L’attuale classe politica italiana
Un coacervo di chi, professionalmente, non ha avuto né arte né parte: di chi, attraverso la politica, ha intravisto la soluzione dei proprio interessi personali, ed infine di chi, in essa, ha trovato e trova il consolidamento di una comoda posizione già in essere da svariati anni.
(di Arnaldo De Porti)
Praticamente, il titolo potrebbe sostituire l’articolo che sto per scrivere, per cui basterebbe solo aggiungere che, alla luce di quanto sta accadendo in Italia ad opera di personaggi che si possono tout court inquadrare in detto titolo, l’Italia non pare avere alcuna via di uscita che non sia quella di un colpo di mano, dal quale c’è da sperare che il buon Dio ci salvi. Sappiamo infatti, come diceva anche Platone, “La Repubblica”, libro VIII, che quando un popolo divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni. Ed avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non pare troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo ne rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una malapianta: la tirannia.”
Riportato il pensiero di Platone, ovviamente adattandolo con qualche modifica ai tempi nostri, in quanto da allora sono passati circa 2500 anni…(Platone nacque nel 427 a.C.), possiamo ritrovare nelle sue enunciazioni delle grandi verità che si attagliano perfettamente alla situazione nella quale si è dibattuta e tuttora si dibatte l’Italia.
A suo tempo infatti ci è stata data, anzi ci siamo presi, una grande libertà senza regole, nell’inconsapevolezza quasi totale che tutto ha un inizio ed avrebbe avuto anche una fine.. E ciò, senza porci la domanda relativa alla provenienza del tanto benessere degli anni 60-70 che, come invece ce ne accorgiamo fin troppo oggi, è stato una delle principali cause del nostro indebitamento, sul quale hanno attinto tutti, a partire dalle istituzioni, spesso per creare consensi. A ciò, si sono aggiunti poi troppi faccendieri della politica i quali, approfittandone, si sono arricchiti sfruttando le risorse pubbliche a fini privati. Ed infine, hanno avuto un ruolo i costi della politica, grazie anche ad una classe dirigente che, nel corso degli anni, ha voluto auto-conservare il posto alimentando costi stratosferici per la comunità, dando i natali a quella “malapianta” di cui parla Platone. Il discorso non si può sviluppare ovviamente in poche righe.
Tornando ai giorni nostri, ma anche semplicemente ad ieri sera, dopo aver guardato “Servizio Pubblico” condotto da Michele Santoro, vorrei dire che è davvero da sprovveduti se non si capisce che l’Italia è al collasso e che nessuna scialuppa può venirci in soccorso. A meno che, magari in chiave moderna (ma Dio ce ne scambi e liberi da ciò) , non si debba patire le conseguenze di un eccesso di quella libertà (di cui parla Platone), secondo la quale tutto è possibile, al punto da dimostrare agli italiani che la giustizia non esiste, che il Capo dello Stato non vale niente, che le istituzioni sono da cambiare e che le regole “civili” sono quelle della pancia. Esattamente come sta dimostrando in queste ore il signor B che, a mio avviso, ha dato il colpo di grazia alle sorti del nostro Paese.
Ed allora, quando Grillo, dice “fuori tutti”, debbo dargli ragione, pur non essendo ovviamente in linea con la sua mancanza di educazione, usata ad arte. verso un certo target a fini di consenso.
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