Significativamente Oltre

IL RICAMBIO GENERAZIONALE

di Tommaso Visone

Nell’Italia contemporanea un giovane che si accosta propositivamente alla vita pubblica e sociale deve necessariamente spendersi con tutto se stesso per apprendere e formarsi nella totale assenza di scuole di formazione politica e dirigenziale (non a caso i due nuovi presidenti delle camere sono ex sindacalisti, simbolo dell’importanza di una delle ultime scuole politiche italiane). Allo stesso tempo,
nell’interessarsi alla vita pubblica, il giovane è distratto e allontanato da una serie di comportamenti ed esempi che scoraggiano ogni sua residua velleità all’impegno e alla battaglia politico- sociale. Qualora questo giovane si interroghi sul funzionamento e le meccaniche presenti nella non più algida Esperia, noterà che dal mondo del calcio a quello della politica, il Paese è in mano a delle lobby,
le quali agendo anche al di fuori del sistema legale si prodigano nel mantenere lo status quo e nel bloccare tutte quelle riforme eventualmente rivolte a un ampliamento del (ridottissimo) pluralismo e del ricambio dirigenziale. Il che non incoraggerà l’incauto ed inesperto rampollo (circondato da una società che ha fatto del lassismo un modello) a dialogare e a confrontarsi con una realtà che nega a priori ogni forma di indipendenza e di responsabilità al neofita (spesso volenteroso e preparato, anche se inesperto) distante dal servilismo che accomuna i corifei dell’ attuale potere. Al suddetto, dunque, resteranno solo due scelte: emigrare (come molti tra i migliori oggi fanno) o adattarsi annullando il lato più incisivo della gioventù: l’idealismo (riformista o rivoluzionario che si voglia).
Sta, dunque, a coloro che si rendono consapevoli di questa perversa dinamica il non far cadere una problematica che è fondamentale per il futuro del Paese. Se i giovani non raggiungeranno (o se non pretenderanno) una maggiore responsabilizzazione, una maggior partecipazione e non troveranno miglior esempio, si resterà con un’Italia in declino, in perenne crisi, governata da “furbetti” e destinata alla perdita dei suoi caratteri migliori.
Si apre, e non da oggi, una improrogabile questione generazionale. E’ d’obbligo una risposta.

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