La chiave
Vi propongo una riflessione a meta’ viaggio a New York.
La sensazione e’ che proprio New York, ossia l’osservatorio piu’ avanzato e prefigurante dell’occidente, ci faccia intendere oggi che siamo all’entrata di una curva da cui non si capisce come e dove usciremo.
La citta’ e’ indubitabilmente in movimento. La crisi e’ alle spalle, ma non si produce un nuovo sapere sul futuro.
Qualcosa sta incubando, lontano, e new York ne riporta l’eco, ma non ne e’ piu’ la fornace. Ovviamente le mie sono percezioni epidermiche di un turista. Ma ormai conosco abbastanza Manhattan per cogliere la tendenza.
L’Europa e’ ferma, vista da qui. I giornali e le Tv snobbano completamente il vecchio continente. Non si attendono ne sorprese ne conferme, solo sbadigli. Il centro dell’attenzione degli americani, ormai è sempre piu’ la Cina.
Nel bene, come fondamentale varabile dei nuovi equilibri geo politici, e nel male, come minaccia imprevedibile di una coesistenza non condivisa.
Da giorni i media battono la gran cassa su due temi: la minaccia alla sicurezza che viene dagli hacker, che in America vuol dire dalla Cina; e , contemporaneamente, l’auspicio – certezza che la nuova leadership di Xi Jiinping possa avviare il paese verso una forma inedita, ma chiara, di liberalizzazione dei diritti individuali.
Nel frattempo la pancia del paese sta digerendo la crisi, e rielaborando una nuova strategia: autonomia energetica, con fracking e fotovoltaico; riportare a casa i centri servizi; rilanciare al primato nel sapere. Sono i tre binari su cui l’America, tutta l’America, destra e sinistra, repubblicani e democratici, stanno ritrovando una medesima vision.
Rimane in sospeso il conflitto sul modello di welfare. Ma anche li’ si cercano nuove strade: il debito pubblico e’ considerato un’emergenza temporanea. Su tutti questi temi: geo politica, energia, welfare, diritti, l’America si trova sola in occidente.
Per la prima volta la vecchia zia europea non ha niente da dire. Io credo che questo sia il buco nero in cui rischiamo di cadere, inseguendo le chiacchere e le minacce di Berlusconi.
Parliamo di IMU e Bunga Bunga e ignoriamo che da anni non produciamo piu’ sapere ne teoria politica. Il mondo cambia, si complica, si torce in un nuovo processo sociale che noi ci ostiniamo a chiamare crisi e che invece e’ il nuovo modo di vivere di un pianeta dove nei prossimi 8 anni almeno 3 miliardi di persone si comporteranno da middle class.
Da qui dobbiamo partire: consumare meno per consumare meglio in molti. Chi saranno quei molti? chi decidera’ le gerarchie? cosa faranno gli esclusi? Gli americani vogliono mantenere le chiavi del nuovi equilibrio.
Sanno che i cinesi invece pensano di poter decidere da soli. Gli europei non sanno nemmeno dov’e’ la serratura.
E gli italiani pensano che la chiave sia solo un film di Tinto Brass
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