Dall’oblio al risveglio
Da un lato ci sono i diritti dell’Uomo garantiti dalla Carta Costituzionale e dal diritto Comunitario: diritti umani e civili, diritto alla salute, diritto allo studio e al lavoro, diritto all’uguaglianza ed alla non discriminazione dall’altro la crisi che attanaglia il sistema coinvolgendo dimensione economica e sociale, interazione con l’ambiente, convivenza solidare, culturale, diritti e valori condivisi, esercizio democratico ed etico. Un deterioramento complessivo che vede nel tasso di disoccupazione il punto più drammatico e patologico dell’attuale processo metastatico nazionale (ultimo dato Istat 10,2% con un incremento del 2,2% su base annua di cui 35,9% giovani con un picco del 48,3% al sud e del 51,8% tra le giovani donne del Mezzogiorno ai quali vanno aggiunti i 3 milioni di inattivi disponibili).
Dunque necessitano nell’immediato nuove ricette per difendere e valorizzare collettività, sviluppo dei saperi, giustizia sociale, patrimonio industriale, sistema del welfare indebolito nelle tutele causa manovre finanziarie e speculative indiscriminate come del consumo-abuso delle risorse naturali.
Non quanto si produce ma come si produce, non cementificazione ma recupero, prevenzione e formazione nel sociale, lotta alla dispersione scolastica, sostenibilità, sburocratizzazione degli enti, servizi pubblici efficienti, etica della responsabilità, redistribuzione della ricchezza, dei diritti e dei poteri. Serve un modo nuovo di stare insieme per riconquistare spazi comuni e l’eccellenza nel nostro capoluogo come ovunque in Italia.
Le aggregazioni di volontariato possono diventare un trampolino di lancio per il recupero di stili di vita partecipativi nel tessuto comunitario e del welfare, di scelte volte ad un buon uso della politica dei territori dove il merito prevalga sui nepotismi e i localismi: in una parola il benessere. Questo anche tramite il protagonismo di tante donne finora rimaste ai margini, invisibili.
Si può operare fuori dalle istituzioni per stimolarle e non lasciarle cadere nell’inerzia delle proprie gerarchie costituite sapendo però che è all’interno di esse che lo stimolo deve trovare efficacia ed espressione. Il valore della Istituzione deve allora rimanere Alto in una visione progressista e moderna dell’agire che faccia prevalere il bene comune all’egoismo tattico o alle derive individualistiche così come libertà di pensiero civile prevalga ai “modellini” precostituiti e trasferiti mollemente in copia alla cittadinanza sempre più attonita.
Giuseppina Bonaviri
Rete Indipendente “Nuove idee nei territori”
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