La frana: metafora di un Paese che crolla
di Giuseppina Bonaviri
Il Paese sta franando, chi amministra è chiamato ad intervenire.
Frosinone -come l’Italia- presenta moltissime criticità: dalle frane al dissesto dei conti pubblici, dal blocco delle attività produttive alla disoccupazione che giornalmente uccide intere famiglie, dal discredito di un intero sistema istituzionale alla incuria di una classe politica incapace. Siamo in una fase di emergenza e di allarme. Bisogna avere l’onestà di ripensare il modello di sviluppo dominante fallito.
La questione del territorio è aperta: dovrebbe risultare ai primi posti nell’ordine del giorno di una agenda politica seria. Il rapporto ambiente-territorio è emblematico e inquietante se analizzato dal punto di vista tecnico. L’Italia che frana è la metafora di un malgoverno che ci tiene in ostaggio, di una pericolosa condizione di instabilità che sta attraversando l’intero Paese e Frosinone ne risulta l’emblema in quel suo stato di abbandono causato dalle cattive e scorrette politiche, dalla incuria della sua classe di amministratori inadeguati e corrotti che non hanno mai applicato regole tanto meno modelli innovativi. Si continua a non tenere in conto i reali bisogni della nostra città nel pieno della sua decrescita, con le sue annose questioni morali ed economiche, senza alcuna organizzazione di agende di lavoro, di prevenzione ambientale, di salute e sicurezza pubblica. Gli strumenti di una corretta politica del territorio si fanno interpreti della complessità del sistema sociale non potendo essere valutati solo i parametri edilizi speculativi e urbanistici. Si devono prendere in seria considerazione i parametri sociali, economici e ambientali locali. I cittadini dovrebbero, poi, essere in grado -dopo dovuta e corretta informazione ( che dalle nostre parti è inagibile anche per la promiscuità tra stampa, canali mediatici televisivi e potentati locali) trasferita attivamente anche grazie alla consapevolezza di istituzioni vicine al bene comune- di valutare gli effetti delle politiche del territorio anche senza essere degli esperti. Nella attuale fase di postmodernità, infatti, è necessario che avvenga un veloce processo di maturazione, base della conoscenza, in materia di pianificazione del territorio. Oggi è evidente un problema di stile di vita che riguarda la necessaria ridefinizione dei bisogni a partire dal riposizionamento del lavoro, dell’agricoltura e delle aziende che un tempo operavano in ciociaria con l’utilizzo di nuove fonti rinnovabili e della blue green economy. Occorre anche per questi motivi attivare subito un censimento tecnico, nel rispetto ambientale, che disciplini e razionalizzi armoniosamente la nostra città. Chiudiamo con la stagione del saccheggiamento e mettiamo in atto un piano di messa in sicurezza e risanamento del territorio che potrà tornare ad essere un momento di opportunità per tutti i suoi abitanti. Imparando ad assecondare la madre terra si recupererà il rapporto con la natura e la natura finalmente tornerà a premiarci.
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