Sapere e Innovazione
Il dipartimento Sapere e Innovazione nasce dalla consapevolezza che gli IE hanno dagli inizi (2006) del progetto:
“L’Italia soffre di un male oscuro: l’assenza di meritocrazia, che crea stagnazione nella società, nell’economia, nella politica, negli stessi rapporti umani. Un paese che non premia il merito, che non premia il talento, è un Paese che non consente mobilità sociale e quindi non consente vera libertà. Si è liberi quando si è in grado di avere le stesse opportunità e le stesse possibilità degli altri di accedere alle risorse, all’istruzione, e di liberarsi dalle condizioni di partenza (quelle dei propri genitori) attraverso il talento e l’impegno.”
Nostra ambizione è quella di liberare il talento naturale nascosto nei nostri territori e nelle persone per farne vero fattore di sviluppo sostenibile italiano ed euro mediterraneo.
Dal 2012, il tema di specializzazione del dipartimento riguarda lo sviluppo di strategie industriali – territoriali di innovazione.
2015: Con il convegno nazionale “Per un Mezzogiorno protagonista tra Europa e Mediterraneo” IE continua su una riflessione interregionale per la Smart Specialization dei territori italiani, per una leadership euro mediterranea sulle nuove frontiere tecnologiche.
2013: Convegno nazionale dal titolo “Progetti per un’altra Italia in Europa”
2014: Nasce il Progetto Smart Nation e Città Intelligenti che sta portando Innovatori Europei a coordinare una importante rete di attori del mondo delle organizzazioni private, delle Università, delle professioni, in un lavoro nazionale per il supporto alla nascita di Aree Vaste Intelligenti in Italia e in Europa.
Per rinforzare il lavoro per una Smart Nation, Innovatori Europei avvia un osservatorio sullo Stato Innovatore , che si occuperà di iniziative per il rilancio di politiche pubblico – private per l’innovazione industriale, nei settori caratterizzati da alto tasso di innovazione e conoscenza, e quindi di incertezza – rischio imprenditoriale.
Ecco alcuni componenti: Luca Neri, Laura Tussi, Massimo Preziuso, Pierluigi Sorti, Aldo Perotti, David Ragazzoni, Ernestina Pellegrini, Rocco Pellegrini, Salvatore Viglia, Mario Di Gioia, Michele Cipolli, Lucia Rondinella, Franco D’Antonio, Giancarlo Giordano, Osvaldo Cammarota, Carlo Alberto Sartor, Claudio Iacovelli e tanti altri
Ecco alcuni degli ultimi articoli e lavori pubblicati dal gruppo:
Donne e Scienza a Bagnoli (di Giuseppina Bonaviri – Marzo 2013)
Sabato 9 Marzo ore 10 – Sala Newton di Città della Scienza: “Una Stanford del mediterraneo a Bagnoli” (di Innovatori Europei – Marzo 2013)
Intervista al Prof. Leonardo Maugeri, talento da esportazione ad Harvard (di Massimo Preziuso – Febbraio 2013)
Sempre meno laureati (di Aldo Perotti – Febbraio 2013)
La Lista Sapienza (di Massimo Sapienza – Gennaio 2013)
I territori, centri di eccellenza (di Giuseppina Bonaviri – Dicembre 2012)
Nasce il “mensile” di Innovatori Europei (di Salvatore Viglia – Ottobre 2012)
L’alta velocità ferroviaria per il rilancio della Basilicata (di Massimo Preziuso – Ottobre 2012)
R-innovamenti web per i partiti politici (di Massimo Preziuso – Agosto 2012)
Vita dura per gli artisti in Italia (di Mario Di Gioia – Luglio 2012)
R-innovamenti politici dalle associazioni (di Massimo Preziuso – Luglio 2012)
Come si risponde al Partito Amazon di Grillo? (di Michele Mezza – Maggio 2012)
