BCE: Irreversibilità dell’ Euro, crisi di liquidità o pericoli di insolvenza ?
Il conflitto fra strategia di Draghi e netta opposizione della Bundesbank ,in tema di politica monetaria, ha una rappresentazione mediatica niente affatto convincente.
Il governatore della Bce è abile nel riassumere il suo pensiero con aforistiche espressioni , fra le quali “L’ euro è irreversibile “ profferisce un efficace richiamo a fatalistiche predestinazioni : particolarmente se enfatizzato dai caratteri cubitali della carta stampata e dai titoli televisivi in sovrimpressione.
Ma con l’ efficacia dello slogan, cresce il pericolo di coinvolgere menti e iniziative su un presupposto errato: la accresciuta disponibilità di liquido contrabbandata come panacea ella crisi monetaria europea. .
Riportandoci infatti al profilo delle modalità operative della Bce, sappiamo che a provvedere alla sua dotazione finanziaria, sono gli Stati dell’ eurozona e che essa è costituita per finalità stabilite dal suo statuto.
L’ uso che se ne è fatto per i recenti interventi , a favore di Grecia, Spagna Italia, destinati alla sottoscrizione dei titoli del loro rispettivo Debito Pubblico, discende solo “ indirettamente “ dallo Statuto ( come più volte gli stessi protagonisti della contesa hanno più volte ricordato ) e con ricorso obbligato alla funzione di tramite delle banche.
Sono queste ultime che, appena ricevuti i soldi dalla Bce ( al tasso dell’ 1% ), hanno acquistato i titoli di Stato ( a tassi oscillanti fra 5% e 6 % ) del rispettivo paese di appartenenza ricavandone , come è noto, notevoli plusvalenze per il differenziale dei tassi di interesse fra le due operazioni effettuate.
Ma tale cospicuo privilegio fruito dalle banche non esaurisce la serie dei vantaggi di cui esse possono beneficiare.
I titoli pubblici in portafoglio, vengono ovviamente inseriti nell’ attivo patrimoniale, e nella qualità di titoli di sicura esazione, sono legittimati ad essere classificati fra le voci di più sicuro rientro ( contante a parte naturalmente ) : in tal modo, per l’ implicito valore di garanzia , accrescono l’ ammontare dei prestiti che le banche stesse possono concedere agli investitori privati, ( per investimento o per credito commerciale) ai tassi variabili dl mercato secondo le quotazioni correnti.
Ma se la solvibilità degli investitori loro clienti viene meno ? Appunto per la perdurante crisi economica , la loro vulnerabilità, in termini di liquidità si è già ampiamente verificata , e tutto lascia presagire che proseguirà, dato il quadro geopolitico che esibisce presenze crescenti di nuovi possenti protagonisti, nell’ economia, nella finanza, nelle ricchezze di materie prime e nella forza militare.
Appare pertanto omissivo ( o illusorio ) l’ insistenza di Draghi a enfatizzare la sacralità dell’ euro mentre tace su un meccanismo che se, causa insolvenza degli operatori, si rompe in un punto , si propagherà con effetto domino, in tutti i paesi dell’ eurozona e oltre.
E’ dunque la crisi economica, non l’ euro, ad essere finora irreversibile. Nel silenzio, forse strategico, di Draghi a questo riguardo, sarebbe auspicabile che tale più consona profondità d’analisi facesse capolino più frequentemente nella opinione pubblica tutta .
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