QUOTE MARRONI
I “diversamente onesti”.
Nella scorsa legislatura, fra Camera, Senato e Parlamento europeo, i soli pregiudicati erano 25, senza contare i condannati in primo e/o secondo grado, gli imputati rinviati a giudizio, gli indagati e i miracolati da prescrizioni, amnistie e leggi salvaladri. Nella nuova
> legislatura, fra conferme, bocciature e new entry, abbiamo mantenuto la quota di 25 condannati definitivi, piú 57 esponenti delle altre categorie penali: totale 82, ai quali vanno aggiunti i politici che prendevano soldi da Parmalat e che come vedremo incredibilmente non sono stati chiamati a risponderne (salvo un paio di eccezioni). Il che significa che, su 900 e rotti parlamentari, una novantina ha seri problemi con la legge. Uno su dieci. E la percentuale del 10 per cento è decisamente eccessiva anche per le aree piú disagiate del paese.
Non esiste quartiere a rischio, o periferia metropolitana in cui un abitante su dieci sia stato condannato o sotto processo. In Parlamento sí, tant’è che forse varrebbe la pena dirottare i presunti “poliziotti di quartiere” lontano da quelle zone ingiustamente screditate, per impiegarli
piú utilmente al pattugliamento delle aule parlamentari, dove statisticamente si rileva la presenza piú massiccia di devianza criminale.
Un tempo i condannati si dedicavano a lavori socialmente utili, come intrecciare cestini di vimini, per reinserirsi nella società. In Italia, da un certo censo in su, i condannati entrano in Parlamento. Una condanna, provvisoria o meglio ancora definitiva, ma anche un rinvio a giudizio, e persino un avviso di garanzia, fanno curriculum. Il tutto in un paese dove chi ha un parente condannato non può fare il carabiniere. E chi è condannato in proprio non può fare il vigile urbano né il segretario comunale. Ma il parlamentare sí. Appena un facchino dell’aeroporto di Linate viene sospettato di metter le mani nei bagagli dei viaggiatori, o un dipendente dell’Anas finisce sotto inchiesta per qualche irregolarità, le rispettive società giustamente lo licenziano in tronco. Ma se sotto inchiesta o sotto processo ci finiscono i dirigenti delle società medesime, allora scatta il garantismo selettivo: presunzione d’innocenza fino alla sentenza di Cassazione, e poi di solito non accade nulla nemmeno quando questa arriva.
Ogni anno la Corte dei conti segnala la presenza, nelle amministrazioni dei vari ministeri, di centinaia di condannati (non solo per reati contro la Pubblica amministrazione, ma anche per violenza sessuale e per pedofilia) e non c¹è verso di mandarli a casa. Idem per il Parlamento: chi corrompe i
> giudici o aiuta la mafia o incassa tangenti a tutto spiano e poi (ma anche prima) ha l¹accortezza di rifugiarsi in una delle due Camere, diventa intoccabile. Come i furfanti nelle chiese e nei conventi del Medioevo. La legge proibisce ai condannati a pene complessivamente superiori a 2 anni per delitti contro la Pubblica amministrazione di candidarsi nei consigli comunali, provinciali e regionali; e prevede la sospensione degli eletti nei tre enti locali in caso di condanna al primo grado, e la loro decadenza in caso di condanna passata in giudicato. La regola, però, non vale per i parlamentari, per i ministri, per i presidenti del Consiglio. Una strana dimenticanza che ha una sola spiegazione: le leggi non le fanno i consigli comunali, provinciali e regionali. Le fa il Parlamento. Cosí i condannati che non possono piú metter piede negli enti locali trasmigrano alla Camera, al Senato, al Governo e all’Europarlamento. Lí si può tutto. Non si butta via niente.
Spesso ci raccontano che “abbiamo la classe politica che ci meritiamo”.
Può darsi che sia cosí, anche se le elezioni dovrebbero servire a selezionare il meglio che c¹è in giro, non il peggio. Altrimenti i parlamentari, anziché eleggerli con gran dispendio di denaro e di energie, tanto varrebbe sorteggiarli. Cosí, in un paese che ha tre regioni e mezza controllate dalla criminalità organizzata, verrebbe garantita un¹adeguata rappresentanza anche alla mafia, alla camorra, alla ¹ndrangheta, alla Sacra corona unita. Senza contare altri fenomeni criminali di un certo peso: pedofilia, stupri, furti, scippi, rapine, traffici di droga, di armi, di carne umana, terrorismo e cosí via. Ma forse la democrazia non è questo. Non è neppure andare a votare a scadenze piú o meno regolari. Democrazia è votare sapendo tutto di chi ci chiede il voto. In Italia, per i noti fattori che inquinano l¹informazione, soprattutto televisiva, questo è impensabile.
E la nuova legge elettorale (proporzionale senza preferenza) ha di gran lunga peggiorato le cose, espropriando gli elettori del diritto di scelta. I cosiddetti “eletti” vengono in realtà nominati a tavolino dai segretari di partito, che decidono chi andrà in Parlamento e chi no a seconda dell¹ordine in cui i singoli candidati vengono inseriti nelle liste.
