistente del  patrimonio  nazionale tutto, subito incolpevolmente da ogni cittadino e destinato a prolungarsi per un lungo periodo nel tempo.

Alitalia piattaforma euro mediterranea, adesso!

E’ proprio (come dice indirettamente @romanoprodi) dal voler essere porta di accesso principale del “costituendo” euro – mediterraneo che le trattative di Alitalia devono iniziare.
Idealmente da soli, più facilmente attraverso “partnership” con realtà internazionali interessate al mediterraneo, come Emirates, Turkish Airlines, Air China.
Perché, se è vero che la soluzione Air France oggi ci farebbe diventare un sotto dominio francese, la soluzione “italiana” con Poste rischia di risultare alla fine in una ulteriore perdita di tempo e risorse prima di scelte definitive in un settore strategico per il nostro futuro.
E allora: Alitalia piattaforma euro mediterranea, adesso!
Massimo Preziuso

E’ vietato calpestare i sogni

L’innovativo libro di Michele Larotonda

Milano, inizio del nuovo millennio. Un ragazzo cresciuto in una classica famiglia borghese, complici una serie di eventi e di casualità entra in contatto con persone che lo porteranno a capire qual è la sua più grande passione: la musica. Insieme a loro, sfidando anche la legalità e gli iter burocratici, mette su la sua prima band e mano a mano che il tempo passa, la sua passione cresce e in quella stessa passione trova tutte le risposte. Siamo lontani dai talent show, l’Ipod stava lentamente prendendo il posto dei walkman e smartphone e tutte le innovazioni tecnologiche di oggi non esistevano neanche nelle menti di chi le ha create dopo. Al tempo la musica era vivere insieme, condividere, sudare e superare insieme ogni ostacolo. 
Michele Larotonda: Il suo motto è: “Fai quello che sai fare e rendilo unico”. Michele Larotonda è nato nel 1977. Della sua infanzia ricorda il momento in cui suo padre gli mise in mano una Rollei 35, ed è stato amore a prima vista.  Nel 2004 comincia ad affiancare un importante studio fotografico di Varese, nel frattempo si diploma in fotografia presso la John Kaverdash School di Milano e si avvicina alle tecniche del fotoritocco con Photoshop CS4, CS5 e CS6. La passione per la musica lo porta sotto i palchi dei concerti a fotografare artisti affermati (Planet Funk, Bush, Giuliano Palma, Motel Connection, Marta sui Tubi…) e artisti emergenti. Ha esposto in associazioni culturali e locali e alcuni suoi scatti sono stati pubblicati su riviste e quotidiani quali: Living, Inkroci, La Prealpina, Il Quotidiano, Milanosette, Varese io C’ero… E’ il titolare dello Studio Larotonda a Milano

Il Sapere e la Politica

Osvaldo Cammarota* per il Denaro 4/10/2013

 

“Sapere nobilita l’uomo”. Con questa convinzione gli Innovatori Europei parteciperanno al dibattito che –ci auguriamo- si svilupperà intorno alle vicende politiche del paese, a partire dall’occasione data dal congresso del PD.

È un’impresa in controtendenza. Il pensiero e la prassi prevalenti hanno consacrato il denaro e il potere come fattori di “nobilitazione”. Mai come negli ultimi anni questo binomio ha dominato anche nelle scelte delle pur diverse formazioni politiche. È difficile, infatti, negare che la politica non sia stata influenzata dal potere del denaro, anche nella selezione e promozione della classe dirigente. Alla finanziarizzazione dell’economia è seguita, supina, la sorte della politica. Ciascuno può constatarlo, a livello locale, sovralocale e globale.

Ma cosa accade quando il denaro scarseggia e, con esso, anche il potere si mostra inefficace?

Il nostro auspicio è che si apra una fase in cui il sapere informi maggiormente le scelte politiche ed economiche. È una pia illusione? È un’ambizione troppo alta? Forse no, è la crisi stessa che richiede questo salto di qualità e, in ogni caso, ci sembra utile discuterne. Sarebbe civilmente insostenibile lasciare che i processi di cambiamento siano, ancora una volta, dettati esclusivamente dal potere del denaro. Troppi problemi rimarrebbero irrisolti. Papa Francesco non può essere lasciato solo, è una questione rilevante per l’intera umanità, forse dovrebbe esserla ancor più per i laici.

Partiamo da alcuni quesiti che poniamo a noi stessi e a chi vorrà approfondirli. Dove è depositato il patrimonio del sapere? Come lo si può valorizzare per contribuire a scelte pubbliche più appropriate?

