Ora l’Italia torni ad avere la presidenza del Parlamento Ue
di Gianni Pittella
“E’ ora che l’Italia torni a ricoprire la più alta carica nel Parlamento europeo. Sarebbe un grande riconoscimento prima di tutto per il Paese ma anche per il nuovo Partito democratico di Matteo Renzi. L’obiettivo a portata di mano. Ci sono tutte le condizioni nazionali e comunitarie perchè il governo italiano porti a casa il risultato. La svolta si è avuta con l’adesione del Pd al Pse. Finalmente si è capito che per contare davvero in Europa occorre stare nelle istituzioni. E’ finito il tempo in cui Bruxelles era considerata una sorta di dopo lavoro per politici in pensione. Il Pd e l’Italia di Renzi si candidano a cambiare l’Unione europea che, oggettivamente, così com’ è rischia di affondare”. Lo dichiara all’Ansa Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo e candidato per il Pd alle elezioni europee nella circoscrizione sud.
“Ho investito tutta la mia vita politica per la costruzione degli Stati uniti d’Europa. Renzi ha avuto il grande merito di indicare candidati che credono e vogliono lavorare a tempo pieno in Europa. In quindici anni di attività da eurodeputato, ho messo tutte le mie energie per accrescere la stima e la considerazione dell’Italia nella casa del Parlamento europeo. Un lavoro credo apprezzato che mi ha portato per due volte consecutive ad essere eletto a scrutinio segreto primo vicepresidente”. “La situazione in Europa è complessa. La Francia di Hollande è in difficoltà. La Germania è prigioniera della Merkel, mentre la Gran Bretagna è imbrigliata da pulsioni isolazioniste. L’Italia di Renzi – sottolinea Pittella – l’unico tra i grandi Paesi che può autorevolmente imprimere una forte spinta riformatrice”.
“Nascondersi non ha senso: le critiche che da più parti investono l’Ue sono in gran parte meritate. Non è possibile continuare ad avere una moneta senza una vera Banca centrale alle spalle, inaccettabile crocifiggere intere economie, interi Paesi, a vincoli arcaici e stupidi per una miope ed egoista visione dello stare insieme. L’Ue non può restare silente rispetto a crisi internazionali come quella ucraina e siriana, o limitarsi a dichiarazioni di principio di fronte a tragedie come quelle di Lampedusa. Non si è euroscettici a denunciare questi aspetti. Si è realisti. La differenza con i populisti alla Grillo, alla Salvini o alla Le Pen che loro vogliono distruggere tutto, fregandosene delle conseguenze per i cittadini, e tornare a rinchiudere il nostro futuro nelle piccole patrie.
“Io – aggiunge il vice presidente vicario dell’Europarlamento – dico che invece serve più Europa. Sono i governi a imporre veti incrociati sulla politica estera. Sono i singoli Stati ad impedire la nascita di una vera Bce. Sono ancora gli egoismi nazionali a rendere balbettante le risposte comunitarie a problemi drammatici come l’immigrazione. L’austerità non ce lo chiede l’Europa, ce lo impongono i governi”.
“Coscome fecero De Gasperi, Adenauer e Schuman – conclude – gli Stati abbiano il coraggio di fare un passo indietro. E permettano all’Unione europea di fare un passo decisivo in avanti verso il futuro”.
Fonte ANSA
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