La freddezza dello Spread e la fine del governo Monti
di Massimo Preziuso su L’Unità online
E, ancora una volta, i media tradizionali non raccontano la verità.
In quelle che sembrano essere le fasi finali di un governo Monti preso nella morsa berlusconiana, una cosa salta infatti agli occhi.
Tutti i giornali nazionali e le televisioni raccontano di una eccessiva ”tensione dei mercati finanziari”, di “spread in crescita” per paura della fine del governo dei tecnici.
Se si segue bene quello che realmente accade in queste ore, in realtà la musica è diversa.
Si evince una certa freddezza dei mercati ai fatti politici del Belpaese.
Gli spread nei fatti, dopo una singola giornata di “sell” speculativo, rimangono sui livelli medi dell’ultima settimana (intorno ai 330 punti base tra BTP e BUND decennali), mentre le borse si muovono poco sotto la parità.
Questo è un fatto importante, forse quello decisivo.
I mercati finanziari, motore della distruzione creatrice che portò Monti alla Presidenza del Consiglio un anno fa, oggi sono indifferenti ad una eventuale e forse auspicabile crisi di governo.
Le spiegazioni possibili possono essere diverse.
– Si potrebbe dire che i mercati oggi ritengano compiute le riforme necessarie a rimettere in marcia l’Italia.
– Si potrebbe pure pensare che gli operatori finanziari invece credano che i “tecnici” abbiano arrecato più danni (economici e sociali) che benefici (finanziari) al Paese..
– Oppure che, a livello internazionale, oggi l’Italia è vista come un Paese che ha trovato una forte direttrice politica per i prossimi anni, che è quella progressista ed europeista a guida Partito Democratico (che proprio in queste ore è ai massimi assoluti, al 38% di consenso).
Qualunque sia la verità, è chiaro che il tempo dei “tecnici” è finito. E questo è un fatto notevole, perché dice che in Italia si sente di nuovo bisogno di politica seria, che rinnovi dalle fondamenta il nostro Paese.
Manca una delle spiegazioni, secondo me la piu’ plausibile.
Mentre nel 2011 e fino a meta’ del 2012 gli spread earano correlati alla politica dei singoli paesi, oggi sono piu’ legati alla politica della BCE (non che la politica interna non conti piu’ niente ma certo influenza meno i mercati).
In Italia, ed i media a cui tu ti riferisci, hanno fatto passare la riduzione dello spread come il “dono” di Monti, mentre invece, per correttezza, deve essere attributito a Draghi. Infatti se si guardano bene gli spread (non solo quello dell’Italia ma anche quello degli altri paesi dell’area Euro) questi sono scesi vertiginosamente dopo le dichiarazioni a fine luglio di Draghi.
La storia dello spread, se si guardano i picchi parlano chiaro e in maniera evidente della quasi indifferenza del mercato a Monti o Berlusconi o altri (la situazione finanziaria dell’Italia non si risolve con un cambio di governo ne’ da un giorno ad un’altro, cosa nota ai mercati):
Max Agosto 2011 dovuto alla situazione italiana e una politica inerte (al governo c’era Berlusconi)
Max Novembre/Dicembre 2011 con al governo Monti, era chiaro che nessuno degli attori del mercato credeva che Monti avrebbe potuto frenare il treno del debito
Min Marzo 2012 raggiunto dopo che la BCE ha stampato in due battute circa 1000 miliardi di euro
Max Luglio 2012 raggiunto perche’ i mercati non credono che stampare i soldi sia sufficiente, ma sia necessaria una azione incisiva della BCE
27 Luglio, Draghi parla di aiuti illimitati attraverso acquisti di bond sul mercato secondario a patto di pre stabilite condizioni che i governi dovranno rispettare. Per il mercato e’ sufficiente, da li’ gli spread scendono e come sottolineavi diventano meno sensibili alle vicende politiche interne
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