Il sapere è una risorsa di tipo immateriale. Nella nostra società è diffusamente depositato in migliaia di persone che hanno competenze nei diversi campi dell’agire umano. Saperi scientifici e saperi di contesto non comunicano tra loro. Troppo spesso si compiono analisi e si effettuano scelte importanti sulla base di freddi dati statistici che non rispecchiano la realtà.

Questa è la prima grande sfida per un partito nuovo che voglia alimentarsi delle istanze di cambiamento e tradurle in progetti di futuro. Come si può fare? Quali princìpi di funzionamento deve avere un partito moderno? Come seleziona la sua classe dirigente?

Nel documento-base che proponiamo per la discussione (www.innovatorieuropei.com) abbiamo voluto indicare solo i punti che ci sembra utile approfondire e sui quali ricercare soluzioni che darebbero alle formazioni politiche quei caratteri di modernità e, al contempo, di adeguatezza ai principi della nostra Costituzione.

Non vogliamo partecipare alla rissa sul leader da seguire, piuttosto ci interessa contribuire alla definizione di una strategia operativa di innovazioni nel FARE politica e amministrazione. Il nostro paese ne ha urgente bisogno per essere parte attiva e propulsiva nel compimento del processo di unificazione europea. Rimaniamo convinti che, per far questo, sia utile uscire da gabbie ideologiche e ricercare punti di convergenza tra tutti i riformatori, pur provenienti da diverse formazioni di pensiero.

Su questi temi e con questa idealità la rete degli Innovatori Europei è già da tempo impegnata. Ciascun associato, per quel che può, opera innovazione nel suo agire quotidiano nel proprio campo di competenza, ma la Politica è risultata impermeabile, troppo concentrata ad autoreferenziarsi con una selezione di quadri fedeli e obbedienti al “leader” di turno.

Sarà il concreto svolgersi dei Congressi di Partito a dimostrare l’effettiva volontà di innovare la politica. Per parte nostra sentiamo solo il dovere civile di dare senso alla parola “partecipazione”.

 *Innovatori Europei Campania

Papa Francesco: l’Uomo

Papa Francesco, l'attendismo della Cei

di Giuseppina Bonaviri

Papa Francesco ammonisce dolcemente incoraggiando un progetto di revisione complessivo della società attuale e partendo dall’idea che le organizzazioni di potere non  debbano più essere verticistiche ma orizzontali. Parla alla politica precisando che il liberismo selvaggio rende più forti i forti e più deboli i deboli e gli esclusi. Parla di amore, di interventi che lo Stato deve dirigere verso nuove regole di comportamento per salvaguardare con tenacia e fermezza le discriminazioni, per correggere disuguaglianze, per divenire più tollerante verso chi soffre. Ricorda con un sorriso che la vocazione universale del ruolo dei potenti è una grande responsabilità di servizio che va assolta con umiltà e consapevolezza. Se si rimanesse servi del potere svanirebbe proprio quella logica e pratica di servizio agli altri. Se ciò che lui auspica, avvenisse, si assisterebbe al cambiamento di un’epoca.

Mi ritrovo, io da sempre laica, lontana dal mondo pretino e sanfedista a parlare di questo Papa ma non mi sorprendo perché la riflessione va oltre, si estende all’Uomo e a quello che nella sua essenza, nella sua profondità, nella sua intimità rappresenta per me.

Non si intravedono, nella nostra epoca di superficialità e dilettantismo punti di riferimento e di pensiero a testimonianza di quel Bene che sovrasta ingiustizie e prevaricazioni, interessi personalistici, che mette al centro il bisogno, l’ascolto, la sofferenza, l’altruismo, la speranza.

E lui, Papa Francesco appare unico andando oltre gli Stati e le Nazioni, oltre il vacillare vano di ciò che rimane di evanescenti potenze economiche, di partiti irreali introflessi alle rendite di pochi superstiti, dimentichi della solitudine di chi è stato abbandonato, di chi perde la vita sul lavoro, di quei morti suicidi per mancanza di sussidiarietà, di chi soccombe nei nostri mari sperando invece in un futuro più buono.

Io, da sempre donna libera, certamente mistica come i visionari e i sognatori mi auguro che siamo Uomini come lui a guidarci, a contaminare le nostre menti, a restituire quel sentimento di vergogna che solo rende capace di guardarsi attorno non attoniti per dimostrare che un progetto di revisione sul bene comune, sul prossimo, su un forte senso di comunità è ancora possibile.

