L’altra idea di Paese
di Giuseppina Bonaviri
Non si può demolire la storia di un popolo , la storia di un paese, la storia del nostro passato archiviandolo nelle memorie. Il volo e l’abisso convivono essendo imprescindibilmente l’uno il proseguimento dell’altro lo stesso dicasi per il passato ed il futuro. Ipocrita è quel potere intellettuale che formalizzando caste morali pensa di sconfiggere clientele, caste di politici, di amministratori, di imprenditori. Il copione rimane invariato e i cittadini beffati, confusi. Tra nomi noti, delfini emergenti, rampolli, protetti, duri e puri, burattini costruiti con fili quasi invisibili da manipolare, cani da guardia, riciclati dell’ultima ora, rottamatori e rottamati, antieroi, cambi di guardia del tutto prevedibili, furbi, ossessionati dall’apparire, pseudo esperti di meccanismi elettorali, ricandidabili ”nonostante tutto”, politici per la vita, rinunciatari, leaderisti è impresa difficile per gli elettori impotenti su tanto disastro. Ma dove è la vera discontinuità, dove l’innovazione, il ricambio leale ci chiedono? Dove ha sede dunque quella cultura ampia di un pensiero post moderno necessaria a ricostruire una Italia rinnovata, che sappia rispondere alle sfide messe in essere dalla crisi economica, politica, finanziaria, tecnocratica? E’ illusorio pensare di governare la storia ma questo non ci deve spingere all’inerzia. La democrazia ha bisogno di verità e la illegalità e le sopraffazioni di vigilanza e norme. Dobbiamo fare , ognuno di noi, il proprio dovere civico e così incidere sulla realtà. La politica va riconsegnata agli individui per potere tornare a vivere in un civismo attivo e militante. L’inganno non va riperpetuato. Usciamo dai confini di politici intimidatori, decadenti e voraci per ritrovare mercato del lavoro, produttività, infrastrutture e servizi, famiglie. Intervenire sulla qualità della politica uscendo dalla contrapposizione tra buona politica, partiti, società civile. Facciamo un appello alla mobilitazione civica tra associazionismo, auto-organizzazioni, volontariato quale espressione di una ricostruzione pura e chiediamo ai partiti di venire finalmente fuori dai loro fortini per evitare il baratro in difesa di un nuovo ruolo dell’Italia, l’altra Italia.
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