Monti: sarà onesto, sarà falso, sarà credibile?
Tre righe per esprimere una mia impressione su Mario Monti, maturata osservandolo da alcune angolazioni.
Agli inizi, quand’era al governo, non lo nego, mi ha offerto una buona impressione al punto da credergli quasi in toto, capendo che, da parte sua, per non inimicarsi con coloro che l’hanno sostenuto e lo dovevano sostenere, deve aver fatto di necessità virtù, evitando di urtare la suscettibilità per non venir privato appunto del predetto sostegno, peraltro facilitato dal fatto che ciò faceva comodo a tutti, compreso al Pdl, pena lo sfacelo politico;
Verso la metà del suo governo, la mia fiducia è venuta un po’ meno in quanto egli ha privilegiato le fasce forti a danno dei meno abbienti, con la terribile conseguenze che le fasce deboli e meno protette, ora sono state e sono attualmente costrette a soffrire, se non a morire di fame, con il pericolo imminente di una rivoluzione civile, non quella di Ingroia che, a mio avviso, malgrado le buone intenzioni, sta combinando guai, come e più di Grillo;
Alla fine, costretto a dimettersi in quanto il Pdl gli ha tolto il sostegno, egli ha mostrato una faccia molto diversa: egli ferisce a morte gli avversari con l’arte di una diplomazia che, malcelata, evidenzia aspetti dittatoriali, più di Berlusconi, come si è visto ieri sera a Ballarò: egli infatti non va d’accordo con nessuno e si auto-etichetta come “il migliore”.
Domanda legittima che mi pongo: “Ci si trova di fronte ad una persona a due facce, ad un attore perfetto, oppure ad un diplomatico che obbedisce freddamente alla seguente esigenza machiavellica secondo cui il fine giustifica i mezzi ? : “
Se così fosse, mi permetterei di aver dei dubbi sull’onestà intellettuale.
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