Innovatori Europei nel libro “Lobbying & Lobbismi” (di Redazione – Aprile 2012)
Lettera aperta a Mario Monti (di Outsider – Novembre 2011)
Nasce il Partito degli esclusi (di Redazione – Ottobre 2011)
Le lezioni su La7 di Romano Prodi: istruzioni per l’uso (di Alessandro Aresu – Settembre 2011)
Il Sud sta morendo (di Francesco Grillo – Settembre 2011)
La pubblica amministrazione sia noi (di Aldo Perotti – Settembre 2011)
Berlusconi è un lusso che non possiamo più permetterci! (di Massimo Preziuso – Agosto 2011)
La vera sfera di cristallo – Come la rete riproduce e anticipa il senso comune della società (di Michele Mezza e Rocco Pellegrini – Giugno 2011)
Presentazione di “Precari”, il libro di Marianna Madia (di Redazione – Maggio 2011)
Google Price Index (di Rocco Pellegrini) (di Rocco Pellegrini – Ottobre 2010)
L’Italia che verrà (di Aldo Perotti – Maggio 2010)
Chi si ferma è perduto (di Fabrizio Macrì – Aprile 2010)
Considerazioni sulla lettera del direttore Celli (di Massimo Preziuso – Dicembre 2009)
L’alfabeto critico – Si comincia a parlare di uscita dalla crisi mondiale. Come ne usciamo? (di Enzo Tripaldi – Ottobre 2009)
Il Partito Democratico e l’Innovazione nella Green Economy and Society (IE – Settembre 2009)
Il voto degli italiani del giugno 2009 (di Michele Mezza – Giugno 2009)
Italia come Alitalia? O come Parmalat? (di Michele Cipolli – Aprile 2009)
Attuiamo i contratti di solidarietà per le piccole e medie imprese in Italia adesso (IE – Marzo 2009)
Come superare questa crisi 2 (di Aldo Perotti – Febbraio 2009)
Come superare questa crisi? (di Daniele Mocchi – Gennaio 2009)
Studiare e Fare Ricerca in Italia: Come Progettare l’Università’ del XXI secolo (Studio di IE Sapere – Dicembre 2008)
La lettera di un Innovatore (di Daniele Mocchi – Dicembre 2008)
Politiche universitarie in Italia (di Luca Barbieri Viale – Ottobre 2008)
L’occasione perduta a Pisa (di Massimo Preziuso – Ottobre 2008)
Baroni a Roma (di Andrea Candelli – Ottobre 2008)
Ma è vera disoccupazione? (di Daniele Mocchi – Ottobre 2008)
La vera storia di Alitalia (di Michele Cipolli – Settembre 2008)
IL MANIFESTO DEL GRUPPO “SAPERE E INNOVAZIONE” (Anno 2008)
L’Italia soffre di un male oscuro: l’assenza di meritocrazia, che crea stagnazione nella società, nell’economia, nella politica, negli stessi rapporti umani. Un paese che non premia il merito, che non premia il talento, è un Paese che non consente mobilità sociale e quindi non consente vera libertà.
Si è liberi quando si è in grado di avere le stesse opportunità e le stesse possibilità degli altri di accedere alle risorse, all’istruzione, e di liberarsi dalle condizioni di partenza (quelle dei propri genitori) attraverso il talento e l’impegno.
I principali Istituti di ricerca ci dicono, ad esempio, che tutt’oggi la possibilità di accedere agli studi universitari rimane, invece, appannaggio quasi esclusivo delle classi più abbienti: sono studenti universitari il 18,1% dei maggiorenni figli della borghesia contro il 4,1% dei figli della classe operaia. Questo vuol dire, per i figli più “sfortunati”, affrontare una serie di ostacoli preliminari anche solo per poter provare ad investire le proprie risorse e capacità in un’aspirazione di scalata sociale. E’ dimostrato, infatti, come soltanto con un elevato livello di istruzione il giovane può (ma difficilmente comunque ci riuscirà) evitare di rimanere ingessato nella stessa posizione sociale dei propri genitori.
