Intervista ad Alessandra Clemente, assessore alle Politiche Giovanili, alla Creatività e all’Innovazione del Comune di Napoli
di Massimo Preziuso
– Ciao Alessandra. Partiamo dalla tua esperienza politica. Come sta andando?
Quando il nostro Sindaco, la notte del primo gennaio 2013, mi disse che aveva in animo la volontà di istituire un assessorato con esclusiva delega ai giovani, alla creatività e all’innovazione, per dare a noi ragazzi napoletani un peso e una cura più profonda nella “grammatica” della Giunta Comunale, e che pensava a me come guida, come se già il fatto di istituire un Assessorato di questa importanza non fosse straordinariamente innovativo, ricordo che oltre che quasi svenire sul divanetto sul quale colloquiavamo e ad avere paura, pensai al gran coraggio e alla libertà che erano sottintesi alla scelta di affidare questa responsabilità così grande, non con le parole, ma con i fatti, a una ragazza di 25 anni.
Quando abbiamo iniziato questa esperienza, Luigi ed io ci siamo dati tre obiettivi: non far perdere nessuna occasione di finanziamento ai giovani; costruire delle opportunità; far sì che gli interventi nel settore fossero realmente organizzati dai giovani per i giovani, purché competenti ed entusiasti.
Il 100% delle risorse è stato impegnato a favore di soggetti composti da under 35. Tutti selezionati sul merito attraverso procedure a evidenza pubblica. Abbiamo dato grande importanza a progetti in grado di produrre occupazione duratura e quindi sviluppo, puntando alla creazione di nuovi luoghi di aggregazione giovanile come la Casa della Cultura e dei Giovani a Pianura, il centro giovanile nel Polifunzionale di Soccavo, la valorizzazione della Galleria Principe di Napoli.
Oltre all’arricchimento culturale prodotto dai tanti eventi realizzati insieme, la cosa che più ci da soddisfazione è camminare per la città e riconoscere in ciascuna delle dieci Municipalità un’attività d’impresa giovane nata grazie al nostro piano di finanziamenti “Sviluppo Napoli” o andare in un centro per i giovani che prima non c’era e adesso c’è. Sono soddisfatta, sta andando bene. Le cose da fare sono ancora tante e in futuro l’impegno deve sempre essere massimo affinché le cose vadano andare ancora meglio.
– Napoli è oggi la città a più alto potenziale per l’avvio di quel rinascimento italiano, che leghi Sud, Centro e Nord Italia, proprio attraverso le sue rinnovate e dinamiche città intelligenti. Che ne pensi?
Certamente Napoli è la città a più alto potenziale per un “rinascimento” che riguardi tutta la Penisola. Le ragioni a questa mia risposta sono diverse, cercherò di elencare le più rilevanti in modo obiettivo.
Napoli, tra le metropoli italiane, è la più giovane. Sembrerà scontato ma i rinascimenti partono da questa parte di società. Se gli anziani, infatti, sono le nostre radici, capisaldi della nostra cultura, valori e tradizioni, i giovani sono la forza propulsiva che fa saltare schemi consolidati e fanno “ripartire” società sopite, ferme, statiche.
In secondo luogo, potrei apparire di parte, ma nessuna metropoli ha le nostre potenzialità in città e nei dintorni. Nessun area al mondo ha in pochi km milioni di abitanti che vivono tra bellezze artistiche, storiche e soprattutto naturali di Napoli, Pompei, Capri, Ischia, la Costiera Amalfitana, Sorrento ed il Vesuvio. Qui c’è tantissimo ancora da fare, ma è un dato di fatto che Partenope stia attraversando una fase di rilancio: Napoli è più visitata, più connessa con il resto d’Italia e con l’estero, più pulita, più socialmente e più culturalmente attiva nell’ultimo triennio, in poche parole Napoli è più viva!
Ancora, nonostante i mille ritardi di cui questo territorio soffre non per propri soli demeriti, Napoli rimane il capoluogo della sesta regione italiana per startup. Inoltre permangono leader mondiali realtà produttive e commerciali straordinarie penso al tessile Made in Naples, penso ai nostri artigiani, penso ad aziende di alta ingegneria poco note al grande pubblico come la K4A che da Ponticelli vende elicotteri in tutto il mondo ed ancora aziende leader nel web come il gruppo Ciaopeople di cui noi conosciamo soprattutto i rami d’azienda Fanpage o gli straordinari TheJackal e vi sono migliaia di esempi del genere.