Alla politica diciamo, insieme a Francesco, che non è più tempo di bleffare. Va restituita ai cittadini la pienezza della dignità senza ipoteche, senza commiserazioni, senza repliche. Non ci interessano balletti su pseudo crisi con parole morbide, non ci stimolano trattative alla fiducia -la fiducia non si conquista coi dietrofront, con gli strappi, con i sigilli imposti-. L’attuale classe dirigente, evanescente quanto indecente, lo ascolti e ci ascolti.

Fintanto che l’Italia risulterà essere al 27esimo posto nella graduatoria di Global Age Watch -prima classifica mondiale sulla qualità di vita di 91 Paesi- che tiene conto dei parametri legati a condizioni sociali, di reddito e ambientali non ci saranno alibi.

Il Bel Paese si piazza dopo Cile, Slovenia, Uruguay e Argentina e rimane penultimo per l’Indice di Benessere Politico a causa della percezione dell’alto livello di corruzione , penultimo nella dimensione Social and Interpersonal Index a causa  della crisi, della disoccupazione giovanile e della mancanza di solide politiche di Welfare e tra gli ultimi posti nella classifica dei migliori paesi in cui nascere rimanendo fuori dalla top 20 dell’Onu che lo dichiara un paese inidoneo alla sopravvivenza dei vecchi.

Dateci un Paese normale

di Diego Bevilacqua (CSPS Civitavecchia)

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, non sbaglia a paragonare l’Italia ad una partita di calcio che si decide al 90° minuto; una partita che tiene tutti incollati al televisore. Ma tiene incollati al risultato anche i mercati, che oscillano tra valori positivi e negativi. Per questa volta l’abbiamo spuntata, sebbene la crisi di Governo sia ancora dietro l’angolo.

…Ora è il momento delle riforme, di quelle necessarie per dare stabilità al paese e andare al voto; per formare un governo finalmente scelto dal popolo e non un governo che nasce da una mediazione tra le parti su richiesta del Presidente della Repubblica.

Squinzi, in particolare, individua dei punti salienti per il rilancio non solo dell’impresa italiana, ma anche dell’economia tutta:
1. pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, che non sono altro che entrate mancanti nelle casse delle imprese, le quali si sono trovate a combattere contro un soggetto insolvente, difficile da combattere: lo Stato.
2. Intervenire sul cuneo fiscale, diminuendo l’incidenza sulle imposte e tagliando il costo del lavoro. Dare, insomma, maggiore respiro alle aziende, e nutrire al contempo le politiche di inserimento nel mercato del lavoro per calare la percentuale di disoccupazione, ormai al 40%.
3. Semplificare la burocrazia, a partire dalla normativa vigente e cercando di tagliare gli oneri amministrativi. Il tempo dedicato ogni anno dalle aziende per il solo adempimento normativo, tra controllo dei bilanci, e pratiche burocratiche varie, è elevato e superiore rispetto ad altre realtà europee con le quali dovremmo competere, e tutto questo si traduce in costi a carico delle imprese. Qui dovrebbero intervenire materia come la misurazione e riduzione degli oneri amministrativi, oltre che tentativi di better regulation per sbrogliare almeno una parte della matassa burocratica.

E tutto questo può essere raggiunto solo con una vera #stabilità #politica, una maggiore tranquillità istituzionale e sociale, per permettere la ripartenza di un paese che ha dato tanto sotto tutti i punti di vista, e molto altro può ancora dare.

Comonext Parco Scientifico Tecnologico: Bando incubatore 2013

Per tutti gli Innovatori Europei:
 

Gli amici di Comonext Parco Scientifico Tecnologic hanno dato il via al Bando incubatore 2013” promosso con la Camera di Commercio di Como.

 
Ecco il link (http://www.idea2impresa.it/Il-Bando) al Bando.

INFORMAZIONI SUL BANDO

Il Bando è rivolto ad aspiranti imprenditori o imprese già attive da non oltre 18 mesi (alla data di presentazione della domanda).
Prevede l’erogazione di 5 voucher di 50.000,00 € cad. in quattro anni da attribuire ai 5 soggetti vincitori che, selezionati da un’apposita commissione, si impegnano a dar vita ad un’impresa la cui sede operativa si collocherà presso il Parco Scientifico Tecnologico Como NExT.
Lo scopo è quello di fornire gli strumenti (spazi e servizi) per agevolare la realizzazione di una buona idea in una vera e propria attività imprenditoriale, attraverso un percorso assistito di 4 anni e la consulenza tecnica e manageriale forniti dalla struttura di ComoNExT .
Un Bando che premia la capacità innovativa: il grado di innovazione presente nell’ idea risulterà essere l’elemento vincente. Si precisa che per innovazione si intende lo sviluppo di prodotti/servizi o processi produttivi con caratteristiche innovative rispetto alle offerte già presenti sul mercato.
Il bando scade il prossimo 31 Ottobre.
Maggiore informazioni: www.idea2impresa.it e www.comonext.it

