m.cipolli
Italia come Alitalia? O come Parmalat?
Alcune considerazioni basate sui dati economici appena resi noti; é discutibile senza dubbio il PIL come indicatore, ma è ancora uno dei riferimenti per le valutazioni e le scelte economiche.
1) Per il 2009 PIL italiano al -4.4% anno su anno, superiamo nettamente la media europea per la DECRESCITA.
2) Debito pubblico al 121% su PIL a fine anno; i sacrifici richiesti da Prodi e co. buttati al vento nello spazio di pochi mesi.
La storia del Berlusconi precedente (2001-2006) sembra ripetersi ma amplificata notevolmente. Le maggiori banche italiane fanno ricorso ai Tremonti bond (molto sconvenienti ai tassi attuali) seppur, si dice, molto solide. Mi ricorda la situazione di Parmalat pre-default; forti debiti e bassa redditività ma tutti dovevano stare tranquilli poichè la liquidità era tutta offshore su un conto inesistente e MAI verificato; silenzio assoluto dei controllori su un castello di carte (false). Si è visto cosa è accaduto da un giorno all’altro.
Ma mi sovviene anche Alitalia, una situazione di difficoltà riferita ad un azienda pubblica di servizi e portata alle estreme conseguenze dalla negligenza colpevole (forse dolosa) del sistema di potere per favorire nella privatizzazione una cordata di presunti patrioti storicamente dediti alla pratica del “do ut des”.
Parmalat ed Alitalia sono stati cimenti di grande spessore per i governi di turno con i risultati visti sulla pelle dei risparmiatori e dei conti pubblici. In entrambi lo schema seguito è stato quello di separare il bambino dall’acqua sporca, come si dice. Ci aspetta dunque una Good Italy ed una Bad Italy? Nella prima chi ha i capitali freschi di stampa (o di lavanderia) e nella seconda chi lavora (o vorrebbe lavorare) e paga le tasse?
Il modello italiano basato su una miriade di PMI e sull’economia sommersa che terrebbe anche in momenti di crisi allora non è poi così efficace ad osservare la realtà dei fatti; qualcosa mi è evidentemente sfuggito … o forse guardo troppo poco la televisione. Mi sembra che il paese stia percorrendo una china pericolosa sotto molti punti di vista, è possibile secondo voi ipotizzare uno scenario in cui l’Italia non diventi sempre più piccola e meno consapevole delle sue debolezze? E’ utile essere ottimisti incondizionatamente?
Michele Cipolli