Riccardo Sani
Un governo di collaborazione illusoria od un governo federale ?
La crisi finanziaria mondiale causerà durevoli conseguenze sulle economie reali.
Il commercio, la produzione e l’occupazione mondiali vedranno un calo notevole .
In Europa la punta più alta della crisi è stata contrastata e viene contrastata con gli interventi della Banca Centrale Europea e, purtroppo, dei singoli governi nazionali e soprattutto in ordine sparso, malgrado l’Unione europea avesse varato un piano di rilancio economico.
Una pronta e consistente ripresa è improbabile a mio parere. Come al solito le divisioni nazionali hanno impedito una efficace azione delle attuali istituzioni europee.
Ogni governo nazionale inganna i propri cittadini su una possibile seria efficacia di una azione
puramente nazionale. Vi è un consistente rischio che l’Europa esca da questa crisi ancora più divisa di quanto lo sia oggi.
Nel pieno della crisi Nicola Sarkozy ha dichiarato di fronte al Parlamento Europeo: “ci siamo dati
una moneta comune, una banca centrale con una politica monetaria unitaria ma non abbiamo un governo economico degno di questo nome”. In effetti l’Europa ha un confuso e velleitario sistema di “governance” ma non ha un vero governo. Sfortunatamente la soluzione proposta da Sarkozy ovverosia una specie di direttorio composto dai paesi più importanti non solo è sfacciatamente antidemocratica ma è pure assolutamente inefficace.
Al contrario il problema reale è stato ben evidenziato dal presidente della Banca centrale europea che ha pubblicamente dichiarato che : “il patto che si sono dati i governi, di stabilità e crescita,
è un quadro giuridico riduttivo che si sono dati in sostituzione del fatto che non vi è un bilancio federale ed un governo federale !”
La mancanza di un bilancio federale è decisiva nell’orientare l’esito della crisi. Il risultato è che ogni governo fa fronte alla crisi soprattutto con un piano nazionale.
Il 12 dicembre scorso il Consiglio europeo aveva approvato “ un piano per la ripresa economica”
redatto dalla Commissione europea in cui si proponeva un impegno di risorse finanziarie per un’ammontare di ogni anno pari all’1,5% del PIL europeo. Di questo solo lo 0,3% veniva finanziato con risorse europee ed il resto con quelle nazionali !!! Il risultato, come al solito, è che i governi sono andati ognuno per conto proprio : uno ha proposto di rilanciare i consumi, un’ altro di puntare sugli investimenti, l’altro ancora con interventi di sostegno alle classi più povere, un altro di puntare primariamente su strutture di viabilità e comunicazione e così via ……in un tripudio fantasioso di varie opinioni contrastanti. Aggiungo che vi è pure qualche governo che non è in grado nemmeno di trovare risorse proprie ad un tasso di interesse conveniente sul mercato finanziario a causa della corsa di tutti gli stati e particolarmente dei più grandi all’indebitamento pubblico.
In conclusione quel piano europeo risulta poco coerente ed insufficiente per fare uscire da una recessione. La lezione è quella che, senza un autentico bilancio federale ed un ministro europeo del tesoro responsabile di fronte ad un parlamento, ogni tentativo di costruire una politica economica europea è destinato a fallire. Di fatto quel Patto per la stabilità economica e la crescita è un orrendo sostituto di un sistema di federalismo fiscale in Europa.
La mancanza di un governo federale è particolarmente evidente se si prendono in osservazione
le problematiche a livello mondiale che noi europei dovremo affrontare.
Ricordo che la crisi finanziaria è derivata soprattutto dalla caduta verticale dei prezzi delle cosidette “attività tossiche” e da un eccesso di liquidità negli Stati Uniti che è servito ad alimentare un enorme deficit delle partite correnti. Ne deriva che è necessaria una nuova regolamentazione del mercato finanziario coerente con una nuova regolamentazione del sistema monetario internazionale.
In un mondo multipolare la crescita non può più dipendere solo dallo stimolo di uno stato o di un gruppo di stati (come aveva propugnato il passato G7). E’ assolutamente necessario sostituire gradualmente il dollaro con i “Diritti speciali di prelievo emessi dal Fondo monetario internazionale” e cercare di ristabilire un sistema di cambi fissi fra paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo.
Ciò richiama all’attenzione le proposte meritevoli avanzate sui rapporti euro-mediterranei dai miei amici innovatori europei ma che, purtroppo, sono destinate a parziali e non duraturi successi in presenza di un quadro della situazione come da me sopra esposto ed in mancanza di prevedibili modifiche a breve termine.
In conclusione l’Europa per agire correttamente ha un enorme bisogno di un governo democratico!
Una possibile riforma fondamentale sarebbe quella della abolizione del pernicioso diritto di veto nel Consiglio dei ministri europei. La regola dell’unanimità è assolutamente incompatibile con la democrazia e lascia campare il comportamento perdurante di quei “piccoli uomini” al governo degli stati in Europa che desiderano, assieme ai partiti che li sostengono, pervicacemente conservare un loro totale ed illusorio potere al livello nazionale a danno di tutti noi Europei !
Riccardo Sani.