Significativamente Oltre

CRIMINALITA’ E RELATIVISMO!

L’AGGRAVANTE DI CLANDESTINITÀ E IL RELATIVISMO CULTURALE

di Ainhoa Agullò

Nel “pacchetto sicurezza” che è stato approvato oggi dal CdM a Napoli, si include una misura molto grave, per quanto riguarda l’immigrazione, ovvero il fatto che la clandestinità possa essere considerata come aggravante in un reato, permettendo di aumentare così la pena di un terzo.

Secondo i princìpi del diritto penale, l’ultima ratio delle circostanze aggravanti e attenuanti in un reato è quella di permettere di ridurre il divario tra il reato commesso e le circostanze in cui tale reato è stato commesso, tenendo anche conto dell’intenzionalità nell’azione del soggetto attivo, oltre che alle circostanza oggettive in cui tale reato è stato commesso.

Il fatto però di considerare come circostanza aggravante (penso, a questo punto, oggettiva) la condizione di irregolarità nel soggiorno di una persona, reputo vada oltre quelle che possono essere considerate circostanze che, in qualche modo, possano incidere in maniera particolare sul reato stesso (mi viene pure il dubbio – e questa non è che una provocazione – che la finalità ultima di tutto ciò non sia altra che quella di andare incontro ad un’altra delle misure previste nel Pacchetto, ovvero quella che prevede che il giudice possa ordinare l’espulsione dello straniero o l’allontanamento dal territorio italiano di colui che sia condannato alla reclusione per un periodo superiore ai due anni…?).

Questa misura sembra di voler mettere fine all’atteggiamento di relativismo culturale a cui abbiamo assistito (e partecipato) in Occidente negli ultimi anni, nella cd “era della Globalizzazione”, ovvero ad una accettazione del “tutto vale” (o quasi tutto).

Ma, di fatto, cade nell’ errore opposto, ovvero una visione unilaterale del problema, favorendo, in un clima già “alterato” di per sé (dovuto agli ultimi avvenimenti), atteggiamenti che vanno oltre la tolleranza zero e rischiano di cadere (se non lo hanno già fatto) in violazioni dei diritti dell’Uomo, legittimate (o quanto meno “istigate”) dall’alto (se si approvasse alla fine tale misura).

Il superamento del relativismo culturale va fatto. Va superata l’idea del “politicamente corretto”, ma non va fatto ricadendo nell’errore contrario.

Non bisogna confondere autorità con autorevolezza.

Aristotele disse che è nel punto medio che sta la virtù.

Rimbocchiamoci le maniche, allora.

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