PD in Campania. Basta manfrine.
Osvaldo Cammarota* (su Repubblica Napoli 15/10/2013)
Con l’approssimarsi del congresso, puntuale si verifica la “corsa agli armamenti” dei numerosi partiti personali in cui è frammentato il PD in Campania.
Sotto le bandiere dei candidati alla segreteria nazionale, si raggruppano persone, storie, profili assai diversi. Forse per sostenere i candidati o forse per condizionarli. Si prospetta una battaglia tutta interna che, ancora una volta, è destinata a deludere le aspettative di una più ampia platea di simpatizzanti ed elettori che vorrebbero riconoscersi in una moderna forza riformatrice. Il PD in Campania non riesce ancora ad essere il partito nuovo promesso nella sua fase costituente, né ad assolvere alla funzione costituzionale di “servizio” affidata ai partiti.
Da almeno vent’anni prevalgono dinamiche di conflitto personale. Non c’è tema su cui si registri un pensiero condiviso o un’azione convergente. Tutti sembrano volere le stesse cose (rinnovamento, partecipazione, apertura alla società, ….) ma gran parte delle energie sociali che pur vorrebbero partecipare alla formazione delle decisioni pubbliche, restano escluse.
Prevalgono meccanismi di appartenenza, non a idee diverse, ma a gruppi inspiegabilmente contrapposti. Questi meccanismi impoveriscono e rendono mediocre il dibattito pubblico. Tutti se ne rendono conto, ma ancora non si vedono misure efficaci per superare questo disservizio della Politica che, in verità, non interessa solo il campo del Centrosinistra.
C’è un planetario di Associazioni che rappresenta interessi e saperi diffusi, potrebbe essere linfa vitale per il rinnovamento della Politica e delle Istituzioni, ma non trova accoglienza. Si stenta a dare corpo, sostanza, forma organizzativa alla parola, troppo abusata, “partecipazione”.
La nostra Associazione di Innovatori Europei, ad esempio, è composta da persone che si sforzano di operare innovazione, ciascuno nel suo campo, ciascuno per quel che può. Abbiamo volontà di contribuire anche al rinnovamento della politica e riteniamo che una prima occasione per discuterne possa essere il Congresso del Partito Democratico.
Per questa ragione, in preparazione degli Stati Generali di IE che si terrà a Roma il 9 novembre, abbiamo promosso un incontro con l’organizzazione regionale del PD (il 17 ottobre p.v.). Vogliamo verificare in quali luoghi e con quali modalità ci si possa confrontare su temi che ci sembrano cruciali per l’innovazione della Politica e dell’Amministrazione pubblica in Italia, nell’orizzonte dell’unificazione europea.
Siamo ostinatamente determinati a ricercare un confronto su contenuti, su obiettivi che possano produrre concreti risultati di innovazione politica, economica e sociale. Più che alla ricerca di un “leader da seguire”, vorremmo contribuire ad una strategia politica “operativa di coesione” in cui si possano riconoscere i riformatori-innovatori di diversa matrice culturale.
D’altra parte, nel caso del PD a Napoli e in Campania, chiunque dovesse vincere il Congresso, in assenza di obiettivi e strategia largamente condivisi, sarà costretto a dover fare l’equilibrista con burocratiche operazioni di mediazione interna, non dissimili dal vecchio manuale Cencelli. Che cosa c’è di nuovo in questo?
* Associazione Innovatori Europei
manca un pensiero lungo su cui tutto il pARTITO possa I riconoscersi , , una nuova progettualità condivisa, una strategica di governo e di innovazione della nuova realtà storico sociale , tutto si riduce ad autorefenziali conflitti personalistici , a lotta di apparati che tendono ad autoriprodursi e perpetuarsi , a difesa di interessi minuto e settoriali,, in un eterno riproporsi di neocentrismo moderato ,. LO stesso “renzismo” , più che innovare e dare un respiro nuovo al Pd, rischia di tradursi in un’ operazione di trasformismo .alla grande
Proviamo a lavorarci insieme