VELTRONI A NEW YORK
Veltroni a NY: nei talenti italiani il futuro del nostro Paese
David Ragazzoni – I.E. New York
Cogliendo l’occasione della propria presenza a New York per seguire da vicino le ultime settimane della corsa alla Casa Bianca, venerdi’ 19 settembre Walter Veltroni è stato ospite presso la City University of New York (CUNY) per un’intervista sul rapporto tra politica e potere nelle esperienze del riformismo italiano. In quale direzione si stanno muovendo l’Italia e l’Europa negli ultimi due anni? Cosa intende fare la ‘nuova’ sinistra italiana dopo i risultati elettorali di aprile ? E, soprattutto, come potrà la politica progressita europea tornare ad agire nel prossimo futuro, dopo una stagione in cui l’enfasi pur condivisibile sul parlare e sul confronto pubblico sembra aver progressivamente sfilacciato ogni residua capacità decisionale ?
Su tali questioni, sollevate nel pomeriggio da Jane Kramer, corrispondente per l’Europa del New York Times, è tornato il leader del PD nell’incontro serale a Wall Street con alcuni studenti e professionisti italiani che svolgono esperienze di lavoro e di ricerca a New York. Ha sottolineato l’importanza, per il Partito Democratico e per l’Italia in generale, di avere nei giovani talenti gli ambasciatori della cultura italiana negli Stati Uniti: ragazzi e ragazze che coltivano le proprie competenze nei settori piú diversi con l’intenzione e la speranza di poter consegnare alla politica del proprio paese il meglio di quanto appreso. In tal senso ha assicurato che il programma sul ‘rientro dei cervelli’, tralasciato dal penultimo governo Berlusconi e non recuperato nella breve parabola prodiana, sarà al centro degli impegni del governo ombra sul versante dell’università e della ricerca : formarsi all’estero – ha detto Veltroni, recuperando i frequenti dibattiti in merito nel mondo accademico, tra cui gli interventi sulle pagine di Repubblica di Nadia Urbinati – deve costituire una scelta, non l’unica strada da percorrere. È essenziale che l’Italia sappia ritrovare davvero nuovi spazi per il merito, perchè senza innovazione e senza competenze l’economia, la politica e la vita del paese rischiano di tradursi in schemi mentali ossificati, incapaci di pensare frontiere nuove per paura e ignoranza. Ció implica anche il saper comunicare in modo nuovo, come il PD intende fare con l’avvio nei prossimi mesi di una propria televisione e rivista on-line, e guardare all’esperienza di chi oltreoceano ha mostrato piú degli altri come «la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare». Se il Partito Democratico americano di Obama riuscisse a conquistare la Casa Bianca, sarebbe per le analoghe esperienze italiane ed europee uno staordinario incoraggiamento, il segnale che il vento è cambiato e che il mondo non sta procedendo unimamente verso destra. Bisogna dunque radicare il PD negli Stati Uniti, anche istituendo una festa democratica italiana con cadenza annuale a New York, e il Gruppo Promotore per il Partito Democratico US, coordinato per la parte di NY da Emilia Vitale, avrà il compito decisivo di sviluppare nel prossimo futuro queste premesse.
David Ragazzoni
d.ragazzoni@sns.it
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