Occorre buon senso nella compilazione delle liste dei candidati PD: Rinunciare alle primarie
di Salvatore Viglia su L’Unità
Avremmo preferito , a delle primarie organizzate in zona Cesarini, che Bersani scegliesse con carta e penna alla mano e magari davanti ad una telecamera i nominativi dei candidati alle prossime politiche. Le motivazioni sono intuibili.
In primo luogo avrebbe messo in pratica la quinta essenza dell’esercizio della trasparenza come ce la immaginiamo, poi avrebbe scongiurato esclusioni plateali attribuibili alle contingenze ed alle fatalità di voto nel pieno delle vacanze festaiole natalizie, se ne sarebbe assunto la responsabilità in qualità di segretario rispondendone in futuro in prima persona. La smania di cambiare il paese, perché poi in fondo di questo si tratta, ha assunto quasi incomprensibilmente, i caratteri del parossismo. Bersani rischia, senza che vi fosse motivo, di porre l’intero PD ad incognite ed a critiche acerrime non calcolati se qualcosa andasse storto.
La situazione politica attuale consiglia prudenza e buon senso. Sarebbe cosa buona e giusta abbandonare l’idea delle primarie ad ogni costo pur di indirle in tempi ristrettissimi e sembrare così innovatore. Che Bersani compia un gesto veramente chiaro e plateale al tempo stesso, innovatore nella forma e nella sostanza nel vero significato del termine, e rediga le liste davanti ai giornalisti giustificando per ciascun nominativo il criterio meritocratico di cooptazione.
Per questa operazione basterebbe un’oretta ed il tempo c’è. Il risultato sarebbe assai più efficace delle primarie raffazzonate e permetterebbe una puntuale rassegna di scelta tra il mondo del civismo di cui Bersani sembra essersi fatto paladino.
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