Le conclusioni del meeting di Bologna di REA

di Antonio Diomede

PIATTAFORMA RADIOTELEVISIVA LOCALE

(dal meeting di  Bologna le emittenti locali hanno lanciato un forte appello all’unità della categoria e delle associazioni per il rilancio del settore)

 

Il Meeting che si è tenuto a Bologna il 27 settembre 2013, in occasione dell’IBTS, non è stato il solito  monologo di un relatore e di una silenziosa platea che pazientemente  ascolta senza diritto di parola. Tanto meno è stato la consueta passerella di politici e personaggi pubblici. E’ stato un fruttuoso incontro di lavoro, a più voci,  che ha visto fissare i punti cardine per rilanciare il settore verso nuovi traguardi superando le incancrenite diffidenze nelle relazioni sindacali e le paure della crisi.   Sono stati proprio questi due ultimi aspetti gli elementi di “massima attenzione” quando si è parlato della “necessità” di  “unire le forze” delle associazioni su temi comuni alla categoria per portarli a positiva soluzione. Come? Quando? Sul come, il Meeting ha suggerito di stendere la Piattaforma Radiotelevisiva in modo “aperto” da sottoporre al dibattito con le emittenti e tra le Associazioni di buona volontà che credono nel “bene comune” della categoria e che siano consapevoli che “dalla crisi si esce solo se si ha la forza di superare i contrasti e se si è uniti nelle battaglie associative”. Sul quando, il Meeting ha fatto proprio  l’assunto latino “senza por tempo in mezzo” cioè, subito, senza perdere ulteriore tempo.  Pertanto, la REA ha invitato formalmente le Associazioni Aeranti-Corallo e FRT al primo incontro preliminare da realizzarsi lunedì 7 ottobre – ore 13.45 – (o in altra data da concordare) presso la sede del Dipartimento Comunicazioni – viale America 201 – Sala Rossa B336

 

La REA si accosta al primo incontro unitario, nella speranza che venga   accolto,  senza pregiudiziali di sorta che non siano quelle legate a conseguire i seguenti obbiettivi di comune interesse per la categoria:

 

  1. salvare le imprese televisive e i livelli occupazionali dalle conseguenze negative dello switch off: ripianificare si può e si deve;
  2. collocazione LCN delle emittenti storiche analogiche di seguito alle emittenti storiche nazionali con priorità assoluta alla storicità di presenza sul territorio  e con equa considerazione fra le emittenti regionali e quelle pluri provinciali.
  3. proposte per la chiusura del contenzioso giudiziario relativo all’assegnazione delle frequenze televisive e alle graduatorie dei bandi;
  4. ipotesi di equo indennizzo per il rilascio volontario delle frequenze televisive;
  5. proposte per rilanciare la Radio Digitale DAB+ sull’intero territorio nazionale mediante adeguati incentivi economici per stimolare l’evoluzione tecnologica della FM;
  6. proposte per indagini di ascolto trasparenti e veritiere, come le emittenti e gli inserzionisti richiedono, per dare fiducia al mercato della pubblicità e ai  consumatori;
  7. sostegno economico agganciato al canone RAI per il servizio pubblico svolto dalle emittenti locali nel territorio;
  8. proposte di revisione della legge 122/98 nella logica di “compatibilizzare per pianificare la FM”;
  9. proposte per regolamentare il rilascio delle licenze SIAE e diritti connessi;
  10. istituzione di un tavolo comune di lavoro per accordi unitari tra le associazioni;
  11. richiesta al Ministero e all’Autorità di istituire un tavolo permanente di  consultazione con le associazioni di categoria per un preventivo parere sulla formazione delle normative del settore;
  12. richiesta alle Regioni di istituire tavoli regionali di consultazione con la partecipazione delle associazioni di categoria, Ispettorati e Corecom per la corretta applicazione della normativa in vigore  e per la elaborazione di proposte per il sostegno dell’emittenza locale nel territorio 

Al fine di  venire incontro alla auspicata “azione unitaria delle associazioni”, le emittenti possono contribuire con un proprio parere in merito agli undici temi proposti scrivendo a info@reasat.it e/o agli indirizzi dell’associazione di appartenenza. La Piattaforma Radiotelevisiva Locale verrà formalizzata al Governo, all’Autorità, alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, alle Forze politiche e alle competenti Istituzioni (Dipartimento Editoria, Regioni, Corecom, Siae, Enti pubblici e privati dell’indotto).     

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