Infine, Napoli è sede di realtà di ricerca straordinaria con CNR, Istituto Telethon, CEINGE, Città della Scienza, le nostre Università (Federico II, SUN, Parthenope, Suor Orsola Benincasa, l’Orientale) in cui si formano brillanti menti che partono alla conquista del mondo.
Il rilancio dell’Italia non può che partire da qui.
– Andando alla politica e alle prossime amministrative, non trovi che sia strano davvero che De Magistris e il PD non facciano un percorso comune nel segno della innovazione amministrativa che Luigi ha avviato e nella forte cultura del cambiamento che il PD di oggi ha ben radicata nel proprio DNA?
L’innovazione amministrativa e la forte cultura del cambiamento hanno fatto si che la città in piena emergenza rifiuti del 2011 oggi sia solo un cattivo ricordo. Finalmente le testate nazionali e da un po’ anche le testate internazionali raccontano un incredibile rilancio napoletano. Le presenze alberghiere, aereoportuali o gli arrivi via mare e via terra sono dati di fatto, così come lo sono anche i dati di Confcommercio. Napoli catalizza milioni di visitatori, fa partire la raccolta porta a porta, ha un’amministrazione vicina al cittadino. La Giunta è concentrata sulla città, nessuno si risparmia ed è straordinario ciò che questa amministrazione sta facendo grazie fortemente a Napoletani e non che qualificano il nostro lavoro. Tanto c’è da fare e tanto abbiamo da fare, imparando dagli errori e nutrendoci di motivazione.
Con il Partito Democratico c’è una distanza che purtroppo si è andata rafforzando nel corso dei 5 anni. Di anno in anno il Pd ha confermato di essere opposizione in Consiglio Comunale e il dibattito mi è parso più attento a personalismi e leadership che al lavoro che l’Amministrazione porta avanti.
Quella parte politica ha governato Napoli per 20 anni. Non mi piace avere preclusioni e penso davvero che se il Partito Democratico saprà dare un segnale di reale interesse verso i cittadini napoletani si potrà aprire un dialogo, ma al momento ci si muove su posizioni troppo diverse, accentuate anche dal doppio livello, nazionale e regionale del partito che appare interpretare in modo diverso i temi dell’innovazione e della cultura del cambiamento. La vera rivoluzione che questa amministrazione ha messo in campo è stata quella di diventare nei fatti un ente di prossimità, abolendo le distanze tra strada e “palazzo” e coinvolgendo nel governo energie giovani ed esperienze della società civile.
– Cosa ti piacerebbe vedere a Napoli nel 2020 e come ti ci vedi in quella città?
Nel 2020 Napoli dovrà essere una città tornata capitale culturale, commerciale e sociale del paese.
Una metropoli con un trend turistico impressionante, una città capace di riconvertire interi quartieri all’accoglienza di milioni di visitatori facendo invidia ad altre città italiane ed europee con migliaia di giovani e non attivi in questa “industria” che deve diventare la n.1 della città.
Napoli sarà una metropoli con decine di voli dalle città europee e treni superveloci verso Roma, Milano e speriamo anche verso la nostra terra sorella Puglia con l’alta velocità Napoli-Bari che avvicini il Tirreno all’Adriatico.
Il nostro porto merci ed il porto turistico devono ripuntare a posizioni di leadership mondiali.
Le nostre Università dovranno raddoppiare i propri studenti erasmus tutt’ora presenti puntando – grazie alle collaborazioni con i centri ricerca del territorio, nazionali ed internazionali – ad un incremento della qualità della formazione e della propria ricerca.
Napoli infliggerà colpi mortali alla camorra e le uniche “paranze” di bambini che conosceremo saranno quelli che giocano a pallone nella Villa Comunale.
Napoli dovrà aver completato la Linea1 della metropolitana e starà progettando una nuova metropolitana che la connetta ancora di più alle sue sterminate periferie. Secondigliano, Pianura, Barra, Bagnoli, Scampia o Soccavo saranno collegati quanto il Vomero o Montesanto al resto della metropoli.
Napoli dovrà essere una realtà da cui non si “parte” ma si “ritorna” o si “arriva” da tutto il Sud, Nord ed anche dall’estero per ragioni di lavoro: quelli che oggi sono bambini, saranno i nostri lavoratori.
Napoli sarà un punto di riferimento commerciale ed industriale per tutta l’Italia, la porta dell’Europa sul Mediterraneo e viceversa: il Made in Naples sarà sinonimo di qualità, bontà del cibo e simbolo di eleganza.
Napoli deve tornare ad essere capitale dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’inclusione sociale: nel DNA di Napoli c’è scritto “amore” aiutateci a mostrarlo al mondo!
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