Il tutto ben prima che il presunto “popolo sovrano” si rechi alle urne: in quel momento ormai i giochi sono fatti, e all¹elettore non resta che vidimare con il suo voto una scelta fatta da altri, altrove, in precedenza, in base a criteri piú o meno imperscrutabili. Il candidato in pole position non ha alcun motivo per incontrare i suoi potenziali elettori e per convincerli a votarlo, visto che ha già la poltrona assicurata. Quello in mezzo o al fondo della lista, idem: ha la bocciatura assicurata. Cosí le liste diventano inutili crittogrammi che si possono tranquillamente dare per letti: l¹elettore infatti non ha alcuna possibilità di premiare il candidato meritevole e di punire il non meritevole. Si sceglie la lista, a scatola chiusa.
Nei paesi civili chi finisce sotto inchiesta abbandona la politica, o almeno la carica che ricopre, in attesa di chiarire la sua posizione dinanzi alla legge. Se poi la chiarisce, dopo essersi difeso con le nude mani, senza coinvolgere il partito o le istituzioni che rappresenta, ritorna in campo.
Altrimenti se ne resta a casa, o eventualmente in carcere. In Parlamento, meglio di no. Il Parlamento come alternativa all¹ora d¹aria non è un bello spettacolo. Non c¹è nulla di peggio che vedere le Camere messe all¹asta al miglior offerente (dal caso Parmalat al caso Fiorani-Fazio, dalle leggi-vergogna di Berlusconi & C. ai tanti scandali di Tangentopoli) per ottenere leggi su misura. Parafrasando una fortunata campagna della nettezza urbana a Milano, “il Parlamento è anche tuo: aiutaci a tenerlo pulito”.
QUOTE MARRONI
Dove sono
> Camera 49
> Senato 26
> Parlamento europeo 7
Categorie penali*
> Condannati definitivi (o patteggiamenti) 25
> Prescritti definitivi 10 Assolti per legge** 1
> Prosciolti per immunità*** 1
> Condannati in I grado 8
> Imputati in I grado 17
> Imputati in udienza preliminare 1
> Indagati in fase preliminare 19
> Totale 82
* Quando un parlamentare ha piú processi, abbiamo registrato quello in fase piú avanzata (la prescrizione prevale sulle indagini in corso, ma non sulle condanne anche provvisorie).
** Il dato non tiene conto dei casi Berlusconi, Previti, Brancher e altri, usciti dai loro processi in base a leggi da essi stessi votate, perché rientrano anche in altre categorie penali per altri processi.
*** Si tratta della insindacabilità che ha salvato il leghista Speroni da un processo per reati ritenuti compiuti nell¹esercizio delle funzioni parlamentari.
L’hit parade dei partiti
> Forza Italia 29
> Alleanza nazionale 14
> Udc 10
> Lega Nord 8
> Movimento per l¹autonomia 1
> Dc 1
> Psi 1
> Gruppo misto **** 1
> Totale Destra 65
> Margherita 6
> Ds 6
> Udeur 2
> Rifondazione comunista 2
> Rosa nel pugno 1
> Totale Sinistra 17
> La classifica dei reati*****
> Corruzione 18
> Finanziamento illecito 16
> Truffa 10
> Abuso d¹ufficio, falso 9
> Associazione mafiosa 8
> Bancarotta fraudolenta, turbativa d¹asta 7
> Associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, falso in
> bilancio 6
> Attentato alla Costituzione, attentato all¹unità dello Stato, struttura
> paramilitare fuorilegge 5
> Favoreggiamento, concussione, frode fiscale 4
> Diffamazione, abuso edilizio, lesioni personali 3
> Banda armata, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, rivelazione di segreti 2
> Omicidio, associazione sovversiva, istigazione a delinquere, favoreggiamento mafioso, aggiotaggio, percosse, violenza a corpo politico, incendio aggravato, calunnia, falsa testimonianza, voto di scambio,
ppropriazione indebita, violazione della privacy, oltraggio, fabbricazione di esplosivi, violazione diritti d¹autore, frode in pubblico concorso, adulterazione di vini ecc.
Quando questa è la realtà della legalità fra virgolette, cosa possiamo aspettarci di meglio da una sinistra che continua a litigare e a frammentarsi senza rendersi conto che la gabbia in cui si è collocata è trasparente? Noi tutti vediamo, sappiamo e giudichiamo. Uno strumento però in mano lo abbiamo e ritengo sia molto forte se utilizzato nel modo giusto.
Sono note da ieri le varie candidature alle primarie : che ne dite se incominciassimo a chieder conto dell’onestà sociale e intellettuale dei candidati? A verificare la bontà delle loro promesse elettorali attraverso l’analisi del loro impegno civile precedente? E non solo, ma anche a promettere astensione nei comuni o nelle frazioni dove già si sa di alcuni apparentamenti poco chiari? Sappiamo che le prossime elezioni saranno IL test per questa sinistra ,noi lo sappiamo ma i politici pare di no, è questo il momento giusto, secondo me, di chiamare a raccolta tutti i nauseati da questo tipo di politica per operare con forza e se serve con il ricatto.
Speravo di vedere in qualche comune o provincia un rappresentante di una lista nuove il PD, speravo, illusa come sono, che ci fosse un laboratorio di sperimentazione, evidentemente non basta sembrare puliti per esserlo veramente, bisognerebbe volare troppo alti e in questo paese non è per il
momento ancora possibile. Ecco perchè il ricatto giustifica il fine.
Questo deve diventare il nostro slogan
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