Senza parlare poi delle difficoltà delle donne ad imporsi nella società odierna, nonostante tendano a studiare più e meglio degli uomini e più di questi debbano far fronte ad impegni extralavorativi. Il nostro Paese deve tornare finalmente a porre al centro della sua azione politica la donna, e vedere il lavoro femminile, come strumento per uno sviluppo più armonioso della sua economia e della sua società.
Una società che non premia il merito, che non premia le donne, è una società destinata ad avvitarsi su sé stessa, ad avviarsi al declino e all’invecchiamento. L’Italia è un paese senza natalità, che invecchia: siamo tra i Paesi meno fecondi al mondo! Se non invertiamo la rotta, dove troveremo le energie per crescere e prosperare? Il lavoro incerto e non garantito, l’enorme costo degli alloggi, sia di proprietà che in affitto, la carenza di servizi (asili nido) per le donne che lavorano, la rigidità degli orari di lavoro, la scarsa diffusione del part-time e del lavoro da casa sono ostacoli che devono essere abbattuti. Un Paese dove nascono pochi bambini non ha futuro! Non è pensabile rimanere fermi di fronte alla possibilità che fra qualche decennio 3 persone su 5 non saranno in età lavorativa, ma pensionati o bambini. Perché questo significa che più della metà della popolazione “non produttiva” peserà su meno della metà della popolazione “produttiva”.
Più merito vuol dire più mercato. L’Italia ha bisogno di una forte cultura riformista di mercato, oggi poco presente sia a sinistra che a destra. Se il mercato funziona, esso è democratico. Sono i conflitti d’interesse che ammazzano il mercato, creando rendite di posizione che a loro volta consentono ad alcuni di poter forzare le regole o addirittura farsele su misura. Un circolo vizioso che va spezzato.
Il progetto di Innovatori Europei punta a dare valore, dunque, ai seguenti aspetti: Ricerca e innovazione, Istruzione e capitale umano, Immigrazione, Competitività delle imprese, Rinnovamento generazionale, Parità di genere, Meritocrazia, Trasparenza e moralità delle Istituzioni saranno i nostri cavalli di battaglia, le tematiche che cercheremo di sviscerare, facendone nella circostanza battaglie culturali e politiche.
Ma da dove cominciare per cambiare la società italiana se non dalla sua classe dirigente, pubblica e privata?
Una società che non investe sul futuro e che non dà fiducia alle nuove generazioni non può dirsi veramente aperta e veramente libera. E’ una società destinata all’atrofizzazione. Una classe dirigente moderna dovrebbe avviare e governare l’atteso cambiamento della società civile e della politica del Paese, presentandosi come struttura “ponte” tra la società, la cosa pubblica e coloro che devono gestirla. Ma, purtroppo, chi si trova oggi in posizione di responsabilità nella direzione generale del Paese sembra non essere in grado di svolgere questa funzione, perché in generale manca di “visione comune” delle cose, di una condivisione forte di obiettivi per il futuro e di capacità di individuazione o di espressione di soggetti capaci di guidare l’innovazione. Insomma di capacità di assumersi il rischio del cambiamento. Una classe dirigente moderna dovrebbe possedere, invece, qualità come “visione strategica”, “senso morale, legalità, etica”, “capacità d’innovazione e creatività”, “capacità di attuare le decisioni” e “credibilità internazionale”.
E’ proprio su queste qualità che Innovatori Europei vuole crescere, attraverso un approccio “bottom up”.
Dal 2006, Innovatori Europei crede infatti che una società più giusta e meritocratica non possa trascendere dallo sviluppo di libertà quali Mobilità, Competitività, Etica, Talento, ovvero i veri nodi da sciogliere per ridare speranza e futuro a questo nostro Paese, lavorando con la base della Società.